Siracusa, il parlamentare regionaledi “Prima Italia” Giovanni Cafeo interviene sull’Ias:“se il depuratore si ferma sarà la fine del Polo Petrolchimico, Musumeci si assuma la responsabilità politica”

Siracusa, il parlamentare regionaledi “Prima Italia” Giovanni Cafeo interviene sull’Ias:“se il depuratore si ferma sarà la fine del Polo Petrolchimico, Musumeci si assuma la responsabilità politica”

SIRACUSA – “Come già accaduto a gennaio sulla vicenda Lukoil, anche la conferenza stampa di oggi ha un obiettivo principale, ovvero far puntare l’attenzione sul rischio, quanto mai concreto, della chiusura del Polo Petrolchimico siracusano se non si risolve al più presto la questione Ias”.
Lo dichiara Giovanni Cafeo, parlamentare regionale di Prima l’Italia, introducendo la conferenza stampa indetta oggi proprio sulle tematiche legate alle sorti del depuratore Ias e al conseguente destino del Polo Petrolchimico di Siracusa.
“Se non si risolve il problema del depuratore Ias – spiega Cafeo – il Petrolchimico di Siracusa è destinato alla chiusura nel volgere di poche settimane. A quel punto, si aprirebbero le procedure per la Cassa integrazione con conseguenze drammatiche per il futuro di migliaia di lavoratori della zona industriale.”
“La politica deve assumersi le sue responsabilità – continua l’On. Cafeo – e fino ad oggi non lo ha fatto. Di recente, il direttore del Territorio ed Ambiente della Regione ha deciso di non concedere una procedura in deroga per il conferimento dei reflui industriali nelle vasche del depuratore Ias e nei prossimi giorni, quando la Regione siciliana rilascerà l’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, saranno inserite delle nuove prescrizioni che si aggiungeranno alle altre non ancora adottate. Questo vorrà dire che ci vorranno tra i 3 ed i 4 anni perché vengano ottemperate quando, invece, siamo con le ore contate e con il rischio evidente di un tracollo della zona industriale. Se ancora non è chiaro, per le aziende del Petrolchimico non avere la possibilità di conferire i reflui equivarrebbe a chiudere gli impianti ma il paradosso è che per fermare uno stabilimento sono necessario gli scarichi”.
“Il depuratore è di proprietà della Regione – prosegue il deputato regionale di Prima l’Italia – ma il suo presidente, che riveste anche il ruolo di coordinatore dei prefetti, non ha mosso un dito per risolvere il nodo dell’Ias e di conseguenza della zona industriale siracusana; Musumeci deve adesso metterci la faccia e assumersi le sue responsabilità politiche, attraverso l’eventuale rilascio dell’autorizzazione in deroga sul modello della gestione in emergenza dei rifiuti, con un atto forte, chiaro, condiviso che dia garanzie agli attori istituzionali coinvolti e restituisca un po’ di serenità agli operatori economici del petrolchimico e, di conseguenza, alle migliaia di famiglie di lavoratori coinvolti. Io ringrazio gli assessori che fin qui si sono occupati di questa vicenda ma per la complessità della problematica, con ricadute sull’intera economia siciliana, è necessario da un lato un’assunzione di responsabilità e dall’altro un intervento risolutivo da parte del massimo responsabile del Governo dell’Isola. “
“La richiesta dell’istituzione dell’area di crisi industriale è servita per porre il tema delle difficoltà che sta attraversando il Petrolchimico – continua ancora Cafeo, a proposito della risposta data dal Ministro Giorgetti durante l’ultimo Question Time alla Camera – che non ci fossero le condizioni per fare rientrare la zona industriale negli aiuti lo si sapeva, perché, purtroppo, la norma è estremamente datata. Del resto, la stessa legge che regola l’area di crisi industriale non tiene conto dell’attuale scenario internazionale, legato ad una crisi energetica senza precedenti, i cui effetti si sentono già nel mondo produttivo. D’altra parte, quello dell’energia non è un problema che interessa solo la zona industriale siracusana ma l’intera economia mondiale. “
“In merito alla vicenda Lukoil – prosegue l’On. Giovanni Cafeo – sappiamo, come sostenuto dal ministro del Mise Giancarlo Giorgetti, che è all’attenzione del Governo nazionale. Avevamo chiesto al segretario regionale di Prima l’Italia, Nino Minardo, di organizzare un incontro con il ministro Giorgetti a cui avrebbero dovuto partecipare anche i rappresentanti delle imprese del Petrolchimico, che non ci saranno; tuttavia, auspico un loro coinvolgimento al più presto. In ogni caso è mia intenzione esserci perché, da un lato c’è un partito da costruire e dall’altro, da rappresentante del territorio ho l’opportunità di contribuire alla comprensione della complessità della situazione. Sarà anche una occasione per comprendere quale siano le vere intenzioni del Governo sulla zona industriale. La sensazione – continua Cafeo – che il territorio si senta distante dalle priorità del Governo è palpabile, basta ricordare le parole del presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona, il quale, in merito all’istituzione di un tavolo interministeriale per la crisi del Petrolchimico, ha detto che non occorre certo una norma per istituire un tavolo”.
“Allo stesso tempo – conclude Cafeo – le forze produttive e sociali del Siracusano vorrebbero trovare, insieme al Governo, una soluzione per garantire il futuro del Petrolchimico. L’obiettivo è di rilanciare la zona industriale nel rispetto dei parametri ambientali indicati dall’Europa, attraverso il piano per la Transizione ecologica. “

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