Palermo, Beni confiscati alla mafia. Schillaci (M5S) accoglie delegazione albanese in Antimafia all’ARS

Palermo, Beni confiscati alla mafia. Schillaci (M5S) accoglie delegazione albanese in Antimafia all’ARS

PALERMO – “Sono stata lieta di accogliere la delegazione di attivisti albanesi interessati ad approfondire il sistema di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia. A questo proposito, la Sicilia potrebbe fare scuola a livello europeo perché ha la metà del patrimonio nazionale dei beni immobili confiscati alla criminalità, anche se la loro gestione ha ancora diverse lacune. Ecco perché dalla visita odierna, colgo anche l’occasione per ricordare al parlamento regionale che non è più derogabile un sistema di gestione che sia efficiente, trasparente e veloce”. A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci, a margine della Commissione Antimafia all’ARS dove la deputata palermitana ha accolto una delegazione albanese, rappresentati di alcune associazioni dei dei progetti RISE – ALB e Twist che, in collegamento con Libera, si occupa del riutilizzo dei beni confiscati alle criminalità.

“In Commissione Antimafia all’Ars – spiega Schillaci – abbiamo lavorato ad una norma che mira ad istituire un ufficio speciale che faccia da coordinamento tra l’agenzia nazionale sui beni confiscati alla mafia e gli Enti locali ed associazioni siciliane che vanno a gestire tali beni e ancora un pacchetto di altre misure volte a superare alcune criticità, tra le quali ad esempio una inadeguata mappatura dei beni. La nostra legge propone inoltre l’istituzione di un fondo per la manutenzione dei beni confiscati. Purtroppo le lungaggini della politica siciliana stanno rallentando questo processo normativo che mi auguro veda la luce entro questa legislatura regionale. Tornando ad oggi, ho avuto modo di fare un quadro completo sulla situazione siciliana dei beni confiscati alla criminalità. L’impressione ricavata dalla delegazione è stata molto positiva e spero possano ricordare la nostra Sicilia, come un modello da seguire a livello europeo” – conclude Schillaci.

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