PD Sicilia. Doppia preferenza di genere: oggi su Facebook Assemblea per la Democrazia   Dichiarazioni del segretario regionale Anthony Barbagallo   e di Milena Gentile, responsabile dipartimento Pari opportunità e politiche di genere

PD Sicilia. Doppia preferenza di genere: oggi su Facebook Assemblea per la Democrazia Dichiarazioni del segretario regionale Anthony Barbagallo e di Milena Gentile, responsabile dipartimento Pari opportunità e politiche di genere

PALERMO – “Sulla doppia preferenza di genere il Partito Democratico non arretra di un millimetro. Anzi proseguiamo la nostra battaglia con l’Assemblea per la Democrazia che si terrà questo pomeriggio, dalle 17 su Zoom e in diretta sulla pagina Facebook del PD Sicilia. All’assemblea sono invitati a partecipare anche esponenti di altri partiti, associazioni, sindacati e società civile che vogliano promuovere una mobilitazione in vista della discussione all’Ars sui due ddl di segno opposto: quello del PD che mira ad inserire la doppia preferenza di genere nella legge elettorale per l’Assemblea regionale e quello di Forza Italia che, al contrario, si propone di eliminarla dalla legge elettorale per i comuni. Ci lascia profondamente perplessi il mancato rispetto delle quote di genere nelle partecipate e nelle società controllate dalla Regione che potrebbero essere, secondo noi, colpite da annullabilità. Di recente, proprio su questo tema, ho depositato una interrogazione sulla SSR di Caltanissetta”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, in vista dell’evento di questo pomeriggio promosso dal PD Sicilia e organizzato da Milena Gentile, responsabile del dipartimento regionale “Pari opportunità e politiche di genere” del PD Sicilia. “Al coro femminile si è unita la voce dei tanti uomini del PD che – dice Gentile – non sono disposti ad accettare questo oltraggio alla Democrazia. Tutte e tutti insieme denunciamo gli arroganti tentativi di usare l’autonomia siciliana per garantire rendite di posizione consolidate. E’ preoccupante questo rifiuto nei confronti di strumenti di riequilibrio di genere che – conclude – sono obbligatori per le altre regioni d’Italia, in applicazione di principi costituzionali e di diritto consolidati da tempo nell’ordinamento nazionale”.

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