Siracusa, La Consulta Civica di Siracusa raccoglie 47 curriculum di disoccupati siracusani da presentare all’ass.ne “Noi Albergatori” che avevano avanzato la proposta di assumere i 47 migranti della Sea Watch

Siracusa, La Consulta Civica di Siracusa raccoglie 47 curriculum di disoccupati siracusani da presentare all’ass.ne “Noi Albergatori” che avevano avanzato la proposta di assumere i 47 migranti della Sea Watch

SIRACUSA – Il presidente della Consulta comunale di Siracusa Damiano De Simone scrive al presidente dell’associazione Albergatori.
Ecco il testo:
“con vero rammarico, noto indifferenza verso la disapprovazione manifestata nella recente lettera inviataLe, dal sottoscritto, circa la proposta poco delicata nei confronti dei tanti disoccupati residenti, di assunzione esclusiva agli immigrati della Sea Watch, presso le strutture alberghiere che Lei rappresentate a Siracusa. Certamente non l’è convenevole la voce di chi dissente, ma le assicuro che l’indignazione è tale da avere unificato la gente attorno al concetto di dignità, questa oggi deprivata da logiche, e Lei ne è un gran protagonista, riconducibili, nel suo caso, ad una carità d’occasione che oltraggia i diritti dei residenti. Chissà, magari una triste manovra di marketing dai risultati opposti a quelli sperati.
Bene, chiarito quanto esplicitato in premessa, in ossequio a quanto da me promesso nella recente lettera, mi sono assunto la responsabilità di raccogliere ben 47 curriculum vitae di naufraghi economici siracusani, ormai disoccupati per status quo, tra cui un giovane nigeriano ed un giovane senegalese entrambi con regolare permesso di soggiorno, titolari tutti dei medesimi diritti umani e comunitari. E non è stata cosa difficile vista la crisi occupazionale preesistente e persistente a Siracusa cui Lei ne è, per ovvie ragioni, a conoscenza e responsabile al contempo, se considerate le allucinanti proposte avanzate e diffuse alla stampa nazionale, motivo di imbarazzo e indignazione collettiva.
È chiaro, quindi, che nei prossimi giorni gradirei incontrarla pubblicamente, insieme alla “carovana dei naufraghi siracusani” che mi accompagna, perché si proceda ad un costruttivo e produttivo confronto con lo scopo di consumare la maxi consegna a mano dei curricula, cui sono certo seguirà la formazione e conseguente regolare assunzione nella rete delle strutture alberghiere in vista della prossima stagione estiva. Nulla più nulla meno rispetto alla sua proposta rivolta esclusivamente ai migranti. Certo che, come senz’altro così è per tutti i lavoratori operanti nelle varie strutture, ogni regolare contratto proposto agli amici africani sarebbe stato onorato ed equivalentemente onerato corredato dei rispettivi diritti.
Un incontro che mi attendo entro questa settimana presso la sede legale dell’Associazione “Noi Albergatori Siracusa”, occasione in cui sarà Sua spontanea iniziativa rivolgere le pubbliche scuse ai Siracusani residenti e sparsi nel mondo, chiarendo che si tratta di un popolo aperto all’accoglienza e rispettoso dei valori e dei diritti umani, da sempre degni ed umili lavoratori. E non ciò che emerge dalla disapprovazione verso proposte che offendono i disoccupati residenti, “di poco conto”.
Mi permetta di consigliarLe, visto il ruolo di rilevanza che ricopre nell’ambito della categoria degli imprenditori, che il buonsenso e la logica della proporzionalità nelle iniziative sociali, per chi si esibisce pubblicamente, soprattutto quando in ballo ci sono i diritti primari fondativi di una società civile come il lavoro, ahimè nella nostra “ricca” provincia ancor oggi assente, e quel poco sotto pagato, sono la premessa di una società che si vuole condurre verso una condizione di self control, e non di conflitto con se stessa. Figuriamoci nei riguardi dell’integrazione etnica, da sempre ritenuta una grande ricchezza culturale. Pertanto chi scrive e parla nella pubblica piazza è sempre responsabile del sentimento generale e degli effetti che esso produce. Ciò per intendere, e concludo, che la prossima volta sarebbe auspicabile essere più sensibili verso coloro ai quali ogni giorno si chiede di accogliere il prossimo, appunto perché lo possano davvero accogliere con serenità ed amore, che tanto si millanta quanto sembra non se ne vogliano creare i presupposti”.

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