Lentini,  l’amministrazione comunale annulla la procedura del partenariato speciale Pubblico Privato con la “Badia Lost & Foud” per la gestione di Palazzo Beneventano. Il Presidente Giorgio Franco: “Adesso vorremmo conoscerne le determinazioni finali”

Lentini, l’amministrazione comunale annulla la procedura del partenariato speciale Pubblico Privato con la “Badia Lost & Foud” per la gestione di Palazzo Beneventano. Il Presidente Giorgio Franco: “Adesso vorremmo conoscerne le determinazioni finali”

LENTINI – L’amministrazione comunale di Lentini ha annullato la procedura del partenariato  tra pubblico e  privato, procedura a “evidenza pubblica” e quindi aperta anche ad altri soggetti privati come previsto dalla legge e come poi è effettivamente accaduto nel caso di Lentini,  proposto dalla cooperativa “Badia Lost & Found” nel 2019 per la co-gestione di Palazzo Beneventano.  Con delibera del 12 agosto scorso l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rosario Lo Faro ha chiuso definitivamente il procedimento per la gestione del Palazzo Beneventano, ristrutturato dall’ex amministrazione comunale di Lentini guidata dal sindaco Alfio Mangiameli, gestita per parecchi anni da Italia Nostra presieduta da Giorgio Franco, sotto l’era del sindaco Saverio Bosco, il quale poco prima della fine della legislatura aveva avviato le procedure per l’assegnazione per venticinque anni della bellissima struttura. Decisione e scelta contestata da tutti compreso l’associazione  “Megakles Ballet” che, durante il procedimento, presentò un ricorso al Tar per l’accesso agli atti che si è concluso con sentenza che ha dichiarato la cessazione del contendere,  ma con condanna delle spese per il Comune.  Il sindaco Rosario Lo Faro durante la campagna elettorale si impegno che avrebbe sospeso le procedure per l’assegnazione dell’immobile alla cooperativa “Badia Lost & Found”. Azione che è avvenuta il 4 novembre del 2021 con la richiesta al Rup di sospendere le procedure al fine di approfondire la vicenda, non solo per Palazzo Beneventano, ma anche per altri immobili di proprietà del Comune.  Lo storico Palazzo, una delle antiche dimore nobiliari più belle della Sicilia, ora rischia l’abbandono. La valorizzazione della struttura era iniziata poco più di cinque anni fa per lo stabile, di proprietà del Comune. Ad occuparsi di questo percorso di riqualificazione alcuni giovani volontari, esperti nella valorizzazione dei beni culturali. Chiuse le procedure del partenariato tra pubblico e primato, per Palazzo Beneventano si profila un futuro pieno di incognite. L’amministrazione comunale dovrà in tempi brevi affrontare la vicenda per evitare che Palazzo Beneventano non faccia la fine del Convento dei Cappuccini, gestito dall’associazione Sicilia Antica di Lentini e Carlentini, ma per un problema politico dell’ex amministrazione comunale, rimasto incustodito è diventato poco dopo preda dei vandali. “Dellla delibera ci ha colpito non tanto l’annullamento in sé del Partenariato – ha detto il presidente della Cooperativa “Badia Lost & Foud” Giorgio Franco –  ma altri due aspetti.Il primo è l’assoluta mancanza di conoscenza della nostra proposta di Partenariato che era basata su tre principi del tutto ignorati dal dibattito di questi mesi e nello stesso provvedimento. In questi anni sono stati effettuati interventi strutturali sul Palazzo per la sua messa in regola tramite un investimento privato della Cooperativa di circa 800.000 euro corredato di business plan e di disponibilità finanziarie (all’epoca ancora non esistevano i fondi del Pnrr); la  valorizzazione del Palazzo tramite le attività culturali e turistiche esplicitate in maniera analitica nella nostra proposta e che, guarda caso, combaciano perfettamente con quelle indicate nella  delibera del 12 Agosto; la piena fruibilità pubblica del bene tramite un numero congruo di giornate mensili messe a disposizione del Comune e delle Associazioni e addirittura tramite un ulteriore meccanismo di prenotazione online giornaliera gratuita di spazi del Palazzo. Quindi, tutto l’opposto di una privatizzazione come continua a essere presentato il Partenariato che viene, invece, ormai