Lentini, il Comune acquisisce al patrimonio i terreni di Grotte San Giorgio per bloccare l’ampliamento della discarica della Sicula Trasporti

Lentini, il Comune acquisisce al patrimonio i terreni di Grotte San Giorgio per bloccare l’ampliamento della discarica della Sicula Trasporti

LENTINI – Il comune di Lentini ha acquisito i terreni di contrada Grotte San Giorgio, dove la Sicula Trasporti srl, la ditta società della famiglia Leonardi, che da oltre quarant’anni gestiste i rifiuti nella Sicilia Orientale costruendo u vero e proprio patrimonio con la “munnizza”, aveva chiesto l’ampliamento. L’ordinanzaa  firma del dirigente dell’Area Urbanistica,  è stata pubblicata all’albo pretorio del Comune è notificata al presidente del Consiglio di Amministrazione giudiziaria della “Sicula Trasporti”.  Il comune di Lentini sin dal 2017 aveva avviato un percorso per l’acquisizione dei terreni, che sarebbero servizi ai Leonardi, per ampliare la discarica dei rifiuti, già la  più grande della Sicilia, ma potrebbe diventarlo ancora di più se non il Comune da sempre avrebbe detto no all’ampliamento. I  Leonardi nel 2017 avviarono lavori di ampliamento della discarica, costruendo all’interno di un vasto bacino tra vasche per la raccolta dei rifiuti, ma vennero interrotti da un blitz della Polizia municipale e dei tecnici del Comune  che accertarono che i lavori erano stati avviati senza un permesso di costruzione in un area di oltre trentatremila metri quadrati, in parte ricadente su un area di interesse archeologico, che causarono una notevole trasformazione del tessuto urbanistico della zona e la modifica del paesaggio e della flora. I tecnici e gli agenti della Polizia municipale inviano alla ditta Leonardi l’ordinanza di demolizione delle vasche di raccolta e il rispristino delle aree e il pagamento di una sanzione amministrativa di ventimila euro. Il Comune di Lentini nell’agosto del 2017 inviò l’ingiunzione alla Sicula Trasporti per pagare la sanzione e  di provvedere al ripristino dei luoghi nello stato originario dei terreni nei quali sono stati eseguiti lavori in assenza dei titoli autorizzativi entro 90 giorni. La Società si oppose davanti al Tar di Catania per ottenere l’annullamento dell’ordinanza di demolizione. La Sicula Trasporti, anziché pagare la sanzione e ottemperare all’ordinanza di demolizione sfida le istituzioni locali presentando nel 2019 alla Regione un progetto di ampliamento su quei terreni già sottoposti a sequestro e che dovevano essere demoliti. Cosi presentando un piano per poter  raddoppiare la discarica. Ed è proprio sui ritardi del pubblico che il privato punta. La Sicula lo scrive chiaramente nella relazione tecnica del nuovo progetto, affidata alla società palermitana Owac Engineering Company. «Attualmente – si legge – la Regione, pur disponendo della proposta di piano regionale di gestione dei rifiuti in Sicilia, presentato con nota del 17/12/2018, è in grave difficolta nel disporre dei necessari volumi di abbancamento derivanti dagli scarti uscenti dal via via crescente assetto impiantistico. Lo stesso non risulta efficace sia nell’ambito del trattamento dell’organico (vedi livelli medi di scarti prodotti 20-30% per tonnellate di rifiuto trattato) né nell’ambito dei livelli di recupero effettuati negli impianti di tritovagliatura. Tali carenze sono dettate da una gestione globale che presenta diverse criticità che causa delle necessita impellenti di discariche». D’altronde la famiglia di imprenditori catanesi – attivissima anche nel settore immobiliare – guarda pure avanti e vorrebbe costruire anche il primo inceneritore dell’isola a Catania. L’amministrazione comunale nel  febbraio 2020 ha  espresso parere contrario all’ampliamento della discarica di Grotte San Giorgio. La proposta di ampliamento viene portata in conferenza dei servizi per l’approvazione. Il funzionario reginale convoca la riunione il 25 febbraio con la partecipazione di tutti gli attori e dell’allora sindaco Saverio Bosco, del sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio e della  consigliera comunale Maria Cunsolo. Il sindaco Bosco consegnò la delibera del consiglio comunale  con la quale esprimeva il “no” alla realizzazione della discarica in contrada Grotte San Giorgio, ma non ricorda ai componenti della conferenza dei servizi  che l’ampliamento della discarica, richiesta dalla Sicula Trasporti,  doveva essere fatto su un terreno sottoposto a sequestro. L’azione di arroganza della Sicula Trasporti è stata sempre dirompente nei confronti del territorio e del Comune.   Il piano per raddoppiare la più grande discarica dell’isola. Comune di Lentini si oppone: «Già martoriati dai tumori».  Dal 2011 al 2018 l’impianto ha avuto tre ampliamenti. L’ultimo a firma dell’attuale direttore generale del Dipartimento rifiuti Salvo Cocina. La quarta richiesta interessa terreni destinati a uso agricolo, secondo l’attuale piano regolatore generale del Comune di Lentini, e in area di interesse archeologico. Costituirebbe dunque una variante allo strumento urbanistico che l’amministrazione guidata dal sindaco Saverio Bosco non intende affatto concedere. Il centro abitato dista circa sette chilometri dall’area di progetto, ma esistono zone residenziali, con oltre 50 abitazioni, ad appena 110 metri. Senza considerare – precisa l’amministrazione – «l’elevata concentrazione nel territorio di altre discariche in esercizio o esaurite». In contrada Armicci, per esempio, c’è già un’altra discarica ormai esaurita ma mai bonificata ed è in itinere un altro progetto per un altro sito che dovrebbe accogliere rifiuti speciali, contro cui si stanno battendo cittadini e attivisti. Attualmente nella discarica della Sicula Trasporti a Grotte San Giorgio arrivano ogni mese 58mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, 700mila all’anno. A questo ritmo l’ampliamento concesso nel 2018 fra tre anni sarà già consumato. E in una Regione in cui la differenziata sì cresce, ma a ritmi non sufficienti per rendere le discariche un ricordo, la chiusura dell’impianto dei Leonardi creerebbe il caos. Adesso, in attesa delle decisione del Tar e della Regione, il comune di Lentini ha acquisito tutte le particelle diventato cosi patrimonio comunale. Una mossa per bloccare l’ampliamento e suggerire alla Regione di rigettare definitivamente la proposta, mettendo fine al depauperamento del territorio che poteva finire prima.

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