Roma, Covid19: Niente discoteche, controlli in spiaggia e divieto di assembramento: Nuove disposizione nel Dcpm

Roma, Covid19: Niente discoteche, controlli in spiaggia e divieto di assembramento: Nuove disposizione nel Dcpm

ROMA – Niente discoteche fino a fine luglio, distanziamento in spiaggia più controllato, voli stoppati dai Paesi più a rischio. Il nuovo Dpcm, che dovrebbe entrare in vigore il 14 luglio, potrebbe prevedere delle nuove misure. Molto probabilmente prorogherà l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi chiusi in assenza di distanziamento sociale, ma non ci saranno obblighi per i guanti. Il governo continuerà a obbligare i gestori di locali pubblici a prendere le generalità dei clienti e a conservarle per due settimane, oltre a sanificare i luoghi e a fornire ai clienti disinfettante per le mani. I termoscanner saranno ancora obbligatori in uffici e centri commerciali. Per quanto riguarda le spiagge, il distanziamento è prossimo allo zero, e il Governo Conte sta pensando qualche misura in più per un controllo più stretto. Dubbi invece sulla riapertura delle discoteche, che era prevista per martedì prossimo ma sarà posticipata alla fine del mese anche se le Regioni potranno, prendendosene la responsabilità, eliminare le restrizioni. Rimane in vigore il divieto di assembramento con relative multe. Non c’è invece unanimità sulla decisione che riguarda sagre e fiere, visto che il Comitato Tecnico Scientifico spinge per rendere più stringenti i controlli sugli eventi, mentre sarà prorogato il divieto di ingresso a chi proviene da 13 Paesi anche utilizzando i voli triangolati: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Kuwait, Oman, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord e Moldova, Brasile, Cile, Panama, Perù e Repubblica Dominicana. Gli italiani, che vivono o sono passati in uno di questi Stati, possono rientrare ma devono mettersi in quarantena. Rimane l’obbligo di rimanere in isolamento 14 giorni anche per chi arriva dagli Stati Uniti. Intanto è scontro sull’ipotesi di prolungamento dello stato di emergenza. Il centrodestra si prepara alle barricate, ma anche nella maggioranza non mancano malumori. Tanto che il Pd esce allo scoperto per placare le polemiche e blindare il governo, con il segretario Nicola Zingaretti che garantisce il pieno sostegno dem all’esecutivo. Il possibile prolungamento dello stato di emergenza riaccende però le polemiche sul ruolo del Parlamento in mesi in cui il governo ha proceduto a suon di Dpcm. A rimarcare la necessità che le Camere tornino ad essere centrali è la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, che lamenta come «ormai siamo gli invisibili della Costituzione». Quindi, la seconda carica dello Stato auspica che sia il Parlamento ad esprimersi sull’eventuale proroga dello stato di emergenza, e indica in martedì prossimo, quando il ministro della Salute Roberto Speranza illustrerà in Aula il nuovo Dpcm necessario per confermare alcune misure anti-contagio in scadenza a metà mese, l’occasione per un voto. Voto che, però, non riguarderà lo stato di emergenza, puntualizzano da palazzo Chigi. Dunque, non martedì prossimo, ma sicuramente prima del 31 luglio il presidente del Consiglio riferirà alle Camere, qualora – come appare probabile – il governo dovesse decidere di prorogare fino a fine anno lo stato di emergenza deliberato lo scorso gennaio e in scadenza a fine mese. E’ intenzione del premier, come ha spiegato lo stesso Conte ieri, coinvolgere le Camere su una decisione che prolungherebbe i poteri straordinari del governo. Certo, non è affatto escluso che nelle risoluzioni che le forze politiche presenteranno dopo le comunicazioni di Speranza non vi sia una netta presa di posizione sulla possibile prosecuzione dello stato di emergenza. Decisione che, ha rimarcato Conte, non è ancora stata presa, si valuterà. Ma, viene spiegato, appare scontata una proroga, necessaria per garantire il mantenimento di alcune misure adottate nei mesi scorsi, a partire dallo smart warking fino alla possibile decisione su eventuali zone rosse qualora si dovessero ripresentare situazioni allarmanti. Per la proroga è necessaria una delibera ad hoc del Cdm. L’ipotesi del prolungamento dello stato di emergenza è stata accolta freddamente dalla maggioranza, dove non mancano perplessità e malumori. Per Italia viva se il premier «ritiene che siamo ancora in una situazione d’emergenza», «allora la sfida è comportarci di conseguenza: subito sì al Mes e anno fiscale bianco», afferma il capogruppo al Senato Davide Faraone, che non nasconde l’irritazione: «Francamente le decisioni del presidente Conte lasciano interdetti per vari motivi». E Maria Elena Boschi avverte: «Non si devono creare precedenti pericolosi, perchè non si scherza sulle libertà di tutti noi, il Parlamento deve essere protagonista». Stefano Fassina di Leu parla di scelta «preoccupante, sia per le implicazioni sul terreno sanitario, economico e sociale, sia sul terreno democratico». Dunque, il presidente del Consiglio «deve venire alla Camera e al Senato per motivare la proposta. Sta al Parlamento decidere». Ma il capogruppo Federico Fornaro frena: «L’eventuale proroga al 31 dicembre dell’emergenza nazionale per il Covid 19 non ha nulla a che vedere con i pieni poteri al presidente del Consiglio sul modello di Orban in Ungheria». E Zingaretti assicura: «Il Pd è pronto a sostenere qualsiasi scelta del governo utile a contenere la pandemia».

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