Franz Cannizzo, al servizio della Sicilia che vuole crescere

Franz Cannizzo, al servizio della Sicilia che vuole crescere

Il dr. Franz Cannizzo è da anni impegnato in tutte le questioni afferenti allo sviluppo della sua città (Catania) e del resto della Sicilia. Nel corso del tempo si è distinto nel ruolo di consulente, docente, tutor, responsabile per il turismo per conto di Sviluppo Mezzogiorno, imprenditore agricolo, socio di start up, autore di pubblicazioni di carattere tecnico, Assessore alle Attività Produttive per il Comune di Catania e tanto altro ancora. Senza dubbio la persona adatta per dialogare sugli innumerevoli e decennali problemi che affliggono la Sicilia. Pertanto, diamo la parola al dr. Cannizzo che sarà prodigo di valutazioni e riflessioni in modo da farci un’idea e/o un’opinione piuttosto precisa della situazione della nostra terra.

Qual è il suo giudizio sull’attuale congiuntura economica della nostra terra?

“Quella che stiamo attraversando è probabilmente la crisi economica, geopolitica e sociale più complessa e più grave cui sia capitato di assistere. Il Mezzogiorno e la Sicilia, regione paradigma del sud Italia, ha incrociato la crisi economica determinata dalla pandemia da Covid-19 non avendo appieno recuperato le perdite di PIL ingenerate da quella degli anni 2010-12. Quando stavano per manifestarsi concreti elementi di recupero, grazie alle misure adottate a livello europeo e nazione ed agli ingenti interventi predisposti dall’amministrazione regionale per stimolare l’economia, sono sopraggiunte dapprima il repentino incremento dei prezzi energetici e delle materie prime, che hanno raggiunto in alcuni casi i massimi storici, poi le conseguenze della guerra Russo-Ucraina, che tali prezzi ha contribuito a far crescere ulteriormente, e, da ultimo, l’inflazione cresciuta sino a raggiungere i livelli della metà degli anni ‘80. Tale evoluzione congiunturale ha determinato un rallentamento delle previsioni di crescita ed il differimento dell’obiettivo di pieno recupero nel breve termine di quanto perduto durante la pandemia e le crisi pregresse. Va peraltro precisato che l’incremento generale dei prezzi al consumo e la concentrazione dei rincari nel settore energetico, subisce una dinamica più gravosa in Sicilia rispetto al resto d’Italia a causa della condizione di insularità della nostra Terra che genera maggiori oneri per trasporti con pesanti effetti di riduzione della competitività del sistema economico regionale. Si sono così accresciuti i costi derivanti dalla condizione di insularità.”

Cosa impedisce alla Sicilia di avere un avvenire meno problematico? Questione di mentalità?

“La Sicilia, come molte altre regioni italiane, ha alcuni punti di debolezza economica, che possono rallentare notevolmente un processo di sviluppo economico.

Ecco alcuni dei principali:

  1. Elevata disoccupazione: La Sicilia presenta una dei tassi di disoccupazione più alti in Italia. Questo è spesso dovuto alla mancanza di opportunità lavorative, alla scarsa diversificazione economica e a un sistema educativo che potrebbe non essere adeguatamente allineato alle esigenze del mercato del lavoro.
  2. Dipendenza dal settore agricolo: L’agricoltura rappresenta ancora una parte significativa dell’economia siciliana. Tuttavia, la dipendenza da questo settore può portare a una vulnerabilità alle condizioni meteorologiche, alle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e ad altri fattori che possono influire negativamente sul reddito agricolo.
  3. Settore turistico stagionale: Il turismo è un importante motore dell’economia siciliana, ma è spesso caratterizzato da una forte stagionalità. Durante i mesi estivi, l’afflusso di turisti è alto, ma durante il resto dell’anno l’attività turistica può essere limitata. Ciò può portare a una concentrazione delle entrate in determinati periodi dell’anno e a una mancanza di stabilità economica nel lungo termine.
  4. Infrastrutture: La Sicilia ha ancora bisogno di migliorare le sue infrastrutture, come strade, reti di trasporto pubblico, porti e aeroporti. La mancanza di infrastrutture efficienti può limitare lo sviluppo economico e la competitività della regione.
  5. Corruzione e burocrazia: La Sicilia ha affrontato e continua ad affrontare, leggendo la cronaca quotidiana, problemi di corruzione e burocrazia, che possono ostacolare gli investimenti e la crescita economica. Questi fattori scoraggiano gli imprenditori e possono avere un impatto negativo sull’attrazione di investimenti esteri.

È importante notare che la Sicilia ha anche punti di forza, come il suo patrimonio culturale, la bellezza paesaggistica e le risorse naturali, che possono essere sfruttate per promuovere lo sviluppo economico sostenibile. Infine, la mentalità imperante non è legata, purtroppo, ad una cultura del risultato, figlio dell’operosità.”

