“POLVERE DA SPARO”: L’INTERVISTA A GAUDIANO

“POLVERE DA SPARO”: L’INTERVISTA A GAUDIANO

In rotazione radiofonica dal 13 novembre, “Polvere da Sparo” (Leave Music / Adom srl / Sony Music) è il nuovo singolo di Gaudiano, giovane promessa del cantautorato italiano che ritroveremo a marzo sul palco dell’Ariston nella sezione Nuove Proposte.

Descrivendo la parabola della sofferenza, Gaudiano racconta il sentimento di impotenza davanti alla malattia, la rabbia che brucia dentro quando si comprende che non c’è più nulla da fare e il senso di solitudine di fronte al proprio lutto.

Il brano fa più male di un pugno in faccia eppure non lascia lividi. “Polvere da Sparo” è una canzone dell’assenza che ci ricorda che le ferite si rimarginano ma che le cicatrici resistono al tempo e fungono, allora, da promemoria per non dimenticare mai il passato che ha reso possibile il presente. Dal dolore, però, si può anche rinascere e Gaudiano ce lo racconta in questo brano che svela, una volta per tutte, il potere catartico della musica.

Polvere da sparo” parla di cuori gonfi d’amore e allo stesso tempo infranti. Di rabbia, di demoni, di ricordi e di rinascite. Il ritmo è incalzante, quasi a voler sottolineare il rapido susseguirsi dei pensieri che come un fiume in piena inondano la testa. La consapevolezza linguistica e vocale di Gaudiano catturano, invece, sin dalle prime strofe, l’attenzione dell’ascoltatore che empaticamente si ritrova ad accogliere quell’oceano di parole dandogli la giusta importanza.

Ci vuole sicuramente coraggio per mettersi a nudo di fronte ad un pubblico così vasto come quello sanremese. Ma Gaudiano ha dalla sua parte tutta la forza della sua “Polvere da Sparo” e qualcuno che, orgoglioso, lo guarda da lassù.

Dall’importanza di saper convivere con il dolore alla possibilità di concedersi un nuovo inizio, da “Le Cose Inutili” a “Polvere da Sparo”, da Ama Sanremo al palco dell’Ariston…di questo e molto altro ho parlato con Gaudiano ai microfoni di Radio Una Voce Vicina, in occasione della sua partecipazione alla 71° edizione del Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte.

Lorenza: Buongiorno Gaudiano e bentrovato qui sui 104 FM a Radio Una Voce Vicina. Come stai?

Gaudiano: Buongiorno! Sto bene, grazie. Sono giorni un po’ particolari in cui sto ancora smaltendo l’emozione però sto molto bene, devo dire.

Lorenza: Ti abbiamo lasciato con “Le Cose Inutili” in rotazione radiofonica e ti ritroviamo finalista a Sanremo Giovani con “Polvere da Sparo”. Cosa è successo in questi mesi?

Gaudiano: In questi mesi si sono evolute un po’ le cose, nel senso che c’è stata la possibilità di presentare un brano a Sanremo e noi l’abbiamo fatto. Questo brano è piaciuto molto tant’è che le selezioni sono iniziate subito, ad ottobre, e da lì pian piano siamo arrivati sino alla fine. Adesso, marzo ci aspetta.

Lorenza: Ti va di raccontarci come nasce “Polvere da Sparo”?

Gaudiano: Polvere da Sparo” è una canzone che, io dico sempre, avrei preferito non scrivere perché parla di un trauma personale che ho vissuto l’anno scorso, ossia la perdita di mio padre ed è totalmente dedicata e ispirata a lui e a tutto quello che ho vissuto prima e dopo la sua scomparsa. È, dunque, la canzone della catarsi, il tentativo di ricucire una ferita che è sostanzialmente irriducibile nel tempo e nello spazio. Ed ogni volta che canto, questa canzone un po’ mi aiuta.

Lorenza: Tu con questo brano hai affrontato uno dei tanti tabù della nostra società che è quello della malattia. Cosa ti senti di dire a chi oggi si trova a dover fare i conti con il dolore per la perdita di una persona cara?

