Carlentini, Teatro comunale “Turi Ferro”: Enrico Guarneri con “L’Ispettore generale” apre la “Stagione teatrale.

Carlentini, Teatro comunale “Turi Ferro”: Enrico Guarneri con “L’Ispettore generale” apre la “Stagione teatrale.

CARLENTINI – Dopo lo stop dovuto alla pandemia,   ieri sera si è alzato finalmente  il sipario sulla stagione teatrale 2021/2022 al Teatro comunale “Turi Ferro” promossa e organizzata dall’Associazione “TeatroArte” di Carlentini, patrocinata dall’Amministrazione comunale  e sotto  la magistrale direzione artistica di Alfio Breci.  Come da tradizione, l’onore di questa stagione è toccato all’artista di casa Enrico Guarneri e alla sua straordinaria compagnia. In scena, con la regia di Guglielmo Ferro, uno dei capolavori di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, “L’ispettore generale” con la regia di Guglielo Ferro.  È dal 1836, anno del debutto, che questa commedia non smette di divertire il pubblico con il suo acre umorismo intriso di veleno. Oggi, la versione firmata da Guglielmo Ferro e che s’incentra sull’enorme talento comico di Guarneri, accentua ancor di più la parte esilarante. Sbalzandone, in un luogo “non luogo” ed in un tempo “non tempo”, che potrebbero persino essere (entrambi) i nostri, le figure sordidamente irresistibili dell’establishment locale, in formato bonsai: il piccolo sopruso, il minuscolo profitto di cui si nutre il misero potere della burocrazia. Con Enrico Guarneri ci saranno: Francesco Maria Attardi, Francesca Ferro, Nadia De Luca, Mario Opinato, Rosario Marco Amato, Giampaolo Romania, Pietro Barbaro, Giovanni Fontanarosa e Giovanni Maugeri. Le scene sono di Salvo Manciagli, i costumi di Rosy Bellomia. Un sindaco, il protagonista, magistralmente interpretato da Enrico Guarnieri, rappresenta il personaggio politico facilmente corruttibile, inserito in una società dove tutti gli altri personaggi che lo circondano, si amalgamano facilmente al suo stile di vita di facili affari, dove emerge l’ importanza che si dà al danaro ottenuto attraverso ogni mezzo, mettendo da parte il valore morale e l’ integrità professionale.

Attraverso la satira, la voce degli attori, la drammatizzazione pura, le scene e i costumi, si mette in scena la denuncia sociale che nei suoi contenuti cancella ogni distanza di tempo e di spazio, in quanto ieri come oggi, tutti i problemi umani come la corruzione, l’ ingiustizia e la falsità rimangono attuali, come se fossero arrivati dal passato, attraverso le generazioni, come una sorta di scomoda eredità.

Tutto l’ intreccio gioca sul “ misunderstanding” ( il malinteso ).

Quest’ ultimo diventa il vero motore di tutti gli intrecci che si evolvono, di tutti gli intrighi che si rivelano attraverso l’ energia scenica di Enrico Guarnieri, che con la sua veemenza, la sua passione per il teatro, la sua instancabile espressività,  si rende unico e originale, manifestando la capacità di rendere realistica, la scena fittizia estrapolata da uno spaccato della realtà antica quanto l’ uomo e moderna quanto la sede di danaro a tutti i costi.

Nikolaj Gogol ci dà l’ occasione di riflettere sulla presunzione di credersi intelligenti nel truffare il prossimo, ma fragili e deboli di fronte alla possibilità di essere smascherati, ignobili e  meschini di fronte alla possibilità di corrompere

l’ incorruttibile.

L’ uomo attore e l’ uomo spettatore, riflettono sulla debolezza dell’ animo umano quando  Enrico Guarnieri, con i suoi momenti d’ improvvisazione coinvolgente, lancia un messaggio sociale e ci regala una sana risata.

Si riparte con grande entusiasmo, un cartellone prestigioso e la consapevolezza che i teatri sono luoghi sicuri – sottolinea il direttore artistico Alfio Breci che guida anche all’associazione “Teatro Arte” – .

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