Siracusa, Ucsi Sicilia: Festa regionale di San Francesco di Sales. L’arcivescovo Lomanto: “Non si fa un buon giornalismo senza avere la capacità di ascolto”

Siracusa, Ucsi Sicilia: Festa regionale di San Francesco di Sales. L’arcivescovo Lomanto: “Non si fa un buon giornalismo senza avere la capacità di ascolto”

SIRACUSA – “Il tempo che noi viviamo è il tempo dell’ascolto. Non si fa un buon giornalismo senza avere la capacità di ascoltare”. Lo ha detto mons. Francesco Lomanto, delegato Episcopale per le comunicazioni sociali della CeSi, Conferenza Episcopale Siciliana, che ieri mattina ha presieduto la celebrazione eucaristica al Santuario della Madonna delle Lacrime nell’ambito della festa regionale di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori.

La messa è stata preceduta dal seminario formativo sul tema “La Nuova Missione dei giornalisti narrare nell’era del Metaverso” che ha visto gli interventi del professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina, Francesco Pira, e del presidente dell’Ucsi Sicilia, Domenico Interdonato. L’incontro è stato aperto dai saluti del consulente ecclesiastico Ucsi Siracusa don Aurelio Russo, dal presidente provinciale dell’Ucsi Siracusa Alberto Lo Passo e del segretario nazionale dell’Ucsi e Tesoriere regionale dell’Odg Sicilia Salvatore Di Salvo, dal segretario provinciale dell’Assostampa Siracusa Prospero Dente. Il prof. Pira ha richiamato la necessità di invertire la tendenza accogliendo la sfida di riscoprire il ruolo dell’informazione in un momento in cui sono indebolite le regole deontologiche, c’è un concetto di privacy che viene superato e l’unica prevalenza è nella spettacolarizzazione della notizia. Nel corso della conversazione è stato richiamato l’incremento delle fake news, che deriva da questo nuovo modo di fare giornalismo e la possibilità che ha la persona di raggiungere l’informazione senza la necessaria intermediazione del giornalista. Interdonato ha evidenziato la necessità per i giornalisti cattolici di avere il coraggio di cambiare e stare al passo con i tempi per rigenerarsi e continuare nel servizio. La festa regionale è stata promossa dall’Ufficio comunicazioni sociali e cultura dell’Arcidiocesi di Siracusa, dall’Ucsi Sicilia, dall’Ucsi Siracusa dall’Assostampa Siracusa e dal settimanale cattolico “Cammino”, con il sostegno dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia.

“Ascoltare con l’orecchio del cuore. Il Santo Padre ci fornisce la sua indicazione nel messaggio per la 56 Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si celebra il 29 maggio – ha detto l’arcivescovo nel corso della sua omelia -. Il giornalista deve fare informazione con umiltà e la consapevolezza di non avere in tasca la verità. Essere ascoltati è forse il bisogno di più grande di ciascuno di noi. Ma non “origliare o spiare”. Il primo ascolto da riscoprire è l’ascolto di sé. E invece di ascoltarsi spesso ci si parla addosso, cercando più che la verità e il bene, il consenso. Scrive papa Francesco: ‘C’è una sordità interiore, peggiore di quella fisica. L’ascolto, infatti, non riguarda solo il senso dell’udito, ma tutta la persona. La vera sede dell’ascolto è il cuore’.
Ma in questo tempo di pandemia, si diffonde anche l’infodemia, cioè la deformazione della realtà basata sulla paura, echi e commenti su notizie falsificate se non inventate. Il Santo Padre ribadisce: ‘La capacità di ascoltare la società – scrive il Pontefice – è quanto mai preziosa in questo tempo ferito dalla lunga pandemia. Tanta sfiducia accumulata in precedenza verso l’“informazione ufficiale” ha causato anche una “infodemia”, dentro la quale si fatica sempre più a rendere credibile e trasparente il mondo dell’informazione. Bisogna porgere l’orecchio e ascoltare in profondità, soprattutto il disagio sociale accresciuto dal rallentamento o dalla cessazione di molte attività economiche’. Andiamo in profondità cogliendo l’essenza di ciò che si racconta. La comunione si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle. Nella pluralità e varietà delle voci. L’ascoltare è il primo ed indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione; non si comunica se non si è prima ascoltati e non si fa buon giornalismo senza la capacità di ascoltare. Per offrire un’informazione solida, equilibrata e completa è necessario aver ascoltato a lungo. Accogliamo questi suggerimenti che ci vengono dalla parola di Dio. Il processo sinodale sia una grande occasione di ascolto reciproco”.

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