Portopalo, Debutta “Colapesce, La leggenda sull’isola”: emozioni e applausi E rivive la Fortezza Spagnola sull’isola di Capo Passero

Portopalo, Debutta “Colapesce, La leggenda sull’isola”: emozioni e applausi E rivive la Fortezza Spagnola sull’isola di Capo Passero

PORTOPALO – Abbiamo realizzato un sogno, ma ad emozionarci ancor di più sono stati gli occhi commossi del pubblico”. Sono le parole di Gisella Calì, regista e autrice di “Colapesce, la leggenda sull’isola”, la  performance di tipo immersivo, musicale e teatrale, che ha debuttato sabato nella Fortezza Spagnola   sull’isola di Capo Passero a Portopalo. Prima del debutto si è svolta la conferenza di presentazione dell’evento, nella location del Castello Tafuri, a cui hanno partecipato il sindaco di Portopalo, Gaetano Montoneri, il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, in qualità di presidente del Distretto turistico del Sudest, Michelangelo Lo Monaco, presidente del Distretto turistico antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari di Sicilia, la regista Calì, Daniele Caruso, autore delle liriche e Francesco Torrisi, delle coreografie. Presenti anche l’assessore al Turismo di Piazza Armerina, Ettore Messina, e l’assessore alle Politiche sociali di Portopalo, Giuseppina Caschetto. 

“Un importante evento per rilanciare il nostro territorio – ha detto il sindaco Montoneri -, che ha tutte le carte in regola per essere protagonista in Sicilia”. 

Una iniziativa culturale strepitosa in un luogo straordinario – ha aggiunto Corrado Bonfanti -, dobbiamo riuscire a raccontare la nostra terra, dobbiamo emozionare, creare suggestioni: è questo quello che vuole il turista appassionato di bellezza e cultura. È questa la direzione giusta”. 

Lo Monaco ha parlato del valore della riscoperta delle tradizioni popolari “in un contesto turistico  – ha spiegato il presidente del Distretto turistico antichi mestieri, sapori e tradizioni popolari di Sicilia – che a partire dalla tradizione diventa attrattivo. E la tradizione non va solo riscoperta ma  anche indirizzata per contribuire ad una forte valorizzazione dell’offerta turistica”. 

Colapesce, la leggenda sull’isola” è la storia di un villaggio di pescatori in una Sicilia di fine ‘800, in cui l’annessione al Regno d’Italia, le delusioni e le speranze, la povertà di molti e la capacità imprenditoriale di pochi, diventano il contesto ideale per raccontare l’atto eroico di un giovane uomo, Nino, il “figlio del mare”, che s’immola per  sorreggere la sua terra. 

Un progetto al quale lavoro da quasi due anni – ha raccontato la regista, Gisella Calì – raccogliendo informazioni sulle tonnare di Sicilia, su usi, costumi e cialome. La sfida era raccontare la leggenda di Colapesce contestualizzandola in un luogo unico e suggestivo quale il punto più a Sud d’Europa, teatro reale di vere mattanze. Per questo, oltre ad avere avuto il privilegio di dirigere attori e musicisti professionisti, ho voluto fortemente nel cast i reali abitanti di questi luoghi, gli ultimi tonnaroti di Capo Passero”. 

Ogni quadro della performance è un piccolo spettacolo in sé, condotto da attori, musicisti e cantanti,   pupari, personaggi di una leggenda che si fa storia. Tra gli attori protagonisti Emanuele Puglia, che interpreterà il ruolo di un generale , mentre Colapesce è il giovane  Michele Perrotta. Ad integrare la narrazione la voce di Laura De Palma e “ i Pupi” dei Fratelli Napoli, pupari conosciuti in tutto il mondo. I costumi sono di Rosy Bellomia e le musiche di Daniele Caruso e Fabio Privitera. 

Una storia che ha fatto commuovere centinaia di spettatori nelle prime repliche e, spettacolo nello spettacolo, è stato la riapertura al pubblico della Fortezza Spagnola stessa, inaugurata nel 2009 e poi rimasta chiusa per anni. L’incantevole forte che troneggia sull’isola di Capo Passero è stato ripristinato e reso fruibile dall’associazione Fiat Lux 2.0, che ha prodotto l’evento, facendolo diventare l’eccezionale palcoscenico in cui si sono esibiti gli attori di “Colapesce, la leggenda sull’isola”. “Una fortezza che è li da 400 anni – ha dichiarato Daniele Caruso – e l’abbiamo vista distrutta. Solo l’arte può avere la capacità di restituire i valori e la dignità di beni culturali di tale portata”. 

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