«SUPERBONUS, SICILIA SESTA IN ITALIA CON 459 INTERVENTI APPROVATI, MA EMERGONO ANCORA TROPPE CRITICITÀ PER ACCELERARE L’ITER»

«SUPERBONUS, SICILIA SESTA IN ITALIA CON 459 INTERVENTI APPROVATI, MA EMERGONO ANCORA TROPPE CRITICITÀ PER ACCELERARE L’ITER»

CATANIA – «La Sicilia – con i suoi 459 interventi – è sesta nella graduatoria dei lavori avviati grazie al Superbonus. Una classifica nazionale che vede in testa il Veneto (850) e ultima la Valle d’Aosta, complice la sua piccola estensione territoriale. Quello che mette in allarme, però, è che sulla stima minima di 6 miliardi di euro, si contano circa 733 milioni – con 806 milioni di crediti ceduti – ovvero solo il 13-15% degli investimenti totali. Sono state avviate 6.959 pratiche, per cui è stato ottenuto il codice Asid, ovvero la ricevuta di trasmissione dell’asseverazione valida. Di queste, circa 3mila sono a fine lavori, 1000 al 60% e 2mila al 30%. Inoltre, è importante sottolineare come il 37% degli interventi sia stato effettuato su edifici indipendenti, il 55% su appartamenti singoli e solo l’8% sui condomini». Questi i numeri rilasciati dall’Enea ed emersi durante l’intervento del presidente della Fondazione degli Ingegneri di Catania Mauro Scaccianoce, durante il convegno sul Superbonus organizzato da Ordine e Fondazione, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. «Ormai è noto a tutti come il Superbonus rappresenti uno strumento utile per l’adeguamento e il miglioramento energetico, e per il rilancio dell’intera filiera edilizia, con importanti ricadute economiche e sociali – ha precisato il presidente dell’Ordine etneo Giuseppe Platania – La fragilità del patrimonio abitativo nel Paese e in Sicilia è innegabile, così com’è noto a tutti che Catania è una città ad alto rischio sismico. Le agevolazioni governative sono oggi una grande opportunità per mettere in sicurezza le nostre città, con processi di rigenerazione e interventi di efficientamento energetico che mirano alla riduzione di emissioni di CO2, con impatto positivo sul cambiamento climatico». Tuttavia, Platania non dimentica «le criticità legate al 110%, quali i dubbi legati all’ampliamento temporale fino al 2023 e alle difficoltà nel reperire i documenti per la conformità urbanistica ed edilizia. Aspettiamo risposte dal Governo, che dovrebbe ufficializzare un nuovo decreto entro fine maggio, sperando di avere risposte concrete sulla semplificazione procedurale e sulle tempistiche attuative». Un incontro dal respiro pratico, attraverso l’analisi di 4 casi studio, che hanno messo in risalto le molteplici problematiche che è possibile riscontrare durante l’iter del Superbonus. «Affinché non rimanga solo un auspicio e un “trofeo” da sbandierare e rivendicare dal punto di vista politico, occorre un cambio di passo rispetto a quanto fatto fino a ora – concludono i presidenti di Ordine e Fondazione – le condizioni restrittive di applicazione del Superbonus, il carico documentale richiesto nella prima fase di accesso, le difficoltà ad accedere agli archivi per verificare la conformità urbanistica ed edilizia e l’eccessiva responsabilità che grava sugli asseveratori, rappresentano un serio ostacolo per il rilancio. Inoltre, la complessità di alcune norme incute paura e diffidenza nei committenti e anche negli operatori stessi. Occorre, dunque, non solo semplificare ed eliminare la necessità della dichiarazione di conformità per alcuni interventi, ma anche investire sulla formazione dei professionisti e degli ingegneri, che rivestono un ruolo centrale in questa fase, anche grazie alla loro capacità di sensibilizzare l’opinione pubblica».

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