Lentini, Maurizio Caffi si racconta al “Te letterario” di Pippo Cardello alla Biblioteca Comunale

Lentini, Maurizio Caffi si racconta al “Te letterario” di Pippo Cardello alla Biblioteca Comunale

LENTINI – E’ così, ci rechiamo alla Biblioteca Comunale di Lentini, al “Té letterario” di Pippo Cardello, un pomeriggio di lettura, di cultura e di approfondimenti artistici. Ci accolgono con una mug di tè caldo e dei dolcetti. Poca gente, ma giusta. Si incontrano vecchie conoscenze e alcuni personaggi, artisti del luogo. Siamo arrivati “a Lezione del Maestro Maurizio Caffi”. Inizia un’ora di arricchimento e crescita culturale.  Maurizio Caffi è un filosofo, archeologo, scrittore, lettore, pittore e cantautore di 69  anni, un pozzo di esperienze formative, tali da ammaliare i suoi uditori. Il Maestro indossa un cappotto di panno scuro, sa di casa e di esperienza positiva, sa di artistico, di scrittura e lettura. I capelli e barba bianchi, sugli occhiali da vista per la distanza, indossa gli occhiali da lettura, uno sull’ altro. Lo sguardo profondo e pieno di cose da raccontare. Inizia a leggere, il suo tono parte pacato, per arrivare ad un crescendo passionale, accompagnato da una gestualità teatrale e da un rosso che divampa sulle sue gote, tali da rendere visibile ciò che si poteva immaginare dalla lettura. Legge, interpreta, recita, la sua gestualità e la sua mimica, e i timbri della sua voce, rendono perfettamente le immagini descritte dall’ autore. Maurizio Caffi è un perfetto connubio fra la scrittura e la lettura, fra il filosofo e lo storico, fra l’ attore e il pittore. Ci si sente quasi catapultati indietro nel tempo, come in una delle aule universitarie in cui si frequentano lezioni di Letteratura italiana e analisi del testo. Siamo a lezione di Maurizio Caffi.  Un pomeriggio vissuto come una boccata d’aria, la stessa che si prende durante una passeggiata immersi nella Natura.  Complimenti Maestro!

Ma…Chi è Maurizio Caffi.

Dopo le letture, il Maestro è stato così gentile da raccontarsi.

Nasce nel 1955 a Lentini. Si laurea in filosofia, storia e archeologia. Dopo la laurea, frequenta l’Accademia di pittura e scenografia a Firenze, città formativa e di fondamentale importanza per il suo percorso. Qui, la sua sete di sapere cresce sempre di più. Le sue esperienze lavorative diventano sempre più artisticamente interessanti, fino a diventare scrittore, attore di teatro, cantautore e pittore dai colori vivaci e dai segni incisivi e decisi.( v. foto “ Angelica e Medoro: il bacio”).

Davanti a tanta conoscenza, ci si sente davvero piccoli, curiosi di sapere come si fa ad essere tante persone contemporaneamente, e soprattutto saperlo fare bene.

Vogliamo sapere che tipo di vita conduce un uomo così eclettico, un uomo che la mattina, a colazione, si confronta con la sua compagna su argomenti di cultura e sull’interpretazione di alcuni aspetti della vita.

 Ci incuriosisce capire che tipo di saggezza ha ottenuto e che   filosofia di vita ha acquisito.

In poche parole, vogliamo andare “a lezione di Maurizio Caffi”:

“ La vita si interpreta in modo semplice, perché è nella semplicità che sta la verità dell’ uomo. La semplicità aiuta l’uomo alla socializzazione, sgombrandolo dal problematico, ci aiuta ad apprezzare da dove veniamo e a capire verso dove andiamo. 

Probabilmente si tratta della “semplicità “ di cui è dotato un bambino. Dunque la semplicità del “ Fanciullino” di Pascoli, rimane ancora un esempio da seguire, poiché si tratta di una “Semplicità” che, inevitabilmente, ci riconduce al rapporto con la Natura, alla purezza e al “sospiro di sollievo “ che questa rappresenta nella routine di tutti i giorni. All’ interno della Natura, si cerca soprattutto la relazione rigeneratrice con il mare, il quale  trasmette energia, forza, emozioni e momenti di grande riflessione.

Accanto alla “semplicità”, non deve mancare l’ ironia, elemento fondamentale per sdrammatizzare e affrontare le battaglie della vita.

Il concetto della morte, viene vissuto come “sentimento della fine”, affrontando i momenti difficili che questo comporta, buttandosi dentro lo studio, l’arte e la creatività”.

A proposito dell’ Arte, Maurizio Caffi, si definisce il “Maestro dell’Arte Perduta”, alludendo alla fugacità dell’ Arte, così come  egli stesso interpreta attraverso il gesto nervoso dei suoi dipinti.

“ Il gesto è nervoso perché deve incidere, il disegno è segno di rabbia, bisogno di esprimere ciò che si pensa, mantenendosi sempre aderenti alla dimensione della dignità.”

Maurizio Caffi Cantautore, ci racconta che inizia a scrivere da giovane, “ m’ intrigava il fatto di essere presente con me stesso, scrivermi per potermi amare, se non ami te stesso, non riesci ad amare gli altri”

Da dove nasce la sua gestualità teatrale?

“ La mia teatralità viene dall’ essere timido, da qui l’ eterno ossimoro che vive in ognuno di noi, nello specifico, comunicazione, linguaggio e interpretazione, contro intimo silenzio, riflessione, timidezza e solitudine . A Firenze Recito  “ Waiting for Godot”

( Aspettando Godot ), il teatro dell’ assurdo di Samuel Beckett. Il teatro è la chiave della lettura del Sé, dell’ Essere noi stessi e tanti altri.

E la Felicità?

La Felicità sta nelle cose semplici, nel trovarsi insieme per “ritrovarsi” e per cogliere il sapore vero della vita”.

Cosa cambieresti ?

“Non cambierei nulla, rifarei tutto di nuovo, perché tutto è stato fatto con il cuore”.

Alla fine della nostra conversazione, vogliamo strappare un ulteriore consiglio al Maestro Caffi: “La strada giusta per vedere la vita meravigliosa, è quella del Sogno, lo fai vivere nella tua mente fino a sentire il bisogno di materializzarlo, attraverso il dono dell’ Arte che rianima”.

Ringraziamo Maurizio Caffi per la sua bella lezione che si conclude, lasciandoci più leggeri, più sapienti e più consapevoli dell’espressione fondamentale “Believe in yourself and your dreams”. 

Open chat
Ciao,
chiedici la tua canzone