Gaudiano: Che non si può cancellare…è un dolore che non passa; è un dolore che non bisogna affidare al tempo perché il tempo non sarà mai in grado di lenirlo. Siamo noi, con il nostro amore per la vita, che dobbiamo riuscire ad andare avanti. Io credo che le persone che ci lasciano, nell’andare via, ci consegnano un’eredità importantissima che è anche una responsabilità nei loro confronti: l’amore per la vita. Il dolore non si può lenire perché sono perdite incolmabili. Noi abbiamo, però, la possibilità di andare avanti e di continuare a vivere con la speranza di un domani migliore. E dobbiamo anche imparare a convivere con il dolore che non sempre è sbagliato.

Lorenza: Forse, è anche un po’ continuare a vivere per quelle persone che non ci sono più ma che, comunque, continuano a vivere nei nostri ricordi, nei piccoli gesti…

Gaudiano: Assolutamente sì! Non a caso, in una mia canzone, nel ritornello, dico: “Se mi guardo allo specchio vedo te”. Perché io rivedo mio padre in ogni cosa che mi rappresenta, come se io stesso fossi una sua traccia vivente. La vita è una trasformazione, un divenire continuo. Dobbiamo farci portare da questa corrente fantastica che è la vita e nello stesso tempo dobbiamo cercare di diventare delle persone migliori.

Lorenza: Tu ti sei definito più volte “un reduce di guerra salvato dalla musica”. Oggi, cosa rappresenta per te la musica?

Gaudiano: Oggi, per me, la musica rappresenta, in prima istanza, la salvezza ma anche, e soprattutto, l’opportunità di ricominciare e di vedere davanti a me una nuova vita e nuovi scenari evolutivi di quello che sono artisticamente e umanamente.

Lorenza: Parliamo adesso di Sanremo Giovani. Ti aspettavi di arrivare tra gli 8 finalisti?

Gaudiano: No, assolutamente! Cioè, credevo tanto nella mia canzone, nella sua forza; però, non avevo il chiodo fisso di dover passare il turno. Piuttosto mi sentivo partecipe di qualcosa che andava al di là della gara, di qualcosa di significativo per la musica stessa perché in quel contesto si stavano gettando le fondamenta della musica del futuro: una musica con tanti interessi e con diverse influenze che lascia spazio alla contaminazione. Ed io credo che la contaminazione, in questo momento, nella musica italiana sia qualcosa di imprescindibile se non indispensabile. E quello che si è fatto quest’anno a Sanremo Giovani è, secondo me, qualcosa di nuovo e di rivoluzionario. Ecco, aver fatto parte di tutto questo, per me, è un grandissimo privilegio e un grandissimo onore. Quando, poi, mi sono ritrovato ad essere tra gli otto finalisti di Sanremo Giovani 2021 ho provato un ulteriore emozione. Adesso l’obiettivo è quello di vincere.

Lorenza: Com’è stato esibirsi all’interno di un Teatro del Casinò vuoto, senza pubblico?

Gaudiano: È stato ancora più significativo di quanto lo potesse essere nel caso in cui ci fosse stato il pubblico perché si sentiva tantissimo l’energia di chi quel palcoscenico l’ha calcato quando Sanremo si svolgeva soltanto al Teatro del Casinò. Mi viene da pensare a Luigi Tenco, a Domenico Modugno e a tutti i grandi cantautori e interpreti della storia della musica italiana. Aver calcato quel palcoscenico ha portato con sé un carico tensivo importante e davvero significativo.

Lorenza: E a marzo tu calcherai un altro palco, anch’esso molto ambito: il palco del Teatro Ariston di Sanremo, dove attualmente si svolge il Festival della Canzone Italiana. Aspettando quel momento, torni a casa con un bel bagaglio pieno di complimenti, di consigli e di esperienza. Di queste settimane c’è un ricordo che custodisci gelosamente?

