Atmosfere dark al Teatro Nazionale con Vlad Dracula il musical

Atmosfere dark al Teatro Nazionale con Vlad Dracula il musical

Il Teatro Nazionale torna a ospitare Vlad Dracula il musical, che rimarrà in scena per tutta la settimana, fino al 28 aprile.

Vlad Dracula il musical: il cast

Le indagini sulle sparizioni che avvengono nel paesino di Whitby, in Inghilterra, sono nelle mani del dottor Seward, interpretato da Paolo Gatti, e di Strattford, suo collaboratore, di cui Jacopo Siccardi veste i panni. Seward all’inizio non conduce indagini in maniera obiettiva, poiché il conte Vlad ha supportato economicamente l’ascesa dell’attuale sindaco. Strattford, invece, crede a quello che dice la gente e vuole spingere Seward a considerare la possibilità che il conte c’entri qualcosa. I due, insieme, sono una coppia buffa: Seward è infastidito da qualsiasi cosa Strattford faccia o dica e quest’ultimo non ha nessuna intenzione di starsene zitto e buono.

Il ruolo di Lucy è affidato a Valentina Naselli, che con la sua voce potente e calda porta il suo personaggio, apparentemente secondario, a essere in realtà molto importante nell’intreccio della storia. Di sicuro è una vera amica, disposta a rischiare la vita per le persone a cui tiene. Ma è anche una donna che ha reso una tragedia personale (la perdita del padre) un suo punto di forza attraverso i bei ricordi che custodisce.

Il padre di Lucy, Renfield, è Antonio Melissa. Egli è prigioniero nella dimora di Vlad, dove è impegnato a costruire una macchina che fermi il tempo. Dopo vent’anni chiuso lì da solo, ha sviluppato una forma di depressione e pazzia che gli fa sentire il lato negativo del suo subconscio, interpretato da Dario Guidi. Quest’ultimo – che tra l’altro è un bravissimo suonatore d’arpa – è inquietante al punto giusto: non dà tregua all’uomo che opprime, è insistente e angosciante. Antonio Melissa riesce a trasmettere molto bene agli spettatori il tormento che subisce dalla sua parte “cattiva”, fino a quando trova il coraggio di liberarsene.

Beatrice Baldaccini è Justina, una delle tante spose di Vlad di cui egli vuole sfruttare la forza dell’amore. A differenza delle altre, però, Justina non vuole più essere usata, vuole vendicarsi, e quindi aiuta i prigionieri a scappare. In questo modo, si assicura che qualcuno torni a uccidere il conte e di conseguenza a liberarla. Beatrice Baldaccini è seducente ma minacciosa, dolce ma subdola, e la sua voce rispecchia tutte queste sfaccettature.

Nel ruolo del giornalista Jonathan troviamo Marco Stabile, che si reca dal conte per intervistarlo, sperando che questo possa svoltare la sua carriera. Di fatto, si trova in un luogo oscuro, dove ci sono segreti che potrebbero essere fatali. Protagonista delle situazioni più spaventose e da “fiato sospeso”, a Marco Stabile spetta il compito di far sì che la platea provi le stesse sensazioni. E ci riesce.

Christian Ginepro è affidato il personaggio di Van Helsing, l’unico scienziato che può aiutare a risolvere il mistero delle persone scomparse. Dopo averlo presentato come un uomo spiritoso, al momento del faccia a faccia con il conte, Christian Ginepro deve trasformarsi in un uomo drammaticamente razionale e realista nell’ammettere che con l’industrializzazione il tempo passerà sempre più in fretta per le persone, che ne diverranno schiave, e non è possibile evitarlo.

Arianna interpreta Mina/Elizabeth, moglie del giornalista Jonathan, che però tutte le notti sogna una voce seducente che la chiama. Quando viene rapita da Vlad, lui le ricorda il loro passato insieme e tutti i suoi ricordi più recenti scompaiono. Anche Arianna mostra in maniera evidente il cambio di personalità del suo personaggio. Mina è “umana”, ama il marito ed è preoccupata della sua scomparsa; Elizabeth, invece, è “sovrannaturale”, fredda, devota al conte e disposta a sacrificare – di nuovo – la vita per lui.

Giorgio Adamo è il conte Vlad Dracula, che non si è arreso alla scomparsa del suo grande amore e fa di tutto per riaverla. In tutte le donne che fa sparire e poi sposa, cerca lei e, grazie all’amore delle varie donne nei suoi confronti, senza farsi scrupoli riesce a far funzionare una macchina che blocca il tempo all’interno della sua dimora. Nonostante i suoi sforzi, però, alla fine capisce che non si può fermare il tempo. Si può solo agire per dimostrare il proprio amore. Giorgio Adamo porta sul palco un Vlad dapprima egoista e senza scrupoli, ma che sul finale mostra la sua umanità.

Le caratteristiche e i temi dello spettacolo

Il musical è un thriller dallo stile gotico, la cui storia è ambientata in un mondo steampunk dell’Ottocento. Le scene iniziali lasciano lo spettatore un po’ stranito, poiché non è molto chiaro cosa stia succedendo e chi siano i personaggi presentati.

Non ci sono scene di sangue, nonostante la trama, che potrebbero impressionare il pubblico. Tutto è lasciato alla suggestione data da luci, effetti speciali e proiezioni.
A rendere la spettralità dei luoghi ci pensano le candele e le lanterne, mentre i proiettori di luce accompagnano le scene salienti: le sbarre della prigione dove sono rinchiusi Jonathan e Lucy si dissolvono e la traiettoria del proiettile sparato dal giornalista è un fascio di luce che, per l’ultima volta, ferma il tempo.
La nebbia accompagna la sparizione delle persone e contribuisce a rendere cupa l’atmosfera. Anche a livello sonoro, i colpi di pistola arrivano forti e chiari alla platea, che non può fare a meno di sobbalzare.
Le proiezioni permettono allo spettatore di calarsi nell’ambientazione ed entrare nella storia. Da segnalare in particolare quelle iniziali, soprattutto durante il brano “Polvere”, interpretato da Beatrice Baldaccini, che rendono un effetto tridimensionale e di prospettiva da lasciare a bocca aperta.

Temi centrali del musical sono, senza dubbio, il dualismo della vita e il tempo. Cos’è il bene? Cos’è il male? Tutti i personaggi hanno una psicologia complessa, con punti di forza e di fragilità. Come si può ingabbiare ciascuno in una categoria o nell’altra? E voler controllare il tempo non fa altro che tenerci ancorati al passato senza vivere appieno il presente e senza accorgerci delle opportunità che ci riserva il futuro. Ne vale davvero la pena?


Recensione a cura di Simona Zanoni

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