“Tartassati dalle tasse” al Teatro Comunale “Turi Ferro” di Carlentini: l’esilarante spettacolo e la comicità di Biagio Izzo invita a restare uomini onesti

“Tartassati dalle tasse” al Teatro Comunale “Turi Ferro” di Carlentini: l’esilarante spettacolo e la comicità di Biagio Izzo invita a restare uomini onesti

CARLENTINI – Un successo di pubblico, ieri sera, sul palco del teatro comunale “Turi Ferro” un altro cast d’eccezione nell’ambito del cartellone degli spettacoli promosso e organizzato dal direttore artistico Alfio Breci e curata dall’associazione “Teatro Arte” con la collaborazione del Comune di Carlentini quello formato da Mario Porfito, Stefania De Francesco, Arduino Speranza, Roberto Giordano, Adele Vitale e l’attesissimo Biagio Izzo. Biglietti sold out e sala gremita per la serata, e le aspettative non sono certamente rimaste deluse: impossibile trattenere le risate!
Ma “Tartassati dalle tasse” non è solo una commedia divertente, è lo stato d’animo condiviso anche dai cittadini più onesti, il pensiero che maggiormente assilla i contribuenti, il dovere cui nessuno può sottrarsi.
Lo sa bene Innocenzo Tarallo (Biagio Izzo), moderno imprenditore napoletano, che per stare al passo coi tempi abbandona la tradizione familiare che lo vuole “baccalaiuolo“, per aprirsi alla ristorazione e, in particolare, alla cucina giapponese.
Il ristorante nippo-napoletano, sul quale ha puntato tutto e che lo costringe a tasse salatissime, non riceve però alcuna prenotazione.
Decide, dopo qualche tentennamento, di fidarsi della strategia di marketing suggeritagli dal suo simpatico cuoco giapponese (Arduino Speranza).
Una scelta ovviamente infelice, che insospettisce la Finanza.
Geniale la scelta di presentare in maniera speculare, fin dall’apertura del sipario, i due diversi ambienti in cui si svolge la storia.
Nell’ ufficio della caserma della Guardia di Finanza, un integerrimo maresciallo Gilberto (interpretato dall’ ineccepibile Mario Porfito) indaga proprio sul ristorante, con la “determinante” collaborazione del suo inseparabile appuntato (Roberto Giordano).
Inevitabili le incomprensioni e gli equivoci che rendono i dialoghi esilaranti, soprattutto grazie ai giochi di parole e all’abilità, tutta napoletana, di confondere i termini non conosciuti e reinventarli con risultati paradossali.
A infittire maggiormente l’intreccio, ci pensano la figlia del ristoratore (Adele Vitale) e la moglie del maresciallo (Stefania De Francesco).
“Io le tasse le pagherei ed anche volentieri. Se solo però poi le cose funzionassero veramente”, è questo il motivo ricorrente. Poi la scoperta, prima della chiusura del sipario: “le cose funzionano proprio grazie alle tasse”. Una commedia brillante resa dall’energia di Biagio Izzo, che riesce ad attrarre sorrisi e consensi col suo personaggio, soprattutto quando il dialogo ha come interlocutore il pubblico stesso. Primo e secondo atto scivolano via veloci con un’escalation di risate e umorismo made in Napoli. Il testo, apparentemente banale, offre diversi spunti di riflessione: la difficoltà di reinventarsi al sud, il rapporto padre-figli, la necessità imprescindibile di rispettare le leggi per favorire il bene comune e non solo il proprio.
“C’è chi nasce con la camicia e chi col senso di colpa – constata tristemente Tarallo (Izzo) – io non posso pagare le tasse al commercialista se non guadagno. Dovremmo creare una rivoluzione generale per questo” .
La risposta arriva dal commissario, una lezione di vita per tutti: “Il vero sacrificio che si fa per i figli è quello di restare uomini totalmente onesti, non quello di evadere le tasse per assicurare loro qualcosa in più di quel che possiamo permetterci”.

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