L’autonomia è per lei un valore aggiunto oppure un handicap?

“L’autonomia, a mio parere, può essere considerata sia un valore aggiunto che un handicap per la Sicilia, a seconda del punto di vista e delle circostanze specifiche. Da un lato, l’autonomia rappresenta un valore aggiunto per la Sicilia in quanto consentirebbe alla regione di avere un maggiore controllo sulle proprie decisioni politiche, amministrative ed economiche. L’autonomia consentirebbe alla Sicilia di adattare le politiche regionali alle esigenze specifiche del territorio, tenendo conto delle peculiarità sociali, culturali ed economiche dell’isola. Questo può favorire lo sviluppo di politiche e strategie mirate a stimolare l’economia locale, migliorare i servizi pubblici e promuovere lo sviluppo sostenibile. D’altro canto, l’autonomia può rappresentare anche un handicap per la Sicilia. La gestione autonoma comporta una maggiore responsabilità e richiedere risorse aggiuntive per sostenere i costi amministrativi e operativi associati alla gestione autonoma. In definitiva, l’effetto dell’autonomia sulla Sicilia dipende da come viene gestita e dalla capacità delle istituzioni regionali di tradurla in politiche efficaci per il beneficio della popolazione siciliana nel suo complesso. È necessario bilanciare l’autonomia con una visione di sviluppo a lungo termine, la cooperazione con altre regioni e un’efficace governance per massimizzare i vantaggi e minimizzare gli svantaggi potenziali. Purtroppo ad oggi è mancato il coraggio, la determinazione ma principalmente l’autonomia dai partiti nazionali.”

I siciliani hanno coscienza delle potenzialità della loro isola?

“Come per qualsiasi altra comunità, è difficile generalizzare su coscienza o limiti dei siciliani, in quanto ogni individuo è unico e le capacità e le sfide possono variare notevolmente da persona a persona. Tuttavia, dalla mia esperienza professionale di consulente di direzione ed organizzazione d’impresa, che ha formato migliaia di imprenditori, in particolare giovani e donne Siciliane e seguito ben oltre 800 progetti imprenditoriali, dall’idea d’impresa, alla redazione del business plan, all’erogazione del finanziamento agevolato sino allo start up, è possibile identificare alcuni punti che possono rappresentare dei limiti o delle sfide per alcune persone o per la società siciliana nel suo complesso.

  1. Disoccupazione e economia: La Sicilia affronta da tempo una disoccupazione elevata e una economia che spesso fatica a crescere in modo sostenibile. La mancanza di opportunità lavorative può costituire un limite per molti siciliani e può contribuire a una stagnazione economica e sociale, oltre ad una forte dipendenza dalla politica, se non da altre “entità”.
  2. Sistema educativo: Come in molte altre regioni italiane, il sistema educativo siciliano affronta sfide, tra cui la mancanza di risorse, l’alta percentuale di abbandono scolastico e le carenze nella qualità dell’istruzione. Questo può rappresentare un limite per i giovani siciliani nell’acquisizione di competenze e opportunità di sviluppo. Mi inquieta sapere che oltre 50000 giovani Siciliani hanno lasciato la regione per trovare occupazione nel resto d’Italia e d’Europa.
  3. Mafia e criminalità organizzata: La Sicilia è stata a lungo afflitta dalla presenza della mafia e della criminalità organizzata, che rappresentano una sfida significativa per la società siciliana. La lotta contro la criminalità e la creazione di un ambiente sicuro e giusto possono richiedere sforzi a lungo termine per superare questo limite.
  4. Infrastrutture e servizi: alcune aree della Sicilia possono soffrire di infrastrutture inadeguate e carenze nei servizi pubblici, come trasporti, sanità e connettività Internet. Questi limiti possono influenzare la qualità della vita e l’accesso a opportunità per la popolazione locale.
  5. Mentalità e cultura: Come in molte comunità, la mentalità e la cultura possono essere sia una risorsa che un limite. Alcuni stereotipi culturali o atteggiamenti conservatori possono ostacolare il progresso e l’apertura verso nuove idee o modelli di sviluppo.

Tuttavia, è importante sottolineare che questi punti non descrivono l’intera realtà siciliana e che la regione è anche ricca di risorse, bellezze naturali e culturali, nonché di persone talentuose e creative. Superare queste sfide richiede un impegno collettivo a livello sociale, politico ed economico per promuovere lo sviluppo sostenibile, l’istruzione di qualità, l’innovazione e la lotta alla criminalità organizzata, anche straniera.”

Ci può parlare della realtà delle PMI siciliane, punti di forza e ostacoli a un loro ulteriore sviluppo.