Gaudiano: Una fantastica passeggiata che ho fatto con Jacopo (Le Larve, nda) – un giovane artista che non salirà sul palco dell’Ariston a marzo ma che io stimo tantissimo sotto un punto di vista musicale – che si è conclusa con una suonata che abbiamo fatto nel mio hotel dove c’era un pianoforte a mezza coda e lui mi ha suonato alcune sue canzoni inedite che usciranno – credo – da qui a un anno. Lui è veramente un cantautore speciale di cui sono sicuro sentiremo ancora parlare, anche al di là di Sanremo. È una persona molto profonda che ha tantissimo da raccontare. Ecco, questo è un ricordo che custodisco gelosamente perché è una cosa che non ha visto nessuno; eravamo solo io e lui. Abbiamo fatto questa passeggiata, abbiamo chiacchierato tutta la giornata, ci siamo scambiati idee, opinioni e siamo stati veramente bene. Questa cosa la porterò con me per sempre.

Lorenza: Luca io ti ringrazio per aver accettato il nostro invito e per essere stato qui con noi. Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo per marzo e tanti complimenti per la tua “Polvere da Sparo” e, soprattutto, per la crescita artistica davvero notevole di questi mesi. Non possiamo che augurarti il meglio!

Gaudiano: Grazie, grazie davvero. Per marzo cercheremo di preparare bene l’esibizione e ancora meglio l’arrangiamento. Insomma, ci stiamo preparando anche psicologicamente e cercheremo di portare qualcosa di diverso, pur essendo lo stesso brano. Ecco, cercheremo di preparare qualcosa di ancora più forte. Quindi, grazie davvero.

POLVERE DA SPARO|TESTO

Ho dormito un tot, non sto ancora meglio,
però, per un po’, ho dimenticato tutto.
Sento che piano svanisce l’effetto del sonno anestetico.
Riaffiora il dolore e il cassetto è sprovvisto di un buon analgesico.

E mi brucia il cuore perché non ti ho detto
quanto ti abbia amato per quello che hai fatto,
per come hai lottato coi mulini a vento
con la forza del tuo cuore fatto di cemento.

Tigre nella giungla dei pensieri sparsi
non riuscivi a dirmi quanto detestassi
non poterti alzare la mattina a prepararmi
quello stramaledetto caffè.

Perché tutto quello che mi resta è una domanda,
polvere da sparo, in un solo colpo, da spararmi nella testa.
Se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione.
Se mi guardo allo specchio vedo te, io vedo te.
Se mi guardo allo specchio vedo te, io vedo te.
Se mi guardo allo specchio…

Voglio scappare a Milano
per farmi tagliare la faccia dal vento.
Se non elaboro ancora il tuo lutto
è perché ho il metabolismo lento.

Ma cosa somatizzo a fare, se voglio ancora piangere?
Se nella notte mi sveglio con la mano al collo di un demone che mi toglie il fiato.
Faccio resistenza col mio autocontrollo, con la mia pazienza.
Spero sia soltanto un altro brutto sogno.

Con la forza che mi hai dato mi alzo e vado in bagno,
prendo un bel respiro, per un po’ lo accetto.
Poi, riascolto il suono del tuo cuore in petto.
Stringo negli occhi il ricordo in un mare di lacrime.

Perché tutto quello che mi resta è una domanda,
polvere da sparo, in un solo colpo, da spararmi nella testa.
Se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione.
Se mi guardo allo specchio vedo te, io vedo te.
Se mi guardo allo specchio vedo te, io vedo te.
Se mi guardo allo specchio…

Tutti che parlano e sanno capire
come mi sento, sanno cosa dire:
“La vita è questa non può farci niente,
così come inizia dovrà anche finire.
Tu focalizzati sopra i dettagli,
affidati al tempo e non sbagli”.
E nel frattempo che lento ricuce,
io resto sveglio ma spengo la luce.

Perché tutto quello che mi resta è una domanda,
polvere da sparo, in un solo colpo, da spararmi nella testa.
Se guardo oltre le nuvole io non trovo ragione.
Se mi guardo allo specchio vedo te, io vedo te.
se mi guardo allo specchio vedo te, io vedo te.
Se mi guardo allo specchio vedo te.

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