“Vieni e vedi (Gv 1, 46). “Comunicare incontrando le persone come e dove sono”. la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali

“Vieni e vedi (Gv 1, 46). “Comunicare incontrando le persone come e dove sono”. la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali

“Comunico, ergo sum!”- “Vieni e vedi (Gv 1, 46). “Comunicare incontrando le persone come e dove sono”. “La crisi delle parole. Far parlare i silenzi”.
Sono questi i temi che accompagnano la “55 Giornata mondiale delle comunicazioni sociali” che si celebra il 16 maggio.
Incontri, dibattiti, webinar, aiutano la riflessione sui temi scottanti di una comunicazione che oggi è fuori controllo e diventa spesso arma di morte.
Nel messaggio inviato da Papa Francescoai giornalistie agli operatori della comunicazioneil 23 gennaio,alla vigilia della festa di San Francesco di Sales, si sollecitava l’impegno di “Consumare le suole delle scarpe e raccontare la vita vera”. Non, dunque, le supposizioni o le costruzioni artificiali di tematiche e problemi, specie quando coinvolgono direttamente le persone.
La crisi dell’editoria rischia, purtroppo, di portare ad un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza incontrare persone per cercare storie oper verificare de visu certe situazioni.
Ingigantire la notizia di un mandato di perquisizionee “condannare a morte” un cittadinoaccusandolo di corruzione ancor prima del regolareprocesso, non è segno di professionalità, anche se lo scoopottiene clamore e fortuna presso le altre testate.
Per i gazzettieri delle Procure, alla ricerca di “mostri” da esibire, la diceria, il sospetto, l’accusa diventano condanna senza necessità di processo e, anche quando si ottiene l’assoluzione per loro non si è innocenti, ma colpevoli che l’hanno fatta franca.
L’articolo 27 della Costituzione che considera l’imputato “non colpevole sino alla condanna definitiva” è stato frettolosamente sbianchettato, scarsamente letto e ancor meno accettato da chi vuol far prevalere la logica del guadagno, celata da una patina di “diritto di cronaca”.
Il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Prima di “giudicare e condannare” contitoliesplosivi,occorre “incontrare le persone, conoscere e leggere la storia vera”, non quella artificiosa captata da intercettazioni o notiziepreconfezionate, autoreferenziali e “di palazzo”.
“Dare voce a chi voce non ha”, fare luce sui fatti dell’umanità sofferente ed emarginata, raccontarecon rispettoi drammi dellefamiglie distrutte da violenze e soprusi, è un “dovere di cronaca” esercitato nell’intento di promuovere una conversione di rotta dell’agire, non certamenteper istigare l’imitazionedi gesti e azioni che provocano morte e distruzione, come già accadutoa causa dell’uso indiscriminati di falsi giochi virtuali.
E’ dovere del giornalista “intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone”, cogliere i fenomeni sociali più gravi e suscitare energie positive,pergiungere al superamento di una crisi che pervade l’intero sistema sociale, culturale e morale.
Raccontare il positivo e il bene, dovrebbe avere, almeno.La medesima valenza della cronaca nera che fa sentire soltantoil rumore dell’albero che cade, senza fotografare la foresta che cresce.
Le vere e grandi conquiste socialinonsono quelle che si riferiscono alle certificazioni di diritti libertari, sesso, droga, denaro,bensìdi quelli che,in una cultura mutilata di spiritualità e di trascendenza,aiutano afar rivivere l’anima, educandoogni persona alla “responsabilità”delle conseguenze delle proprie azioni, in modo che ciascuno, da semplice spettatorediventi, piuttosto, un consapevole “spett-autore”.
Al cammino di accoglienza e di misericordia, oggi si contrappone la cultura di una “società punitiva”e spesso il diritto penale rimacina condannee sentenze senza verità.
Occorrerebbe riappropriarsi del “gusto della vita” tramite la relazione, l’incontro, il dialogo ed il giornalistaper soddisfare la sete di notizie dei lettori è impegnato ad offrire non fake news, bensì “acqua pulita” per far rinascere un mondo migliore.

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