Siracusa, Camera di Commercio, la Regione a supporto delle ragioni della Consulta delle Associazioni di Categoria

Siracusa, Camera di Commercio, la Regione a supporto delle ragioni della Consulta delle Associazioni di Categoria

Accolte dalla III commissione dell’ARS le istanze della Consulta delle Associazioni di Categoria della Camera
di Commercio del Sud Est. La Regione, dal canto suo, è pronta a garantire il proprio supporto.
Questa mattina, audizione dei rappresentanti dell’organismo, dopo l’incontro della scorsa settimana con la
deputazione siracusana, nazionale e regionale, per chiedere una serie di modifiche al percorso di riforma
delle camere di commercio . Ad illustrare le ragioni dei rappresentanti del tessuto produttivo locale ai
componenti della Commissione, i deputati regionali Siracusani Giovanni Cafeo e Rossana Cannata. Il tema
approderà in aula con in apposito ordine del giorno. L’assessore Turano ha, inoltre, assicurato l’intervento
della Regione presso il Ministero.
Le richieste avanzate sono le seguenti:
1. Stralcio dell’art. 61 con relativa istituzione di un Tavolo Tecnico al MISE, per riorganizzare la riforma
tenendo conto delle esigenze delle differenti realtà socio-economiche in cui si “differenziano i singoli territori”.
2. Inclusione delle camere di commercio già accorpate nella riorganizzazione, la esclusione di quelle che
costituirebbero circoscrizioni autonome di camere di commercio.
4. Applicazione, negli accorpamenti, di modelli federali di rappresentanza e di pari dignità nei territori.
In caso di mancata condivisione da parte del Governo, la richiesta è che non vi siano Camere di Commercio
di seria A e di serie B, come previsto attualmente dalla normativa della riforma Madia.
“Adesso tocca ai deputati regionali e nazionali – commenta il coordinatore della Consulta, Enzo Rindinella –
a portare avanti le istanze della Consulta, per evitare che ancora una volta che il Sistema Imprenditoriale
Siciliano rischi di essere ancora una volta danneggiato, da una ulteriore azione di modifica normativa che
non tenga conto dell’equilibrio e delle differente cultura socio-economica dei territori”.

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