SIRACUSA, SEQUESTRATI IN APPLICAZIONE DEL CODICE ANTIMAFIA 4 APPARTAMENTI IN ORTIGIA

SIRACUSA, SEQUESTRATI IN APPLICAZIONE DEL CODICE ANTIMAFIA 4 APPARTAMENTI IN ORTIGIA

SIRACUSA – Su proposta avanzata dalla Procura della Repubblica – Gruppo misure di prevenzione, il Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione ha disposto il sequestro di beni ritenuti riconducibili a Angelo Messina, più volte condannato in via definitiva per reati attinenti a traffici illeciti di sostanze stupefacenti ed attualmente imputato per associazione per delinquere finalizzata al compimento degli stessi reati. Tale provvedimento, finalizzato alla confisca, è stato eseguito nella giornata odierna dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Siracusa.
Le investigazioni, condotte e declinatesi mediante la valorizzazione di attività intercettive ed approfondimenti patrimoniali, hanno consentito di far luce sugli espedienti posti in essere dal MESSINA per acquisire nel tempo un corposo patrimonio immobiliare nell’isola di Ortigia ostacolandone la riconducibilità alla sua persona.
Il provvedimento, emesso ai sensi dell’art. 20 del Codice Antimafia, ha recepito le risultanze investigative dei Carabinieri, che hanno dimostrato come il Messina, dedito negli anni 1986-1999 e 2016-201 in modo “professionale” al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, avvalendosi della collaborazione dei propri familiari, tutti pienamente coinvolti nella sua fiorentissima attività criminale, abbia acquisito 4 appartamenti nell’isola di Ortigia impiegando i proventi delle proprie attività illecite. Le indagini, particolarmente analitiche, hanno infatti messo in luce come il Messina ed il suo nucleo familiare in quegli anni percepissero redditi leciti talmente esigui da non poter giustificare l’acquisizione dei predetti immobili.
Il MESSINA inoltre, sapendo di costituire figura criminale di particolare interesse per le Forze dell’Ordine, aveva scaltramente intestato la titolarità di tali appartamenti alla moglie e ad uno dei figli, provvedendo altresì a separarsi fittiziamente dalla consorte, per avere modo di sostenere di non disporne.
Approfondendo i profili di riconducibilità di tali immobili, i Carabinieri hanno invece appurato che il predetto convive ancora stabilmente con la consorte e che ha in effetti fino ad oggi goduto pienamente della disponibilità degli appartamenti.

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