A Siracusa, nel cuore della zona industriale, per rilanciare il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La Cgil, Cisl e Uil: “Un patto per la salute”

A Siracusa, nel cuore della zona industriale, per rilanciare il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La Cgil, Cisl e Uil: “Un patto per la salute”

SIRACUSA – A Siracusa, nel cuore della zona industriale, per rilanciare il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
È una delle tre piazza siciliane individuate da Cgil, Cisl e Uil nazionali e regionali per parlare del patto per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro presentato dalla confederazione. Nel piazzale della mensa ovest si sono ritrovati un migliaio di lavoratori in rappresentanza di tutte le categorie impegnate nel polo energetico e anche in altri settori.
«Qui non dobbiamo commemorare alcuno, bisogna solo lottare tutti insieme per ottenere un patto sulla salute e sulla sicurezza – ha detto Vera Carasi, segretario generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, per il sindacato confederale territoriale rappresentato anche dai segretari generali di Cgil e Uil, Roberto Alosi e Luisella Lionti – Sono 185 i morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, 7 in Sicilia. Lo scorso anno ci sono state 554mila denunce di infortunio segnalate all’Inail, oltre 1200 con esito mortale. La sicurezza è un investimento che le imprese devono sostenere. Le aziende, le controparti lo capiscano una volta per tutte: noi sindacati chiediamo che le aziende applichino le regole, senza alcune gare al massimo ribasso perché ciò che viene penalizzata è sempre e solo la sicurezza. Occorre formazione per i dipendenti ma anche per le aziende, serve aumentare gli investimenti in tal senso. E bisogna fare un lavoro alla base, partendo dalla sensibilizzazione nelle scuole. L’Italia è l’unico paese in Europa che non ha ancora una strategia a livello nazionale sulla sicurezza».
L’assemblea unitaria, moderata da Alessandro Gionfriddo (segretario organizzativo della Feneal Uil Siracusa) ha ascoltato le testimonianze degli stessi lavoratori delle categorie presenti nella zona industriale.
Giuseppe Giudice, delegato della Filctem Cgil del settore chimica ha sottolineato la propria esperienza quasi decennale all’interno del polo petrolchimico parlando di non sufficiente formazione all’interno delle aziende e su quanto tutto ciò incida negativamente sulla sicurezza. «Occorrono intese tra sindacati, datori di lavoro, Regione e istituzioni per un accordo che tuteli i lavoratori – ha detto Giudice – e che regolamenti il diritto al lavoro, alla formazione e al graduale inserimento al mondo del lavoro stesso. E poi occorre una riconversione del nostro sito per creare nuovi posti di lavoro».
Sebastiano Micciulla, delegato della Uil per il settore della coibentazione ha denunciato la situazione di alcune aziende che «non sono qualificate per una eccessiva politica al ribasso. Assistiamo quotidianamente a delle controversie tra lavoratori e aziende e tutto questo va a discapito della sicurezza di tutti».
Alberto Fasoli, delegato dei metalmeccanici Fim Cisl ha invece posto l’accento sulla necessità di un patto di sicurezza che è già in atto ma che deve essere applicato quanto prima possibile «per far sì che tutti i diritti vengano rispettati».
Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia ha ricordato l’approvazione dello statuto dei lavoratori siglato proprio il 20 maggio del 1970 51 per aggiungere che «oggi perdono i lavoratori a fronte di un governo e aziende che non fanno rispettare quanto sottoscritto mezzo secolo fa. Ci sono tanti, troppi ritardi accumulati in ogni ambìto e questo paese ha fatto prevalere profitto e rendita e non la qualità del lavoro. Da qui parte una grande vertenza del Paese, perché qui a Siracusa c’è un polo strategico per tutta l’economia del Sud-Est e del Mezzogiorno. A morire non sono solo le persone anziane ma soprattutto ragazzi e ragazze ai quali non viene garantita sicurezza, o perché nelle scuole non viene fatta necessaria formazione».
Mannino ha fatto cenno al protocollo sottoscritto pochi giorni fa alla Camera di Commercio con la Regione, affinché il piano di riconversione industriale possa rappresentare un punto di ripartenza per tutti. «L’area di crisi complessa è il primo passo per un accordo quadro su un protocollo di legalità – ha concluso – Non è più accettabile un mondo di appalti e subappalti dove viene mercificato il lavoro.»
Concetti poi ribaditi anche da Massimo Iacono, delegato dei Servizi e del Terziario della Cisl e Angelo Bazzano, delegato della Fillea Cgil, così come dal segretario nazionale della Uiltec, Paolo Pirani che ha concluso gli interventi.
«Anni fa ci fu una battaglia che ci vide impegnati per evitare la svendita del polo petrolchimico e ne uscimmo vincitori. – ha detto – Ora c’è un’altra battaglia da combattere che è quella della salvaguardia della propria vita nei posti di lavoro. 51 anni fa ci furono grandi lotte per il riconoscimento del lavoro, cosa che oggi non viene garantito. E non viene garantito nemmeno il futuro visto che in media in Italia si contano tre morti sul lavoro al giorno. O licenziamenti continui ad ogni cambio appalto.
Ci rivolgiamo alle aziende che non tengono in considerazione i lavoratori o il sindacato, rischiando di creare una catastrofe sociale. – ha concluso il leader dei chimici della Uil – Dobbiamo insomma batterci perché una commessa non vale una vita, il profitto non può essere il punto di riferimento ma la dignità dell’uomo. E al Governo chiediamo di bloccare i licenziamenti e garantire gli ammortizzatori sociali; la crisi non è ancora superata e non possono pagare i lavoratori».

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