I siracusani riabbracciano Santa Lucia. Da domani l’ottavario nella chiesa del Sepolcro alla Borgata

I siracusani riabbracciano Santa Lucia. Da domani l’ottavario nella chiesa del Sepolcro alla Borgata

SIRACUSA – Santa Lucia, oggi, pomeriggio, alle 15,30 ha riabbracciato i suoi devoti siracusani, che hanno atteso due anni a causa della Pandemia. Migliaia di persone hanno affollato piazza Duomo a Siracusa per accogliere l’uscita dalla Cattedrale del simulacro di Santa Lucia. Dopo l’emergenza sanitaria torna la processione per la festa di Santa Lucia: un lunghissimo corteo che sta attraversando la città per portare il simulacro da Ortigia fino alla chiesa di Santa Lucia al Sepolcro alla Borgata dove è previsto l’arrivo in serata.
Santa Lucia «non si è lasciata intimorire dinanzi alle difficoltà e alle minacce» ha detto monsignor Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, nel suo discorso dal balcone. Lucia ci incoraggia «a non farci prendere dallo sconforto nella situazione di grande incertezza che stiamo attraversando a causa degli strascichi della pandemia, della brutalità delle guerre e della grave crisi energetica ed economica che mette in difficoltà famiglie, commercianti, lavoratori, disoccupati e incrementa il numero dei poveri», ha proseguito. Il simulacro resterà nella Basilica per l’ottavario al termine del quale ci sarà la processione di rientro in Cattedrale. Questa mattina è stato l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, a tenere il Pontificale: la luce di Lucia è una «luce martiriale», una «luce testimoniale». «Oggi si parla tanto, nel linguaggio del marketing del testimonial. Ma Lucia è più di un testimonial, è una testimone che crede fino a dare la vita, è appunto una martire», ha detto. Il martire – ha spiegato – «non è colui il quale toglie la vita a sé o agli altri, ma colui a cui la vita viene tolta per non venir meno alla sua fede e colui che risponde alla violenza con la non-violenza, al male con il bene, alla morte donando la vita. La luce martiriale è una luce della non-violenza». Ai piedi del simulacro anche la reliquia di Rosario Livatino che l’arcivescovo di Agrigento ha portato per la serata in ricordo del giudice martire della verità e della giustizia.

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