50 anni di successi per Aggiungi un posto a tavola

50 anni di successi per Aggiungi un posto a tavola

Nel 2024 si festeggia il cinquantesimo compleanno di Aggiungi un posto a tavola, uno spettacolo che ha incantato e divertito tre generazioni. La commedia musicale di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta con Jaja Fiastri, con le musiche di Armando Trovajoli e le coreografie di Gino Landi torna in scena in una nuova edizione presentata da Alessandro Longobardi per Viola produzioni – Centro di Produzione Teatrale. E lo fa con un cast rinnovato, ma di certo all’altezza del folto pubblico desideroso di rivivere le vicende del paesino marchigiano di Don Silvestro.

Aggiungi un posto a tavola: il cast

In questo titolo storico, l’ensemble ha un ruolo portante, poiché i numeri corali sono presenti in molti brani chiave: “Aggiungi un posto a tavola”, “Concerto per prete e campane” e “Buttalo via”, per citarne alcuni. La presenza di un ensemble esperto e capace è fondamentale per la riuscita di queste scene, dove ballo e canto si fondono.

Gli interpreti “storici” sono Francesca Nunzi e Marco Simeoli, entrambi fissi nel cast dalla tournée 2017/2018, rispettivamente Ortensia e il marito nonché sindaco Crispino. La coppia è ormai collaudata, anche se mi sa che per loro funziona di più il detto “tra moglie e marito non mettere il dito”. Francesca Nunzi è una mamma e moglie moderna, che non esita a divergere dalle opinioni del marito. Il sindaco di Marco Simeoli, invece, cerca di essere autorevole; con ben poco successo, però, dato che lui stesso si ridicolizza davanti ai suoi cittadini. A entrambi quest’anno è stato dato un compito in più: Francesca Nunzi veste i panni di Consolazione nelle repliche infrasettimanali, mentre a Marco Simeoli è affidata la ripresa teatrale di questa edizione.

 

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Francesco Zaccaro è Toto, un giovane terra terra, simpatico e divertente. All’inizio della vicenda non ha istinti carnali, ma poi il disegno divino fa in modo che si riprenda quello che si è perso fino ad allora… con gli interessi! Francesco Zaccaro è convincente nel ruolo e mostra bene l’evoluzione del suo personaggio. All’inizio è uno zoticone a cui sta bene tutto e che non ha un’opinione propria, mentre poi impara quali sono le sue priorità per lui e quindi sviluppa le sue idee.

Sofia Panizzi interpreta Clementina, la giovane figlia del sindaco innamorata del parroco del paese. Clementina, come Toto, e anzi più di lui, cresce: dalla ragazzina invaghita che concorda con tutto ciò che dice il suo amato, alla donna adulta che prende le sue decisioni in maniera indipendente. Sofia Panizzi è precisa ed esagerata al punto giusto, e mostra il cambiamento di Clementina persino nella voce, che diventa più calda e matura nel corso delle vicende. Vocalmente è impeccabile e anche nel ballo è impeccabile.

Passiamo ora ai due grandi nomi in cartellone. Nel ruolo di Consolazione troviamo, nelle repliche di sabato e domenica, Lorella Cuccarini, che ha da poco terminato la tournée del musical Rapunzel. Si tratta di una parte impegnativa soprattutto perché, a differenza dei due personaggi precedenti, in Consolazione il cambio di personalità e carattere è drastico. Quando arriva in paese, è una seduttrice che fa cadere ai suoi piedi tutti gli uomini. Ma appena conosce Toto, diventa una donna virtuosa che sogna il matrimonio. Lorella Cuccarini è credibile in entrambe le situazioni: sia con la minigonna e i capelli ribelli, sia con un abito pudico e i codini. Grinta, grande voce e presenza scenica imponente sono gli ingredienti vincenti per conquistare il pubblico.

Il ruolo del protagonista, Don Silvestro, scelto da Dio per salvare l’umanità dal secondo diluvio universale, è affidato per la prima volta a Giovanni Scifoni. Raccogliere l’eredità di una commedia musicale che tre generazioni hanno imparato ad amare con Johnny Dorelli e il figlio Gianluca Guidi non è un’impresa facile. Giovanni Scifoni, però, abbraccia la sfida e la vince. Coglie le caratteristiche principali del mitico Don Silvestro e le fa sue. Ed ecco che il suo è un prete ironico, divertente, risoluto, amichevole e umano. Giovanni Scifoni porta in scena tutti i suoi punti di forza: la straordinaria capacità attoriale, il raffinato umorismo e la sorprendente vocalità. Promosso a pieni voti!

 

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I punti di forza dello spettacolo

Ciò che salta subito all’occhio non appena si apre il sipario è senza dubbio la scenografia, geniale e unica. Una pedana rotante circolare gira in base all’ambientazione necessaria per le varie scene, sempre sotto gli occhi del pubblico e senza mai momenti di buio. Questo sistema, insieme alle due file di alberi poste ai lati del palcoscenico, dà l’idea di una profondità che va ben oltre le misure reali del teatro. Meraviglioso soprattutto il momento di costruzione dell’arca, poiché gli spettatori assistono in diretta al suo assemblamento.

Altra trovata brillante è la scena finale: mentre tutti cantano “Aggiungi un posto a tavola”, il posto vuoto viene occupato da una colomba che plana sulla sedia. È La Voce di Lassù – per anni di Enzo Garinei e di cui quest’anno viene utilizzata la registrazione per commemorarlo – che si mostra concretamente alla tavolata.

Le musiche e i brani non sono solo divertentissimi, ma fanno anche molto riflettere. Nel primo gruppo si colloca senza dubbio “Consolazione”, interpretato proprio da Lorella Cuccarini, che presenta il personaggio e lo fa in modo spudorato, con una serie di doppi sensi. Nel secondo gruppo si inserisce “Una formica è solo una formica”, brano corale, che fa capire quanto gli individui siano forti se uniti. Così come la reprise di “L’amore secondo me”, cantata da Giovanni Scifoni, che fa riflettere sul significato dell’amore vero. Entrambe le caratteristiche sono racchiuse nel brano che dà il titolo allo spettacolo. “Aggiungi un posto a tavola” è orecchiabile, ma ha pure un significato profondo: accogliere e amare tutti senza giudicare. Se nella tua vita arriva qualcuno che non conosci, non fargli domande, ma “corri verso lui con la tua mano tesa. E corri verso lui, spalancagli un sorriso e grida: ‘Evviva, evviva!’“.

 

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Recensione a cura di Simona Zanoni

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