Siracusa, le scuole della provincia nel caos. La denuncia di Vincenzo Vinciullo

Siracusa, le scuole della provincia nel caos. La denuncia di Vincenzo Vinciullo

SIRACUSA – Le scuole della nostra provincia, e in modo particolare le Scuole Superiori, sono nel caos più assoluto, con gli alunni che da qualche giorno, a causa dell’intensità del freddo, sono stati costretti a lasciare le aule e manifestare, inascoltati, da quanti, avendo ruoli istituzionali, dovrebbero ascoltare e risolvere i problemi. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo
L’improvvisazione più assoluta sta caratterizzando la risposta che la Provincia sta dando ai ragazzi che, con grande senso di responsabilità, chiedono di tornare in classe perché, di qui a qualche giorno, inizieranno gli scrutini del Primo Quadrimestre, con possibili ricadute negative su quanti non sono stati nelle condizioni di farsi interrogare, o fare i compiti scritti.
Eppure, il 25 ottobre dell’anno scorso, incontrando il Commissario della ex Provincia, erano state date assicurazioni sul fatto che il riscaldamento sarebbe stato acceso a partire dal 7 di gennaio c.a., tant’è vero che la mia Dirigente scolastica aveva indirizzato perfino una lettera di ringraziamento al Commissario della ex Provincia.
Da 25 ottobre dello scorso anno nulla è stato fatto. Perché?
Perché nessuno ha informato le scuole che non sarebbero stati attivati i riscaldamenti?
Nessuno si è prodigato, come hanno fatto le province di Enna, Caltanissetta e Trapani, a interloquire con il territorio e con la Regione per trovare una soluzione?
Tant’è vero che, nella Deliberazione di Giunta 19/2019, la provincia di Siracusa non viene nemmeno citata.
Io credo che qualcuno debba pagare per questo disservizio gravissimo che viene procurato a studenti, famiglie e docenti.
A questo proposito, ha proseguito Vinciullo, ricordo che, nonostante i docenti in questa vicenda stiano tenendo un comportamento stoico, la legge impone precisi obblighi nei confronti dei lavoratori della scuola, obblighi che sono quotidianamente violati, dal momento che i docenti devono stare in aula a temperature siberiane, sicuramente al di sotto di quelle minime previste dalla legge.
Chi deve pagare per questo disservizio?
Ed anche oggi, dopo la manifestazione tenutasi davanti alla Prefettura, sono tutti scomparsi, nessuno si fa trovare, nessuno risponde al telefono, nessuno è disposto a perdere un sabato della propria vita per consentire agli studenti di rientrare in classe lunedì mattina.
E lunedì gli studenti dovranno continuare a scioperare?
Dobbiamo continuare ad assistere a questa interruzione di pubblico servizio?
Ed allora, ha continuato Vinciullo, dal momento che ex Provincia, Deputazione regionale e Governo regionale scappano di fronte ai problemi, io faccio una proposta concreta: siccome non è assolutamente vero che bisogna comprare il gasolio o trasportarlo, in quanto quasi tutti i riscaldamenti sono a gas, se, per cortesia, la ex Provincia ci fa sapere quanto vengono a costare 45 giorni di riscaldamento, istituto per istituto, genitori, professori e alunni maggiorenni siamo pronti ad autotassarci, basta che lunedì si possa tornare in classe.
Ci saremmo aspettati questo senso di responsabilità dalla Provincia: qualcuno che oggi facesse una controproposta, in modo che domani mattina, con le società che gestiscono la distribuzione del gas in provincia e città, trovassimo una soluzione al problema, ma anche domani chi si dovrebbe occupare della vicenda starà a casa, incuranti delle responsabilità che hanno assunto nel momento in cui hanno accettato un incarico.
E allora, lunedì, quando torneranno dal weekend, quando si renderanno conto dei disagi che stanno causando, ci dicano, se sono disposti ad accogliere la nostra proposta, le forme e i modi attraverso i quali dovremmo depositare questa raccolta fondi.
E poi, ha concluso Vinciullo, la facciano finita, perché questa è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità di dare risposta concrete al territorio.
Hanno scelto di scappare davanti ai problemi e siamo noi, genitori e docenti, ad offrire una via di fuga.
In genere, la fuga è vergogna, ma mai come in questo caso è salvamento di vita.

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