RIPARTIRE, COMUNE DENOMINATORE

RIPARTIRE, COMUNE DENOMINATORE

“…Sai cosa c’è? Che non c’è droga migliore di te!”. Avevo in testa questo ritornello da ieri sera, così pur avendo già abbozzato il mio pezzo, ritrovandomi (il giorno seguente) davanti al pc, ho cancellato tutto e sono ripartita da zero.

In qualche modo alcune fasi della mia vita (e sono sicura anche della tua!) mi hanno portata a ripartire da zero. Situazioni lavorative, sentimentali, logistiche, psicologiche, fisiche e, indubbiamente, psicofisiche. Potrei racchiudere tutto con una parola: pandemia. Lì siamo stati messi alla prova tutti. C’è stato chi si è inventato. Chi si è reinventato. E chi, nell’incredulità più assoluta, è caduto, crollato (materialmente, fisicamente, psicologicamente). Ma poi…ci si rialza sempre. Si riparte con i propri tempi.

Ed alcune volte, ripartire diventa sinonimo di rinascita. Ecco, a me piace interpretarla così la ripartenza, come un’opportunità in più, come un qualcosa da coltivare e annaffiare ogni giorno fintanto che fiorisce. Per poi mostrarsi in tutta la sua bellezza. In tutta la sua maestosità. In tutto il suo splendore. Senza ostentare nulla perché non ne ha di bisogno.

Sai cosa c’è? E’ prestissimo, sbircio dalla finestra e rimango incantata per qualche secondo dai colori meravigliosi dell’alba. Del sole che sorge sul mare. I colori di un nuovo giorno che sta per nascere. Rispetto al suono delle onde, di quando quest’estate andavo al mare a vedere l’alba, il silenzio assordante di una città che ancora dorme. Le pochissime macchine che passano non disturbano. E’ strano che io mi sofferma più di qualche secondo a guardare fuori dalla finestra, eppure succede. Davanti alla grandiosità delle cose semplici succede.

Io adoro le cose semplici, quelle che non seguono logiche, quelle per cui non trovi le parole, quelle per cui rimani incantat*. Quelle senza regole in cui, chi è capace di sognare, può farlo ad occhi aperti e senza essere disturbato.

In questi giorni di ripresa (mi sono sottoposta ad un piccolo intervento chirurgico. Adesso, tutto ok!), di ripartenza, di rinascita, lontano dalla mia adorata palestra, dal lavoro, dalla mia routine (che non vedo l’ora di riprendere), ho pensato un po’ meno del mio solito. Strano eh?

Eppure è successo. In un periodo in cui il mio cortisolo (ormone dello stress), sempre alle stelle, avrebbe spaziato nell’intera costellazione, probabilmente, è rimasto calmino, per consentirmi, con i miei tempi, di recuperare.

In realtà inaspettatamente sono successe tantissime cose, tutte all’improvviso e senza preavviso. Semplici, belle, genuine. Come la gente, la mia gente che mi sono vissuta nella trasferta milanese. Grazie!

Ho, però, sognato tanto. Riposato tanto. Mangiato poco. Riso e sorriso tantissimo. Letto di più. Le letture sono state la mia droga, il mio rifugio, i miei sogni. Il tutto con accanto My Raya, la mia infermiera a quattro zampe.

Ah, sai (ancora) cosa c’è? A proposito di libri voglio parlavarti di un libro a cui sono molto legata e riconoscente. E’ uno di quei libri veri e autentici. Uno di quei libri senza filtro, così come lo sono le protagoniste. Le DONNE. Le DonneCoraggio. Ognuna di loro diversa nella rispettiva, singolare e unica bellezza della loro anima. Del loro cuore. Del loro percorso di rinascita.

“La luna e Le Rose” è un racconto capace di coinvolgerti fin dalla prima pagina. Storie delle donne che hanno affrontato l’esperienza del tumore al seno. Ognuna col suo racconto, rivissuto, scritto e condiviso. Quandi il confronto, e il comune desiderio di rinascita, per l’appunto.

L’animo pieno d’amore del Dottor Marco Iera (Chirurgo Plastico estetico e Ricostruttivo presso Istituto Clinico Brera, Milano), la penna della scrittrice e imprenditrice Marina Di Guardo (che ha curato la prefazione e la stesura del testo), i racconti delle Donne Coraggio (associazione di solidarietà). Emozioni ad ogni pagina.

Sai cosa c’è? Conosco da tempo le Donne de l’associazione Donna Coraggio, e fin da subito ho notato in ognuna di loro un grande sorriso e una tenacia che, in tantissimi non conosciamo. Sono stata incuriosita dalla loro realtà e vi assicuro che, oggi, l’imprevedibilità della vita mi spaventa un po’ meno.

E sai perchè? Perchè mai come in occasioni simili, mi rendo conto di quanto il Bene genera BENE. Mi rendo conto di quanto non esista droga più contagiosa del sorriso.

L’energia delle donne è qualcosa di incredibile. L’emblema della vita, in tutto e per tutto. E allora sì che mi vengono i brividi quando leggo che sono, addirittura, 82 le donne uccise in meno di un anno in Italia. Di cui 42 uccise da partner o ex in questo 2022 (ancora da terminare!).

Domani, 25 novembre, Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne, non badiamo semplicemente a stamparci in viso una linea di rossetto rossa in segno di solidarietà. Facciamolo sì, ma con consapevolezza. La stessa che dovremmo, noi donne (di qualsiasi età) utilizzare per denunciare ogni genere di violenza: verbale, fisica e psicologia. Non vi è alcuna differenza, si tratta sempre e comunque di un atteggiamento destabilizzante, pericoloso e, spesso, tragico. Tu donna scappa e segnala sempre. Con consapevolezza e senza paura. Esiste un numero il 1522, memorizzalo e chiamalo in situazioni di pericolo.

Parola d’ordine BenEssere! 

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