SIRACUSA, ASSEMBLEA DIOCESANA DELL’ AZIONE CATTOLICA.

SIRACUSA, ASSEMBLEA DIOCESANA DELL’ AZIONE CATTOLICA.

AUGUSTA –“Essere laici capaci di vivere una vita spirituale radicata dentro il mondo. Il laico è intriso della vita del mondo, e la sua stessa vita è vita spirituale, è luogo teologico. A noi viene chiesto soprattutto questo, di aiutare noi stessi e gli altri ad avere speranza, a poter credere che ciò che ci accade, per quanto assurdo, a volte ed incomprensibile, è dono del Padre eterno, che per vie a noi misteriose, ci svela il Suo amore e la sua bontà.” Lo ha sottolineato la presidente diocesana dell’Azione Cattolica di Siracusa Valeria Macca a conclusione dell’assemblea diocesana che si è svolta domenica scorsa  nella Parrocchia di San Giuseppe Innografo di Augusta, L’assemblea è stata aperta con la preghiera dell’assistente unitario don Luca Saraceno. Poi ha relazione della presidente diocesana Valeria Macca. Sottolineate tre tappe fondamentali: una prima tappa, preliminare, per analizzare il contesto nel quale ci muoviamo; una seconda per capire cosa come fare discernimento nelle nostre vite, nelle nostre associazioni, nelle nostre comunità; una terza tappa, quella degli orizzonti di impegno, dei sogni, delle scommesse per il futuro che siamo chiamati a costruire insieme. “L’appuntamento con il Risorto non è a Gerusalemme, ma – ha sottolineato nel suo intervento la presidente diocesana  Valeria Macca –  è là dove tutto era iniziato. E’ necessario, cioè, tornare al cuore della nostra chiamata, al luogo dove tutto è iniziato non per essere nostalgici, ma per ritrovare il senso del nostro agire. Per i discepoli ritornare in Galilea significa riavvolgere il filo dei tre anni vissuti e rileggere tutto, senza paura, a partire dalla croce e dalla resurrezione. In questo tutto c’è la predicazione, ci sono i miracoli, gli entusiasmi ma anche le defezioni fino al tradimento. Andare in Galilea non significa certamente andare fisicamente lì, ma significa riscoprire il Battesimo, come sorgente viva. Non si può credere che Gesù è risorto finché non lo si sperimenta nella propria esistenza. Bisogna imparare a leggere la storia con gli occhi di Dio, avendo la consapevolezza che, qualunque cosa accada, Lui è con noi, Lui tiene in mano il timone della storia e noi, con Lui, siamo persone nuove, capaci di gioia. In sintesi, tornare in Galilea significa, allora, riscoprire l’esperienza dell’incontro personale con Gesù. Tutto ciò esige un cambiamento di mentalità: non possiamo portare agli altri ciò che non hanno. La fede – aggiunge –  è un cammino di riconoscimento di ciò che è già stato donato segretamente. Tutta l’arte dell’evangelizzazione consiste allora nel favorire il riconoscimento, nel discernere e segnalare la presenza del regno di Dio nelle persone e nelle situazioni, anche là dove non ce lo aspetteremmo. Non dobbiamo convincere gli altri che la nostra vita è migliore della loro, perché noi abbiamo la verità in tasca e siamo belli, buoni e bravi. No !! Dobbiamo divenire per gli altri strumento di scoperta di quel Dio che è già presente nella loro vita e che aspetta solo di essere trovato.” Nelle modalità ecco che appare l’associazione dell’Azione Cattolica che sfodera una grande forza, una passione educativa. L’AC si fa strumento favorendo l’arte del discernimento individuale e comunitario. Ricorda Valeria Macca la frase di  papa Francesco elargita all’associazione  il 30 aprile: “la parrocchia, non è struttura obsoleta, ma deve essere rivisitata, nell’atrio o nella piazza”. L’AC deve andare a trovare le persone lì dove si trovano, creare dei percorsi specifici, anche alternativi per coinvolgere le nuove famiglie, avere un’attenzione per gli adultissimi, coinvolgerli come parte attiva nella vita della parrocchia. “Essere laici capaci – conclude la presidente  – di vivere una vita spirituale radicata dentro il mondo. Il laico è intriso della vita del mondo, e la sua stessa vita è vita spirituale, è luogo teologico. A noi viene chiesto soprattutto questo, di aiutare noi stessi e gli altri ad avere speranza, a poter credere che ciò che ci accade, per quanto assurdo, a volte ed incomprensibile, è dono del Padre eterno, che per vie a noi misteriose, ci svela il Suo amore e la sua bontà. A mezzogiorno la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Mons. Salvatore Pappalardo e nel pomeriggio la condivisione dei  gruppi di studio e le conclusioni della presidenza diocesana

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