Siracusa, Le organizzazioni sindacali FenealUil, FilcaCisl e FilleaCgil definiscono la situazione complessiva del territorio in uno stato di totale black-out

SIRACUSA – A distanza di oltre un mese dall’esplosione della emergenza sanitaria, FenealUil, FilcaCisl e FilleaCgil definiscono la situazione complessiva del territorio in uno stato di totale black-out e rilevano quali saranno le due imminenti criticità che il settore, nella sua interezza, si troverà ad affrontare non nelle prossime settimane, ma nei prossimi giorni. In primo luogo ci riferiamo al pagamento della CIGO (la Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria per l’industria e l’edilizia integra o sostituisce la retribuzione dei lavoratori a cui è stata sospesa o ridotta l’attività lavorativa per situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali e per situazioni temporanee di mercato), da parte dell’INPS. Abbiamo ricevuto da parte di oltre 400 imprese, alla data del 10 aprile, notifica e richiesta di cassa integrazione a causa della emergenza sanitaria. Questa richiesta coinvolge 2019 operai e 225 impiegati, per un numero complessivo di 2248 lavoratori. Per il 97% di questi si rischiano tempi troppo lunghi per l’erogazione, poiché la maggior parte delle imprese hanno chiesto all’istituto previdenziale il pagamento diretto.
Chiediamo una immediata risposta ufficiale, da parte dell’INPS perché si rischia di arrivare a maggio con le prime erogazioni. Bene abbiamo fatto ad anticipare una parte delle prestazioni cassa edile in questo mese proprio perché non ci fidavamo dei tempi Inps. Complicata è anche la questione legata agli edili che operano dentro il più grande luogo di assembramento della provincia di Siracusa: la zona industriale. Abbiamo registrato un quasi totale azzeramento delle ore lavorate a decorrere dal 9 marzo. E di questo va dato atto ai lavoratori impegnati dentro la zona industriale che, tramite i nostri rappresentanti, hanno ben difeso-insieme a FenealUil, FilcaCisl e FilleaCgil-il primato della salute.
Ma, al contempo, riceviamo notizia della volontà di ricominciare prima del 3 mag-gio, già nei prossimi giorni, e a ritmi elevati che vanno oltre il 50%. La risposta è no e lo abbiamo messo per iscritto a Confindustria e Ance venerdì scorso. Fino al 3 maggio di-ciamo sì solo a lavorazioni in emergenza, essenziali per la sicurezza degli operatori e dello stabilimento.
Tutto il resto si posticipi a dopo il 3 maggio.
Chiediamo, invece, che per quella data tutte le committenti abbiano già pronto un piano generale di sicurezza di convivenza col pericolo del ritorno epidemico. Lo approntino tutti e ce lo presentino in maniera adeguata e organica prima della riapertura, altrimenti saremo costretti ad alzare il livello della nostra voce.
La SALUTE viene prima del profitto.
Qualcuno l’ha, di certo, dimenticato. Queste le richieste e le proposte inviate per questa fase a Confindustria
1. la piena attuazione dei DPCM e degli accordi di Parti Sociali Nazionali per il con-trasto alla diffusione del CoVid19 sui luoghi di Lavoro, al fine di garantire la sicu-rezza dei lavoratori;
2. documentazione preventiva comprovante lo stato di indifferibilità della “emergenza e/o essenziale” da effettuarsi da parte delle committenti e/o delle imprese operanti;
3. Attivazione dello strumento del sopralluogo preliminare dell’Organismo Paritetico Territoriale (OPT), o della RSU/RLS di cantiere, al fine di garantire la corretta ap-plicazione di quanto previsto al punto 1.
Nel caso in cui quanto previsto al punto 3 non venga attivato, si chiede intervento dello Spresal (il servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro è uno dei servizi del Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria locale).
Si chiede che la presente diventi strumento-prassi da eseguire per tutto il periodo di emergenza sanitaria.

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