“Da oltre trent’anni vivo a contatto con le piccole e medie imprese siciliane  e posso confermare che esse sono un motore economico importante per la regione. Tra i loro punti di forza ci sono la creatività e l’innovazione, l’elevata qualità dei prodotti e dei servizi offerti, nonché la presenza di know-how specializzato. Tuttavia, ci sono anche diversi ostacoli che impediscono un loro ulteriore sviluppo, come ad esempio la mancanza di finanziamenti adeguati e con questo intendo agevolazioni che permettano di accrescere una concreta competitività sui mercati esteri, la burocrazia eccessiva che costringe, purtroppo, molti alla mediazione politica e quindi ridurre notevolmente la velocità a cui deve correre per competere oggi un’impresa, con gravi conseguenze e la mancanza di infrastrutture adeguate. In ogni caso,mi auguro proprio che  le piccole e medie imprese siciliane possono ancora contare su una grande determinazione e spirito imprenditoriale, per superare queste sfide e continuare a crescere.”

Uno dei  problemi maggiormente sentiti da chi voglia far qualcosa nella nostra Sicilia è costituito dalla burocrazia, come superare questo freno?

“La burocrazia è un ostacolo significativo per le imprese in Sicilia e in Italia in generale. Tuttavia, ci sono alcune strategie che possono aiutare a superare questo freno. Una di queste è quella di cercare di semplificare la documentazione necessaria per ottenere le autorizzazioni, i permessi e le licenze necessarie per l’attività imprenditoriale. Inoltre, può essere utile cercare di mantenere una comunicazione costante con gli enti preposti, al fine di evitare ritardi e problemi nell’iter burocratico. Infine, può essere consigliabile affidarsi a professionisti esperti in materia di diritto amministrativo e tributario, in modo da ottenere una consulenza adeguata e fare le scelte giuste per la propria attività. Nel mio studio professionale, ad esempio, lavora con me un team legale e fiscale di elevato livello, proprio per fornire un ampio ventaglio di soluzioni professionali efficaci  alle Pmi Siciliane.”

Di turismo se ne parla troppo, non crede. Molte parole e pochi fatti.

“Qui spariamo però sulla Croce Rossa! Battute a parte,la Sua domanda tocca un nervo scoperto perchè si continua ancora oggi a parlare di turismo in Sicilia,in modo perà obsoleto. Questo è il motivo per cui non partecipo piu’ da anni a convegni dedicati a questo settore perchè continuano a proporsi modelli economici superati sia a livello regionale che locale. Come Lei sa mi occupo della formazione e dell’assistenza al mondo del turismo dal 1997 ed in questi decenni ho formato tutte le ultime generazioni di albergatori, guide turistiche, operatori dell’ extralberghiero della Sicilia con i quali sono riuscito a far crescere il segmento “leisure” (chi viaggia per svago e piacere) Italiano e straniero, a Catania ed in tutta la provincia Etnea. La Sicilia ha un grande potenziale turistico grazie alla sua cultura, alla sua storia, alle sue bellezze naturali e alla sua cucina. Per lo sviluppo turistico della regione, può essere utile adottare una strategia che punti sulla diversificazione dell’offerta turistica, cercando di valorizzare anche le zone meno conosciute e meno frequentate dai turisti. Inoltre, può essere utile investire nella promozione della regione a livello internazionale, sfruttando anche ma non solo le nuove tecnologie e i social media, per raggiungere un pubblico più vasto. Infine, è importante incentivare la creazione di infrastrutture turistiche adeguate e principalmente la formazione di personale qualificato, per garantire un’esperienza di qualità ai visitatori.”

Il sistema creditizio aiuta realmente chi ha un’impresa a svilupparsi?

“Il sistema creditizio siciliano può essere, come ha dimostrato nel passato, un’importante fonte di finanziamento per le imprese che vogliono svilupparsi, ma ci sono alcuni fattori che possono limitare la sua efficacia. In particolare, da oltre un anno le imprese siciliane possono avere difficoltà ad accedere al credito a causa di un credit crunch oramai acclarato, della mancanza di garanzie o della scarsa solidità finanziaria. Inoltre, la burocrazia eccessiva può rendere più difficile ottenere i finanziamenti necessari per investire e crescere. Tuttavia, esistono anche iniziative promosse dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria che mirano a favorire l’accesso al credito per le imprese in Sicilia. Ad esempio, sono previste molte agevolazioni fiscali per le imprese che investono nella regione o programmi di sostegno alla creazione di nuove imprese. In ogni caso, è importante che le Pmi mantengano una sana situazione finanziaria e valutino attentamente tutte le opzioni disponibili prima di richiedere un prestito o un finanziamento, che in questo ultimo periodo è diventato oltre che difficile, particolarmente oneroso.”

Cosa ricorda del periodo quando era Assessore al Comune di Catania?

