Lentini, Gli studenti della 5E del “Vittorini – Gorgia” intervistano  Domenico Interdonato. “Per fare il giornalista di guerra ci vuole coraggio…”

Lentini, Gli studenti della 5E del “Vittorini – Gorgia” intervistano Domenico Interdonato. “Per fare il giornalista di guerra ci vuole coraggio…”

di Mariagrazia Sarcià*
LENTINI – Si è tenuto, venerdì scorso, un webinar con luogotenente dell’Esercito in pensione Domenico Interdonato che ha illustrato agli alunni della classe V E del liceo scientifico Elio Vittorini-Gorgia in cosa consisteva il suo lavoro, descrivendo inoltre le missioni che ha compiuto. Gli alunni hanno assistito interessati all’incontro, intervenendo con domande relative all’argomento. Il Luogotenente ha affermato che ha svolto 3 missioni con la Nato in Kosovo, una sempre con la Nato in Afghanistan e una in Libano con l’Onu. L’intervento in Kosovo viene definito dall’intervistato come un grosso contributo ad una piccola realtà, che dapprima si trovava in una situazione critica e grazie all’intervento armato del contingente Nato si è stabilizzata. L’intervento dello Stato Italiano, inteso non solo come contingente militare, ma come delegazione di essere umani in un territorio straniero, è stato fondamentale per le popolazioni vittime dello scontro. Le forze armate italiane si sono impegnate sempre a garantire pace e stabilità alle popolazioni, non figurando come invasori ma come uomini e donne che tentano di preservare e trasmettere serenità nei confronti dei civili. Questa, quindi, è solo una delle tante funzioni che ha avuto l’operato del giornalista e con le stellette Interdonato e dei suoi colleghi, i quali durante i loro interventi alloggiavano in delle caserme. Si occupavano, inoltre, di controllare i giornali e le notizie che vi erano nel territorio locale, avvalendosi della presenza di un team abbastanza vasto, composto da varie figure come degli interpreti con il compito di tradurre le fonti. Tra gli aneddoti raccontati, uno in particolare ha impressionato i giovani, e interessa la vita in quei luoghi nei quali non era possibile essere liberi di camminare o svolgere qualunque attività senza portare con se un’arma per la difesa personale. Essere un giornalista e un esponente dello stato italiano in un territorio straniero non è semplicemente un’occupazione, ma molto di più. Infatti, i ragazzi sono rimasti sbalorditi dal coraggio di quest’uomo e dalla determinazione che lo ha spinto a continuare su questa strada. Interdonato ha affermato, quando gli è stato chiesto cosa fosse necessario per fare il giornalista, che la prima cosa necessaria è proprio avere coraggio, non solo di andare in luoghi ignoti, ma di dire la verità. Comunicare il vero è il primo elemento fondamentale per un pezzo di qualità, malgrado farlo possa essere difficile. Dopo di ciò, afferma che oltre a dire il vero è necessario saperlo dire, come i ragazzi hanno appurato grazie a questo progetto di alternanza scuola-lavoro basato proprio sulla comunicazione e sul giornalismo, ribadendo l’importanza della conoscenza della lingua inglese per capire le pubblicazioni straniere e far avere alle proprie una risonanza internazionale. Oltre questo è stata affrontata la questione relativa alla guerra in Ucraina, alla quale Interdonato ha risposto schierandosi contro azioni violente immotivate, non aspettandosi fino all’ultimo che quest’offesa Russa fosse veritiera. “Ogni cosa ha un inizio e una fine, speriamo soltanto che la fine di questa guerra possa essere vicina, magari molto più di quello che pensiamo”.

Ricordiamo anche il contributo del nostro intervistato nell’emittente radiofonica “Radio West”, ovvero la radio del contingente italiano creata durante la guerra in Kosovo che ha iniziato le trasmissioni il 12 Agosto 1999 e ha terminato la sua attività in un decennio.

Ribadisce Interdonato che il ruolo delle forze armate italiane è sempre fondamentale e che il loro intervento viene riconosciuto in maniera positiva sia dalle popolazioni che li ricevono che dai giornalisti, i quali vanno nelle zone di guerra a commentare e riportare i fatti per i giornali italiani.

Non ci rimane che essere grati per tutti coloro che intervengono al fine di salvare popolazioni straniere, metterle in condizione di rimanere nel proprio territorio e poter vivere in una condizione pacifica con l’aiuto dei militari italiani.

A volte serve avere testimonianze come questa, servono a capire quanto siamo fortunati ad essere cittadini di una repubblica democratica nella quale vivere liberamente.

Interviste di Eleonora Floridia e Livia Vinci*
Foto di Davide Emma*

*classe 5 sez.E

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