Siracusa: Il turismo è davvero il futuro della nostra provincia?

Siracusa: Il turismo è davvero il futuro della nostra provincia?

di Emanuele Gentile
SIRACUSA – Il turismo è davvero il futuro della nostra provincia? La domanda sorge spontanea dopo aver girato in lungo e largo il territorio provinciale. Si ha la netta sensazione che ancora non capiamo che il nostro avvenire è nel turismo. Sembriamo non essere pronti né dal punto di vista mentale né organizzativo. Si va avanti in ordine sparso grazie ad iniziative di singole amministrazioni comunali oppure di privati. Tuttavia, manca la programmazione collettiva dove tutti gli attori si confrontano e stabiliscono le linee guida da seguire e implementare. L’ora dell’ “ordine sparso” è davvero finita. Può avere una sua valenza solo in corrispondenza del momento iniziale, ma dopo deve subentrare una visione d’assieme. Visione d’assieme che diventa la condizione basilare per assicurare un futuro turistico a Siracusa e il suo hinterland. E’ turismo assistere all’anarchia del traffico la sera a Ortigia? Cosa c’entra il turismo con il fatto che il Museo Antonino Uccella di Palazzolo Acreide non ha nemmeno un depliant informativo a disposizione dei visitatori? Come si fa ad aiutare il turismo quando i musei facenti parte del sistema museale degli Iblei sono aperti solo su prenotazione? Quali reazioni può avere un turista mentre percorre strade invase da spazzatura come le Sp 57 (Carlentini-Brucoli), 38 (Canicattini Bagni-Fontane Bianche-Cassibile-Avola-Noto) e 74 (Floridia-Canicattini Bagni)? Che idea di turismo c’è nell’arrembaggio disordinato alla riserva di Vendicari? Come si aiuta il turista se a Sortino il box informazioni risulta sempre chiuso? Indicano rispetto della valenza turistica di Noto i malfatti rattoppi stradali? Come si aiuta il turismo quando vi è una vasta illegalità nel settore della ricezione non alberghiera (B&B, case e camere da affittare)? Insomma, l’impressione che si ha è quella di un cane che si morde la coda. Ossia…tutti parlano di turismo, ma poi si razzola male, molto male. Pertanto, è d’uopo sederci tutti attorno a un tavolo per riflettere seriamente sul da farsi ed iniziare un percorso di profonda riorganizzazione del settore. Si è notato che il nostro territorio piace ai turisti? Bene! Operiamo tutti affinché questo amore che i turisti dimostrano, nonostante le tante inefficienze, non sfiorisca ed anzi diventi buon auspicio per gli anni a venire. Tanti sono gli interventi da eseguire: la pulizia, il decoro urbano, i trasporti, la ricettività, la ristorazione, le strade, i luoghi da visitare, la promozione, l’informazione, la progettualità territoriale, le spiagge, le aree a verde, l’ambiente. Non c’è che dire il lavoro da fare è immane, ma noi tutti dobbiamo sapere che la posta in gioco è essenziale per l’avvenire della nostra provincia. Da qui discerne una considerazione semplice semplice. Diventa imprescindibile assicurare la piena funzione operativa al Libero Consorzio dei Comuni di Siracusa. Il Consorzio deve diventare la sede ideale dove si costruisce il modello turistico della provincia aretusea. Deve, cioè, diventare il luogo dove si sintetizzano tutti gli input provenienti dal territorio al fine di fornire una piattaforma programmatica coesa e in grado di creare un vero e proprio sistema turismo siracusano in grado di agganciare la nostra realtà con un mondo sempre più globalizzato e collegato. Gli strumenti ci sono: i fondi comunitari. Si deve puntare sull’attrazione di investimenti privati esteri come ulteriore step. Nel frattempo ci si è forniti di strumenti per la gestione del territorio quali il Piano Territoriale Provinciale e il Piano Paesaggistico. Sono stati finalmente istituti i parchi archeologici che da tempo attendevamo. Sta partendo il Parco Nazionale degli Iblei. Basta solo avere un atteggiamento di collaborazione perché recitando singolarmente non si va da nessuna parte. Una domanda finale: come pensate che si possano far rientrare i tanti giovani che lavorano fuori se non si investe seriamente sul turismo?

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