“Ricoprii come tecnico l’incarico di assessore alla attività produttive per due anni, dal 2010 al 2012, durante la sindacatura Stancanelli e con il quale, d’intesa con tutta la Giunta dell’epoca lavorammo in piena sintonia e con risultati importanti per la città di Catania. Ricordo l’impegno che mettemmo per il contrasto all’abusivismo commerciale, che oggi piu’ che mai ha raggiunto livelli di guardia in città anche e soprattutto nei confronti dell’economia regolare, il contrasto alla contraffazione, considerato che Catania è una delle città Italiane con il mercato del “tarocco” piu’ florido e consistente in Italia. Ricordo che sequestrammo ben 17 camion dei panini, in assenza di ogni abilitazione, licenza ed autorizzazioni varia e per di piu’ allacciati abusivamente alle linee elettriche pubbliche. Ricordo che alcune vere e proprie costruzioni abusive in pieno centro. Fu un’attività amministrativa molto intensa ed innovativa nella gestione della cosa pubblica Catanese, che confermò un modo di amministrare la città in modo trasparente, responsabile e partecipativo. Ricordo che ascoltavo le esigenze dei cittadini che venivano numerosi a trovarmi in assessorato, con cui stabilii un ottimo rapporto di fiducia, cercando soddisfare le richieste prontamente e nel miglior modo possibile, mantenendo sempre un equilibrio tra i vari interessi in gioco. Ricordo comunque che ci impegnammo notevolmente per promuovere lo sviluppo economico e sociale della città (realizzammo il Suap al quale si poteva inviare la documentazione via digitale per iniziare l’attività d’impresa), garantendo la sicurezza e la qualità della vita dei cittadini (riuscimmo a mettere ordine nei mercati cittadini, a cominciare dalla “Fe riuscimmo a far smontare 300 dehors esterni non autorizzati, compresera ‘ O Luni”, alla “Pescheria” ai mercati rionali, perseguendo il decoro e i servizi. Ricordo pure che certa politica si incavolò con me rispetto a quest’intensa attività di contrasto. Infine, gestimmo in modo efficiente le risorse pubbliche, evitando sprechi e privilegiando gli investimenti utili per tutta la comunità. E la storia piu’ recente ci ha dato ragione.”

Il Ponte di Messina rappresenta l’emblema del fallimento della Sicilia, lei cosa ne pensa?

“Sarebbe meglio stendere un velo pietoso sull’argomento. Si tratta di un progetto molto discusso e controverso. Ci sono vantaggi e svantaggi associati alla sua costruzione, come la riduzione dei tempi di percorrenza tra Sicilia e Calabria, ma anche costi elevati ed impatti ambientali. Crederò a questa lunga storia solo quando attraverserò il ponte con la mia auto. A quel punto sarà una vittoria dei Siciliani e della loro capacità di aver fatto un gioco di squadra, tale da scardinare gli interessi economici e politici contrari alla sua costruzione.”

Come si dovrà inserire la Sicilia nella nuova PAC comunitaria? Dovrebbe essere un’arma in più per uscire dalle secche.

“Per inserire la Sicilia nella PAC (Politica Agricola Comune) comunitaria, è necessario che la regione aderisca al sistema di finanziamento e di regolamentazione della politica agricola dell’Unione Europea. A tal fine, la Sicilia dovrebbe presentare un programma di sviluppo rurale che rispetti i criteri e gli obiettivi della PAC e che sia approvato dalle autorità competenti. Il programma dovrebbe prevedere misure per il sostegno alla produzione agricola, all’innovazione, alla formazione e alla diversificazione economica delle zone rurali. Inoltre, la Sicilia dovrebbe collaborare con le altre regioni italiane e con le istituzioni europee per garantire una gestione sostenibile delle risorse agricole e ambientali. Siamo in ritardo, anche se il nuovo Governo regionale è stato eletto da pochi mesi e quindi dobbiamo dare i tempi strettamente necessari a recuperare un ritardo pluriennale. Intanto però sui nostri allevamenti di carne bovina vige l’alert del Ministero della Sanità Italiano ai paesi esteri di un pericolo,la vescicolare, che di fatto inibisce l’esportazione di queste nostre produzioni, facendo gongolare  alcune lobby industriali.”

In breve, bisogna essere pessimisti, realisti od ottimisti in relazione alla Sicilia?

“Personalmente, penso che sia importante essere realisti e affrontare le difficoltà che ci aspettano con determinazione, creatività ed una visione di lungo termine nel quale pianificare obiettivi a breve e medio termine. Allo stesso tempo mantenere un atteggiamento positivo e propositivo per cercare di cogliere le opportunità che si presentano e che devo dire, in particolare ai giovani, sono molte se si riesce a guardare oltre.”

Per saperne di più: https://www.facebook.com/franz.cannizzo

Open chat
Ciao,
chiedici la tua canzone