MUSICA&PAROLE: I CONSIGLI DI LORENZA

MUSICA&PAROLE: I CONSIGLI DI LORENZA

MUSICA&PAROLE: I CONSIGLI DI LORENZA

Capitolo 4. “Figli delle favole”, Matteo Faustini

Per questo quarto appuntamento di “Musica&Parole: i consigli di Lorenza” ho scelto per voi “Figli delle favole” di Matteo Faustini, un concept album incentrato sul mondo delle favole e sugli insegnamenti che possiamo trarre da esse.

Così schietto e sincero ma, allo stesso tempo, intenso ed emozionante, “Figli delle favole” è un album che disarma anche i cuori più resistenti. Forza e fragilità sono, in questo lavoro discografico, due facce di una stessa medaglia che Matteo Faustini indossa senza paura. Il giovane cantautore bresciano ha un modo tutto suo di raccontare la gioia così come il dolore. La sua scrittura è, infatti, ricca di metafore ma è ugualmente capace di arrivare dritta al cuore. “Figli delle favole” è, dunque, un album da ascoltare in tutta calma, senza opporre resistenza, lasciando che le canzoni ci interroghino; a volte, ci consolino; spesso, ci facciano sentire meno soli. Perché in fondo, come dice Matteo,siamo anime collegate da fili invisibili che la musica è in grado di colorare”.

TRACKLIST:

  1. La bocca del cuore

«Ora quella che parla è la bocca del cuore; forse è troppo diretta ma non chiede il tuo amore. Spera solo che adesso porterai via con te anche solo un pezzetto che ti parli di me»

  1. Nel bene e nel male

«Hai mai fatto l’amore con gli occhi? Io sì, ci ho letto dentro e ho visto tutte le paure dentro un palloncino che stavano per scoppiare, ma la mia mano stretta al filo quel giorno le ha lasciate andare»

“Nel bene e nel male” è una carezza che lenisce ferite che faticano a guarire. Matteo Faustini ci ricorda dell’eloquenza di uno sguardo e chiude tutte le sue paure in palloncini che in parte volano via e in parte, sgonfi, giacciono per terra a ricordarci che quelle paure sono state sconfitte e che è proprio da lì che bisogna ripartire.

  1. Sì, lei è

«E se poi da grande vuoi fare il cantante la gente sempre ti dirà: “Non è un lavoro, è una moda che ti veste ma solo a metà”. Oddio, che società pesante! Ma non è importante, io canto i loro bla bla bla»

“Sì, lei è” è un brano dedicato alla musica perché, in fondo, ci sono mille modi per dire “grazie” ma quello che Matteo Faustini preferisce è certamente fatto di note e parole. Credere in un sogno implica il coraggio di rischiare ed il coraggio va alimentato.

«Come in Harry Potter e le bacchette, non sei tu, ma è lei che ti sceglie. Credici, credici…chiusa una porta sì può anche riaprire. Tutta una vita a cucire gli errori. I sogni non son nel cassetto ma fuori. Non è una passione ma necessità»

  1. Vorrei (La Rabbia Soffice)

«Vorrei imparare ad apprezzare ogni sofferenza perché il dolore è solo un acceleratore di esperienza. […] Vorrei imparare a stare un po’ da solo senza, poi, dimenticare come amare qualcuno. […] Vorrei troppe cose, eppure ne posseggo tante come alla Sirenetta a cui mancavano le gambe»

Ancora una volta parliamo di coraggio: quello di mostrarsi con i propri spigoli. “Vorrei (La Rabbia Soffice)” è una pagina di diario sottratta al suo segreto e ci ricorda che tutti noi siamo chiamati a “raffinare” la nostra anima.

  1. Il cuore incassa forte

Il cuore incassa forte” è un brano che ama tremendamente, anche se soffre a causa dell’amore. D’altronde, come ha ripetuto più volte lo stesso Matteo Faustini, il cuore ha i muscoli e possono essere allenati. Con un sound elegante ed una coda dalla forte carica emotiva, il brano metterà a soqquadro la vostra anima per, poi, rimettere tutto in ordine donandovi qualche consapevolezza in più.

«Ma io crescerò. Sì, io crescerò e darò al mio cuore amaro un po’ di zucchero. Sì, io crescerò e diventerò… forte, mi farò più forte; perderò centimetri di debolezze, chili di incertezze strette sotto pelle. Il cuore incassa forte, usalo o si rompe»

  1. Figli delle favole

«Tutti all’isola che non c’è, tutti insieme all’isola che…c’era o non c’era, tu hai visto dov’era? L’ho chiesto a una strega, mi ha offerto una mela. L’ho morsicata e so già che ho la sindrome di Peter Pan»

  1. Un po’ bella un po’ bestia

«Sai, la rabbia quando arriva entra, ma non bussa. Ma mi hanno detto che, col tempo, tutto poi si aggiusta. E mi fa arrabbiare perché non è vero, perché non è vero che la vita è giusta. A volte non si aggiusta. Non è un gioco ad armi pari; non è una sconfitta. E se la strada qualche volta non ti sembra dritta o che finisca, allora tu sorridi perché il sorriso è una curva che raddrizza. […] Questa vita è perfetta, è un po’ bella e un po’ bestia. Io lo faccio per me stesso perché a fare del bene poi si dorme meglio. Non sai quanto ti resta, guarda quanta bellezza»

  1. Come lo stregatto

«Mi hai chiesto di cercare dentro me stesso. Io ci ho provato, giuro, ma mi sono perso. Dici che senza amore ci manca un pezzo, ma la vera anima gemella è nello specchio»

  1. Il gobbo

«Perché mi prendi in giro?
Hai temperato quella lingua così tanto che ti pungi tu.
Perché mi prendi in giro?
Ma non ti accorgi che la rabbia è un dolore che non piange più»

 “Il gobbo” è una canzone cruda, schietta, pungente che non ha paura di trattare tematiche molto delicate come il bullismo, il razzismo e l’omofobia. Matteo Faustini si arma, dunque, di coraggio e trasforma il suo dolore in un inno universale perché le gobbe non le abbiamo noi ma chi ce le assegna.

«Non c’è più colore sulla mia pelle
Non c’è più amore di serie A
Non ho più paura delle mie scelte
Siamo come il Gobbo soli a Notre-Dame
Siamo anche colombe sopra Notre-Dame»

  1. Lieto fine?

«”Vissero per sempre felici e contenti”. Ma insieme? Boh…nelle fiabe non lo senti. […] Ed io mi chiedo sempre come può esser lieta se è una fine»

BUON ASCOLTO!

Lorenza Ferraro

L’articolo è stato pubblicato in data 31 ottobre 2020 su https://www.clusteradv.it/.

Ringraziamo l’agenzia di comunicazione Cluster ADV per la gentile concessione.

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