“Voci nel silenzio”, un libro da “ascoltare!

“Voci nel silenzio”, un libro da “ascoltare!

“Voci nel silenzio” è l’ultimo lavoro del catanese Paolo Sidoti, giunto al suo quarto libro, ed è una raccolta di 12 racconti inediti, che – fino a qualche mese fa non esisteva nemmeno nei miei progetti – afferma lo stesso scrittore. Un libro inatteso, non previsto, assolutamente non pianificato. Il leitmotiv di ciascun racconto è quello di donare voce agli “ultimi” a coloro i quali, purtroppo, in questo lunghissimo momento pandemico, rischiano di diventare invisibili e, pertanto, sempre più emarginati dal contesto sociale. Non è un libro di stampo catastrofista o privo di speranza, anzi si conclude proprio con un inno al “domani” che, per quanto pieno di incertezze, deve rappresentare il vero punto di partenza. Come avviene per Stella, una delle protagoniste, la quale dopo aver contratto il Covid-19 ed essersi ritrovata tra la vita e la morte, guarisce e ritorna ad “ascoltare la vita” attraverso l’amore. Dodici racconti per dodici protagonisti, sei donne e sei uomini che attraversano la vita reale, costruita e vissuta con l’innesco di dinamiche il più delle volte non volute, ma con le quali ciascuno di loro è costretto a fare i conti. Lo scrittore, quindi, “inghiottito” da questo vortice di emozioni, scrive quasi di getto, tutto d’un fiato, senza pause riflessive. Non pensa alla “meta finale”, ma si lascia andare all’innata voglia di dare spazio alla sofferente quotidianità degli “ultimi”. Nella descrizione dei personaggi c’è dentro una forte carica umana e passionale, c’è una dichiarata voglia di rendere “giustizia” a uomini e donne “invisibili” che, malgrado tutto, riusciranno a trovare “la loro personalissima libertà”. C’è molta Sicilia nelle pagine di Paolo Sidoti, raccontata nelle sue immagini di vita vissuta, senza stereotipati o retoriche rappresentazioni di “comodo”. Non c’è giudizio nei confronti dei suoi personaggi, perché il momento riflessivo è lasciato interamente al lettore. C’è il silenzio assordante degli “altri” dei “tanti” di quelli che vivono e non “vedono”.

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