DALL’INPGI ALL’INPS NON CAMBIERANNO LE PENSIONI PER I GIORNALISTI

DALL’INPGI ALL’INPS NON CAMBIERANNO LE PENSIONI PER I GIORNALISTI

ROMA – “Dopo una lunga trattativa che ha visto i vertici dell’Inpgi impegnati nella difficile mediazione per salvaguardare le pensioni attuali e quelle future dei giornalisti la politica ha deciso di trasferire gli iscritti della gestione principale all’Inps. Accadra’ dal 1 luglio 2022 e non avra’ conseguenze sugli importi pensionistici attuali e futuri. Non era la soluzione indicata dalla maggioranza che governa l’istituto, ma con grande determinazione abbiamo salvaguardato i diritti maturati oltre a quelli acquisiti. Era un impegno che questa maggioranza aveva assunto fin dall’inizio: non un euro dei “diritti” maturati doveva essere sacrificato per pagare le super-pensioni di quanti con raro egoismo hanno scritto e agito per smantellare l’istituto di previdenza dei giornalisti pur di assicurare i loro assegni d’oro. La proposta di salvataggio dell’Inpgi 1 presentata al tavolo tecnico pur avendo superato tutti gli stress test di sostenibilita’ richiesti non e’ stata recepita in legge di bilancio, ora si volta pagina , ma con garanzie per niente scontate e conquistate da noi faticosamente al tavolo della trattativa”. A sottolinearlo in una nota sono i consiglieri di maggioranza dell’Inpgi (Domenico Affinito, Ida Baldi, Giuseppe Gulletta -vicepresidente, Massimo Marciano, Giuseppe Marzano, Claudio Scarinzi, Massimo Zennaro). ”L’Inpgi non verra’ commissariato come alcuni speravano e chiedevano e sara’ l’attuale governance a garantire l a transizione. Fino a tutto il 2023 varranno le stesse regole per disoccupazione e infortuni che poi verranno adeguati alla naspi e alle disposizioni inail. Altro risultato fondamentale e’ il mantenimento dell’autonomia dell’Inpgi2 , la gestione separata restera’ in capo all’Istituto con il suo patrimonio . Va ricordato che la commissione presieduta da palazzo Chigi e di cui facevano parte Mef, Ministero del lavoro, Inps e Inpgi ha riconosciuto che la crisi del settore editoriale e’ l’unica causa del disavanzo della gestione principale. Restano le preoccupazioni per un settore industriale che come piu’ volte ricordato da questa maggioranza necessita’ di nuove norme di tutela per la sua centralita’. Ricordiamo a quanti hanno finora cercato inutilmente di demolire l’immagine dell’istituto che i risultati che abbiamo raggiunto tutelano anche loro”.

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