Siracusa, la giornalista Laura Valvo apostrofata da Vittorio Sgarbi per una domanda non gradita sul progetto “Caravaggio. il Contemporaneo” presentato a Castello Maniace

Siracusa, la giornalista Laura Valvo apostrofata da Vittorio Sgarbi per una domanda non gradita sul progetto “Caravaggio. il Contemporaneo” presentato a Castello Maniace

SIRACUSA – “Grazie al post pubblicato oggi da una fotoreporter professionista (Tiziana Blanco, che ringrazio), sono venuto a conoscenza di quanto accaduto due giorni fa durante la conferenza stampa convocata all’interno del Castello Maniace per “illustrare i contenuti e le motivazioni del progetto «Caravaggio. Il Contemporaneo»”. Così Prospero Dente, segretario provinciale di Assostampa commenta l’attacco fuori luogo del professor Vittorio Sgarbi alla collega Laura Valvo, capo servizio delle pagine siracusane del quotidiano La Sicilia. l’attacco spropositato e fuori luogo del professor Vittorio Sgarbi alla collega Laura Valvo, capo servizio delle pagine siracusane del quotidiano La Sicilia. “La colpa della giornalista: aver tentato di porre – ha scritto il segretario provinciale dell’Assostampa di Siracusa Prospero Dente – dopo circa un’ora e un quarto di interventi, una domanda. Apostrofata in malo modo, avvicinata da un non meglio identificato rappresentante del Mart che la “invitava” a sedere, Laura Valvo ha dovuto subire le invettive di Sgarbi. Sul comportamento del presidente del Mart inutile aggiungere altro. La sua preparazione e la sua cultura vengono spesso macchiate da qualche minuto di inaccettabile veemenza. Peccato per lui. Quella che ritengo assai grave è la mancata reazione dei presenti, istituzioni regionali e comunali al tavolo, che – pur comprendendo il loro imbarazzo – non hanno inteso intervenire per ribadire lo stile che contraddistingue questa terra. La collega Laura Valvo si è limitata a fare esclusivamente il proprio mestiere perché invitata – come si legge nel comunicato inviato – ad una conferenza stampa e non ad un convegno sul celebre dipinto. In questi casi, nonostante il comprensibile momento di celebrità sedendo al fianco di cotanto critico d’arte e curatore di molte mostre, bisognerebbe rispettare il lavoro dei giornalisti e far porre loro le domande che la città e l’occasione richiedono. Per i convegni c’è sempre tempo. Per il rispetto bisogna applicarsi”.

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