La Principessa Katana

La Principessa Katana

Tanto tempo fà, in un lontano paese dell’Italia Meridionale viveva una nobile famiglia, la cui erede era la giovane principessa Katana.

Aveva gli occhi verdi e molto espressivi, i capelli castano chiaro, un sorriso coinvolgente e un animo gentile.

La sua giornata era molto impegnativa: la mattina appena alzata era circondata dalla servitù che la riempiva di attenzioni e premure, veniva aiutata a scegliere i suoi abiti eleganti, ma sobri, e la sua colazione era già pronta sul vassoio d’argento. Preferiva una buona spremuta d’ arancia e dei cereali.

Alle 09:30 del mattino, arrivavano due suore, tutrici ed insegnanti di lettere e matematica.

Katana era diligente e volenterosa, non voleva deludere i suoi genitori e perciò s’ impegnava molto nello studio.

I suoi pomeriggi li trascorreva leggendo un bel libro, e dopo la lettura andava a trovare il suo cavallo Koltr, amico inseparabile dall’ età di 16 anni.

Così, trascorse la sua adolescenza serena e amata dai suoi genitori. Katana amava anche il canto, il ballo e adorava dipingere.

Era molto femminile, ma quanto bastava per rendersi piacevole.

Si divertiva molto durante le cene di gala organizzate dalla regina, amava molto socializzare con gli ospiti, era molto gentile e cordiale con tutti.

 

 Durante una di queste cene, all’ età di 21 anni, Katana conobbe un giovane affascinante, di origini sconosciute, si trovava lì al castello, in veste di mercante di stoffe pregiate, amico di un ospite del padre.

Si chiamava, Gustav, era più grande di Katana, ed esercitò un immediato fascino su di lei. Era tedesco, era benestante, era già entrato nel cuore della principessa.

Quella sera lei indossava un abito incantevole: era di chiffon rosa cipria, lungo e arricciato in vita, molto morbido scivolava sul pavimento. Le maniche erano trasparenti ed arricciate al poso. Le spalle e il décolleté erano appena scoperti. Il corpino era tutto decorato con piccoli fiorellini di cristallo rosa.

Un filo di perle si poggiava sul suo collo delicato. Un mantello di velluto di seta rosa antico la copriva.

I capelli rigorosamente raccolti, ed una piccola rosa le decorava il capo. Il suo profumo? Acqua di rose…

Era incantevole!!!!

Gustav fu’ colpito dalla freschezza che lei sprigionava dal suo atteggiamento allegro e delicato.

Quella sera lui le donò una rosa raccolta dal giardino e andò via. Al gambo della rosa pendeva un bigliettino di pergamena che diceva: “Sei la rosa vivente più bella che abbia mai visto!! “

Lei s’ incantò davanti a quelle parole e… felice si addormentò.

L’ indomani chiese gentilmente ad uno della servitù di invitare la sua migliore amica Selena.

Selena era molto bella, dolce e sensibile come Katana, trasmettevano molta serenità alle persone che le circondavano.

Insieme, trascorrevano al castello le festività più  importanti dell’ anno, e durante quei giorni era una gioia per tutti.

 

 

Era un piacere per la servitù, sentire i loro vocii, i loro canti e vedere i loro abiti svolazzare per i lunghi corridoi del castello.

Era bellissimo!

Quel pomeriggio voleva condividere la sua felicità’ con Selena.

Era eccitatissima, voleva raccontarle ogni dettaglio.

Iniziò a descrivere gli abiti che lui indossava: giacca di velluto nero con due grossi bottoni, camicia rigorosamente di seta bianca, con un colletto a mo’ di foulard che gli girava intorno al collo e alla fine faceva un fiocco. Pantaloni di velluto a fasce nere e bordeaux scuro, corti al ginocchio e arricciati.

Stivali di pelle nera ed un anello d’ oro con amatista indossato al mignolo. I suoi capelli castani erano lunghi e raccolti da una coda. I suoi occhi castani. Il suo sguardo profondo ed il suo sorriso coinvolgente. “Ci sarà un’aiuola separata nel mio giardino, dove pianterò una rosa e la chiamerò Gustav” disse Katana a Selena.

Selena era colpita dalla felicità di Katana, ma voleva farsi coinvolgere un po’ meno, voleva essere un po’ più obiettiva di Katana, non voleva incoraggiare subito la sua amica verso uno sconosciuto. Selena era molto più riflessiva di Katana, e per questo si completavano.

Allo stesso tempo Selena non voleva spegnere quel momento felice della sua amica.

Decise però di incontrare questo giovane per conoscerlo meglio.

“D’ accordo” disse Katana” non appena lo rivedrò, gli parlerò di te e ci incontreremo tutti insieme per un tè“.

Qualche pomeriggio dopo, mentre Katana faceva la sua            passeggiata con Koltr, da dietro il cespuglio del suo parco sentì una voce…  non era difficile capire di chi fosse, la riconobbe immediatamente…era di Gustav.

 

 

Lei scese da cavallo e si avvicinò al recinto e gli chiese:

“Sei Gustav?”

“Si” lui rispose.

E lei: “Perché non ti fai annunciare dalla servitù ed entri? Possiamo prendere un tè insieme!”

“Mi dispiace, non posso” disse Gustav “Devo andare via …

sono venuto solo per lasciarti questo foulard di seta”.

Lei lo profumò e lui andò via. Katana insistendo disse:

“Vienimi a trovare, leggeremo un libro insieme! “Prese il foulard e lo accostò alla sua guancia: era bellissimo, di seta rosa cipria decorato con motivi floreali verdi… profumava di acqua di rose.

Non appena le fù possibile, fece convocare Selena, la quale non si entusiasmò molto al sentire ciò che era accaduto, anzi prese coraggio e disse:

“Non ti fidare molto. Perché dal cespuglio e non dal portone principale?” Katana pensò molto a ciò che disse la sua amica; sapeva che l’aveva detto per il suo bene…e si addormentò immersa nei suoi pensieri confusi.

L’ indomani pomeriggio, mentre si trovava nel parco del castello e pensava a tutto ciò che le era accaduto negli ultimi giorni, vide da lontano una ragazza con un grande cappello di paglia che le copriva il volto “Sembrava Selena” pensò.

La ragazza le si avvicinò e senza alzare il capo le diede un bigliettino. Lei d ‘ istinto lo prese e lo odorò senza esitare, e senza avere il tempo di chiedere qualcosa, si accasciò sulle sue gambe, la “finta Selena” la prese fra le braccia e la portò vicino al muro di cinta del castello, lì due falsi gendarmi del mercante stavano aspettando, presero Katana e la misero su una carrozza.

Quel bigliettino conteneva una sostanza che fece svenire Katana.

Durante la notte precedente, i due falsi gendarmi avevano creato un passaggio attraverso il muro di cinta, da lì la “finta Selena” entrò.

Sulla carrozza, Katana si ritrovò accanto a Gustav travestito… Lui aveva rapito la principessa!

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