Carlentini: E’ l’ora della responsabilità

Carlentini: E’ l’ora della responsabilità

di Emanuele Gentile
CARLENTINI – L’Italia tutta sta vivendo un tempo piuttosto preoccupante e inquieto. Il Coronavirus – un oscuro virus proveniente dalla lontana Cina – si è insinuato nella nostra vita. Da qui la necessità di sviluppare tutta una serie di azioni e comportamenti improntati alla massima responsabilità. Questo lo capiamo? Ho i miei dubbi in quanto per troppo tempo sono andati ad implementarsi modelli di vita basati su una concezione individualista e personalistica della vita. Più o meno tutti pensano come gli antichi romani. “Mors tua vita mea”. Così non si può andare avanti. E’ un atteggiamento deleterio che distrugge le basi stesse della convivenza civile. Il singolo ha sì una sua storia ed è un valore importante. Ma quel singolo si deve ricordare che è inserito in un contesto sociale. Non è solo. E’ insieme ad altri individui. Non può ragionare che tutto dipende da lui e che tutto ruoti a lui. Così facendo si va verso la distruzione di qualsiasi costruzione sociale. Ecco quindi che è necessario che prevalga l’interesse di tutti. Grazie all’interesse di tutti ogni nostro comportamento diventa etico. E’ etico proprio perché è inserito in un contesto dove il singolo è parte di un’entità più grande. Ossia la società. Questa costruzione che necessita per vivere dell’apporto fattivo e concreto di ognuno di noi. E’ errato pensare, quindi, di essere noi singoli proprietari di tutto quello che esiste, accade e si trova sulla terra. Lo siamo perché lo condividiamo con gli altri nostri simili. Ognuno di noi deve pensare a se stesso come “un umile lavoratore nella vigna del Signore”. Quella vigna è la società e la terra. Orbene, si fa parte della succitata “vigna del Signore” non per eredità o acquisto, ma per il semplice motivo che si fa parte di un popolo che ha necessità di avere delle regole per organizzare la propria vita su un dato territorio. Dalla relazione io-altri-vita-territorio nasce il concetto di responsabilità La responsabilità è il valore che permette a una società di essere in stato di equilibrio e in grado di poter affrontare qualsiasi minaccia che gli viene portata contro. Quindi, noi tutti carlentinesi dobbiamo operare con senso di responsabilità. Nessuno si deve sentire a parte rispetto agli altri. Ognuno è parte dell’insieme e deve contribuire ogni giorno al benessere della società in cui esso è inserito. Le voci fuori dal coro non sono accette poiché mettono in campo azioni e comportamenti non in linea con l’interesse generale. L’interesse del singolo soddisfa il singolo, ma causa criticità a tutta la società. L’interesse generale proprio perché è espressione dell’insieme del corpo sociale contribuisce in modo favorevole e positivo a ogni aspetto della società. Da qui discende il fatto che ogni carlentinese deve sentire in maniera evidente e forte l’appartenenza alla comunità carlentinese. Non credo che ci siano carlentinesi così stupidi da non volere il bene della propria città natale. Di quella città natale dove vive, dove ha gli affetti più, dove lavora e dove si sente a casa sua. Questo sarebbe una iattura imperdonabile. Soprattutto ora che ci si avvicina al periodo pasquale che vede nel c.d. “Lunedì dell’Angelo” la festività simbolo della comunità carlentinese. In questa celebrazione il carlentinese rinnova la sua professione di fede di far parte della comunità della sua città. Una professione di fede che è basata sul concetto di solidarietà e, guarda caso, di responsabilità. Cari miei concittadini pensiamo al “Lunedì dell’Angelo” nel corso di questi giorni particolari, grevi, pesanti e non facili. E’ da lì che dobbiamo trarre tutta la nostra forza per superare un tempo presente problematico e pieno di insidie. Andiamo avanti avendo alle nostre spalle come sostegno incrollabile il senso più profondo del “Lunedì dell’Angelo”. Esso ci indicherà la strada da intraprendere per il bene dell’intera nostra comunità. Quindi, allora sarà chiaro che l’unico modo per superare qualsiasi difficoltà sarà la responsabilità. Senza responsabilità non ha motivo di essere nessuna comunità. Noi siamo comunità!

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