Tender Napalm al Catania Off Fringe Festival  Dal 27 al 30 ottobre in scena lo spettacolo diretto da Simona De Sarno

Tender Napalm al Catania Off Fringe Festival Dal 27 al 30 ottobre in scena lo spettacolo diretto da Simona De Sarno

SIRACUSA – Tender Napalm di Philip Ridley per la regia di Simona De Sarno sarà in scena dal 27 al 30 ottobre al Catania Off Fringe Festival. Lo spettacolo, patrocinato dalla Fondazione INDA e dall’Accademia d’Arte del Dramma Antico e in collaborazione con V.A.N. verso altre narrazioni ha debuttato all’Ortyx Drama Festival, a Siracusa e sarà presentato anche a Napoli, dal 20 al 23 aprile 2023 al Teatro Elicantropo diretto da Carlo Cerciello. Tender Napalm ripercorre il rapporto di un uomo e di una donna che portano con sé un’istanza universale. La loro storia viene ricostruita attraverso la loro memoria e la loro immaginazione in una costante miscela di tenerezza e violenza che fa immergere lo spettatore in scenari apocalittici, in un’isola tropicale sconvolta dallo tsunami, minacciata da mostri marini, alieni e scimmie. La traduzione del testo originale di Philip Ridley è di Laura Leonessa, l’adattamento e la regia di Simona De Sarno, le musiche di Andrea Di Falco mentre Victoria Blondeau è assistente alla regia. In scena Federica Cinque e Alessandro Mannini. Tender Napalm debutterà a Catania il 27 ottobre, alle 17, al Palazzo della Cultura e sarà in scena anche il 28 ottobre alle 21,30, il 29 ottobre alle 18,30 e il 30 ottobre alle 20, sempre al Palazzo della Cultura. “L’urgenza di mettere in scena un testo così complesso e stratificato come Tender Napalm nasce dalla necessità di confrontarci con un linguaggio estremamente poetico e brutale, che scava nel rapporto di una giovane coppia privata di qualunque speranza, dopo la morte della loro figlia – scrive Simona De Sarno nelle note di regia. Avere dei sogni e delle speranze, credere in qualcosa e scegliere di investirci fino in fondo, in un momento storico così complesso, è molto spesso avvilente. L’idea di poter costruire una realtà nuova è spesso minacciata dal timore che possa venirti sottratta da un momento all’altro, dalla difficoltà di avere un dialogo con la generazione precedente, dal non sentirsi ascoltati. Il testo ci suggerisce che è dunque necessario partire da quello che si ha, o meglio, da quello che ci è stato lasciato e tentare di ricordare, di ritrovare e di recuperare la Bellezza, con tutte le sue rughe e le sue cicatrici, che la rendono ancora più viva. Ci siamo chiesti cosa può significare per una coppia perdere un figlio, cosa può significare vedersi crollare tutto quello per cui fino ad allora avevi combattuto, a causa della guerra, della violenza, della fede, del sesso, del potere, della politica, della storia”.

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