SIRACUSA, POLIZIA STRADALE: DENUNCIATI DUE AUTISTI DI MEZZI PESANTI UN TITOLARE DI AZIENDA AUTOTRASPORTI  106 VIOLAZIONI CONTESTATE 355 PUNTI DECURTATI

SIRACUSA, POLIZIA STRADALE: DENUNCIATI DUE AUTISTI DI MEZZI PESANTI UN TITOLARE DI AZIENDA AUTOTRASPORTI 106 VIOLAZIONI CONTESTATE 355 PUNTI DECURTATI

SIRACUSA – Si è da poco conclusa una complessa attività della Polizia Stradale finalizzata a monitorare i veicoli in transito lungo la tratta autostradale Siracusa-Catania, con una particolare attenzione rivolta ai conducenti dei mezzi pesanti ed al contrasto delle condotte di guida più pericolose.
L’attività operativa delle pattuglie della Polizia Stradale è stata rivolta principalmente a verificare il rispetto dei tempi di guida e di riposo dei conducenti dei veicoli pesanti, con il duplice obiettivo di innalzare i livelli di sicurezza stradale e di arginare fenomeni di concorrenza sleale tra le imprese del settore.
Per raggiungere gli obiettivi sono stati utilizzati strumenti tecnologici atti alla lettura degli apparecchi di controllo installati sui veicoli commerciali.
Nel corso dell’operazione la Stradale, supportata da unità di polizia giudiziaria, ha pure contrastato le condotte di guida poco virtuose, molto spesso causa di incidenti stradali.
Denunciato un conducente, in concorso con il datore di lavoro, per “attentato alla sicurezza dei trasporti e rimozione delle cautele contro gli infortuni” per avere alterato il Tachigrafo Digitale (scatola nera) installato a bordo del veicolo da lui condotto, mediante l’apposizione di un doppio sensore e di un interruttore magnetico. Nel dettaglio, superando i tempi di guida, il conducente, attivando da remoto il doppio circuito, era in grado di alterare la registrazione dei tempi di guida. In questo modo, il conducente del mezzo pesante poteva guidare ben oltre le nove ore giornaliere consentite e oltrepassare gli stessi limiti di velocità, con grave pericolo per le sue stesse condizioni e per la sicurezza stradale. Sia al conducente che all’intestatario del veicolo sono state comminate sanzioni pecuniarie per un importo di oltre 2.000 euro, la sospensione della patente di guida, nonché la decurtazione di 10 punti dal titolo di guida professionale. Multato anche altro conducente per aver alterato la calibrazione del dispositivo tachigrafico, al fine di determinare una sensibile diminuzione dei parametri legati alla velocità del mezzo pesante, espediente questo utilizzato per raggiungere velocità più elevate senza incorrere nelle sanzioni di legge. Anche in questo caso la patente è stata ritirata per essere sospesa, 10 i punti decurtati e 1.732,00 euro la sanzione amministrativa comminata. Il dispositivo ha permesso alle 10 pattuglie schierate in campo di controllare 91 veicoli, identificare 98 persone e contestare 106 infrazioni al codice della strada. Tra le infrazioni più ricorrenti quelle relative al mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo (16), al mancato uso della cintura di sicurezza (65), all’uso del telefonino (11), alla mancata revisione (5), agli eccessi di velocità dei veicoli pesanti (4) ed altre infrazioni (31).

LA NORMATIVA

Il tachigrafo è obbligatorio per i mezzi pesanti e per gli autobus che circolano all’interno dei paesi membri dell’Unione Europea. Detto obbligo discende direttamente dalla normativa comunitaria ed ha come obiettivo quello di controllare e registrare tutta una serie di dati inerenti le attività di guida, affinchè sia assicurata la sicurezza del lavoratore e quella degli utenti della strada.
Sui veicoli immatricolati, poi, per la prima volta in Europa dopo l’1.5.2006, il tachigrafo per la verifica del rispetto della normativa sociale in materia di guida e di riposo dei conducenti, è di tipo digitale. Lo strumento ha una propria memoria che registra ogni attività compiuta a bordo del veicolo (guida, riposo, eccessi di velocità, inserimento delle carte tachigrafiche ed altri dati tecnici) i cui dati sono conservati per almeno 365 giorni.

CONSEGUENZE

L’alterazione del tachigrafo comporta conseguenze penali ed amministrative sia per il lavoratore che per l’azienda dal quale dipende il conducente. Il codice penale, infatti, punisce con la reclusione da sei mesi a cinque anni, chiunque si renda responsabile della “rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”. Il codice della strada sanziona, altresì, il conducente ed il titolare dell’azienda di autotrasporto con multe che vanno da 814 a 3.260 euro, oltre alla sospensione della patente di guida sino a 3 mesi e la decurtazione di 10 punti. Infine, l’operatore di polizia che ha accertato l’avvenuta manomissione, diffida il conducente ed il titolare dell’impresa a regolarizzare il dispositivo entro 10 giorni con l’avvertimento che, in caso di inosservanza, verrà disposto il fermo amministrativo del veicolo stesso.

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