praticato con successo da un gran numero di enti pubblici in Italia e che, nel frattempo, è stato assunto come modello gestionale preferenziale dallo stesso Pnrr in ambito di beni e patrimoni culturali pubblici”. “Il secondo aspetto della delibera di revoca – aggiungono i soci della Cooperativa “Baida Lost & Found” – che ci ha stupiti e soprattutto mortificati è che dopo sei anni di investimenti, di cura e di valorizzazione di Palazzo Beneventano da parte nostra senza aver mai chiesto un euro al Comune, e dopo sei anni nei quali il Palazzo, grazie alla nostra attività di volontariato,  è stato aperto, pulito e messo a disposizione di tutta la comunità lentinese ed è diventato un contenitore di produzione culturale riconosciuto in Italia e all’estero dai maggiori operatori culturali e turistici (l’elenco è lungo e possiamo fornirlo in ogni momento, e d’altronde esso è allegato alla nostra proposta depositata al Comune), è mortificante leggere ora in un atto pubblico che con la nostra proposta di Partenariato ci si “vuole fare i soldi con la cultura”! Si tratta di un’espressione volgare che, da un lato offende la ricchezza di attività svolte gratuitamente dal nostro team in favore della comunità e del Palazzo e ignora gli investimenti che la Cooperativa ha fatto nello stesso Palazzo per migliorarlo e fermarne l’ammaloramento; dall’altro contraddice decenni di politica culturale italiana ed europea volta alla creazione e alla promozione di “imprese culturali giovanili e femminili” soprattutto nel Sud Italia proprio per “fare soldi con la cultura” e creare lavoro per contrastare, così, la fuga giovanile al Nord e all’estero. Quindi, da un lato lo Stato e l’Unione Europea vorrebbero combattere l’emigrazione giovanile dal Meridione, dall’altro si considera “offensivo” crearsi un lavoro al Sud con la gestione dei beni culturali pubblici che al Nord e all’estero viene, invece, incentivata e promossa (ed è proprio per questo che nel 2016 il Parlamento Italiano istituì i Partenariati Speciali Pubblico Privato per la CO-GESTIONE del patrimonio pubblico). La nostra speranza – concludono i soci della Cooperativa – è che si tratti solo di uno scivolone linguistico o di un concetto espresso in maniera infelice all’interno della suddetta Delibera. Sarebbe bastato che la Giunta Municipale avesse compiuto le proprie legittime scelte amministrative avvalendosi delle prerogative che la legge fornisce senza dilungarsi in motivazioni francamente sbagliate e inaccettabili dal punto di vista dei moderni orientamenti in tema di gestione e valorizzazione del patrimonio culturale pubblico. Per finire, come team che ha speso sei anni del proprio impegno nel tenere in piedi e nel valorizzare Palazzo Beneventano e anche come semplici cittadini interessati al Bene Pubblico, ciò che adesso più ci preme capire è quali siano le reali intenzioni della Giunta Municipale per fermare il degrado di Palazzo Beneventano e per rilanciarne, invece, la valorizzazione. In queste settimane abbiamo avuto modo di interloquire in maniera cortese e collaborativa con la Giunta Municipale, e vorremmo qui pubblicamente ringraziare il Sindaco Lo Faro e l’Assessore Stuto per la possibilità dataci di esprimere le nostre valutazioni e per aver sollecitato i nostri suggerimenti in merito al Palazzo. Adesso vorremmo conoscerne le determinazioni finali e le tempistiche, perché Palazzo Beneventano da malato grave rischia di diventare un malato terminale. Come Cooperativa, invece, continueremo a occuparci della nostra comunità, del nostro territorio, del quartiere Badia e – nei modi e nei tempi che stabilirà il Comune di Lentini – anche di Palazzo Beneventano. Pertanto perseguiremo ciò che è la nostra missione aziendale: dalla cultura creare valore aggiunto per il nostro territorio, nonché lavoro e reddito per i soci della Cooperativa e per coloro che vorranno collaborare, affinché i giovani siano liberi di esercitare la propria professione in ambito culturale senza per questo sentirsi etichettati come “approfittatori di soldi pubblici” e non essere costretti a “fuggire” al Nord o all’estero”.

 

 

Open chat
Ciao,
chiedici la tua canzone