The Framers, una sperimentazione tra musica e arte di grande profilo emozionale

The Framers, una sperimentazione tra musica e arte di grande profilo emozionale

The Framers (gli incorniciatori) è un progetto artistico davvero unico nel suo genere. L’idea di unire la musica alla rappresentazione artistica legata alle grandi opere dei maggiori pittori di sempre è una genialità allo stato puro. Il progetto nasce dieci anni fa dall’incontro tra Phil Mer ed il bassista Andrea Lombardini. Phil è laureato in storia dell’arte ma musicista di professione (batterista dei Pooh del dopo D’Orazio, di Renga, Pino Daniele e tanti grandi dello scenario musicale non solo nazionale) che sogna di realizzare un progetto in cui unire la passione per l’arte con quella per la musica. È questo il momento nel quale Andrea gli suggerisce che il jazz contemporaneo potrebbe essere il linguaggio più adatto a farlo. A questo punto l’intuito di legare la musica ai quadri con l’evidente intento di tradurre in suono i princìpi poetici ed estetici che hanno spinto il pittore a realizzare l’immagine. Lo spunto per la traduzione in musica può nascere da riflessioni sullo stile e sulla tecnica pittorica, dal soggetto, dalla biografia dell’artista, dal contesto in cui l’opera è nata, spesso dall’insieme di tutti questi elementi. Di certo i due artisti, non si fermano alla prima impressione visiva e cercano, sempre, di non essere didascalici nel trasportare in musica il dipinto.

La musica che “accompagna” i dipinti, nasce in due passaggi: il primo è solitario e compositivo. I due musicisti compongono singolarmente una musica attinente al quadro scelto e, solo dopo, arriva il confronto, dal quale nasce la scelta per rendere esecutivo il “tema”. Il momento della creazione è davvero un momento esclusivo, intimistico, che fonda la reale e concreta visone personale dell’opera, con il desiderio di scegliere la “narrazione” giusta per rappresentarla e declinarla in emozioni dell’anima. Il secondo passaggio avviene unendo le forze di tutti i musicisti in studio di registrazione. Trattandosi di jazz, il processo di realizzazione e di improvvisazione è importante quanto quello compositivo. A volte capita, come raccontano Phil Mer ed Andrea Lombardini, di avere una “visione” diversa del momento compositivo che si traduce in immediata e spontanea esecuzione musicale, per cristallizzare l’attimo e procedere alla successiva fase realizzativa.

 

Il vero obiettivo di questa scelta di indiscussa originalità “è semplicemente quello di sperimentare facendo musica che ci piace – affermano a due voci Phil ed Andrea – e questo contenitore ci permette di osare sia a livello compositivo che esecutivo, cosa che avviene con maggiore difficoltà quando la musica è veicolata da fini commerciali. Possiamo dire che in questo progetto ci sentiamo liberi come il pittore che sceglie spontaneamente il proprio soggetto senza la preoccupazione di dover vendere il suo quadro”.

 

Da questo progetto sono nati ben tre dischi, l’ultimo, il terzo, “Zig Zag” (Egea Music), pubblicato dal duo proprio in questi giorni, contiene otto brani strumentali e tre interludi, tutti ispirati ai capolavori della Galleria Internazionale di Arte Moderna Cà Pesaro di Venezia che collabora al progetto. Ogni brano descrive e racconta un dipinto di artisti quali Klimt, Kandisnky, Ernst, Fattori. Il lavoro è prodotto da David Binney, sassofonista di fama mondiale e vede la partecipazione di due tastieristi: Claudio Filippini e Daniel Bestonzo.

 

Gli inizi della storia musicale degli “Incorniciatori” è datata 2013, con l’uscita del primo album dal titolo, appunto, “the Framers”, per l’etichetta Auand, in cui i due artisti, musicano celebri capolavori della storia dell’arte, da Bosch a Warhol, con la prestigiosa partecipazione di Jason Lindner, pianista di David Bowie in “Blackstar” e le feature vocali di Malika Ayane e Mario Biondi. Il secondo lavoro, “Notturni”, esce l’anno successivo, nel 2014, in occasione della mostra “Tutankhamon, Caravaggio, Van Gogh. La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento” situata alla Basilica Palladiana dal 24 dicembre 2014 al 2 giugno 2015, curata da Marco Goldin per Linea D’Ombra ed è impreziosito dalle performance vocali di Francesco Renga ed Annalisa Scarrone.

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