Palermo, Papa Francesco ai mafiosi: “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi”.

Palermo, Papa Francesco ai mafiosi: “Non si può credere in Dio ed essere mafiosi”.

PALERMO – «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore». le parole di Papa Francesco rimbombano nella grande spianta del Foro Italico di Palermo e arrivano dure e nette: «Fratelli e sorelle, smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo! Altrimenti, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte». Venticinque anni dopo il grido di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi: «Convertitevi!», e quattro anni dopo la scomunica lanciata a Sibari, in Calabria, Bergoglio torna a stigmatizzare la mafia, piaga del sud diffusa in Italia e nel mondo, e tutti i suoi affiliati, artefici di una lunga scia di violenze ed omicidi come quello di padre Pino Puglisi avvenuto in questo stesso giorno nel 1993. «Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e di donne di onore; di servizio, non di sopraffazione; di camminare insieme, non di rincorrere il potere», dice Francesco nel suo primo appuntamento nel capoluogo siciliano, davanti a circa 80mila persone che hanno affollato già dalle prime ore dell’alba questa enorme area che guarda il mare. Nella sua omelia, il Pontefice mostra come sia totalmente diversa la logica tra chi segue il Padre e chi il padrino: «Se la litania mafiosa è: “Tu non sai chi sono io”, quella cristiana è: “Io ho bisogno di te”. Se la minaccia mafiosa è: “Tu me la pagherai”, la preghiera cristiana è: “Signore, aiutami ad amare”. Perciò ai mafiosi dico: cambiate!» La riflessione del Papa trae le mosse dalle letture di oggi in cui «Dio ci parla di vittoria e di sconfitta». Gesù dice nel Vangelo: «Chi ama la propria vita, la perde». «Questa è la sconfitta: perde chi ama la propria vita. Perché? Non certo perché bisogna avere in odio la vita: la vita va amata e difesa, è il primo dono di Dio! Quel che porta alla sconfitta è amare la propria vita, amare il proprio. Chi vive per il proprio perde. Sembrerebbe il contrario. Chi vive per sé, chi moltiplica i suoi fatturati, chi ha successo, chi soddisfa pienamente i propri bisogni appare vincente agli occhi del mondo», sottolinea Francesco. «La pubblicità ci martella con questa idea, eppure Gesù non è d’accordo e la ribalta. Secondo lui chi vive per sé non perde solo qualcosa, ma la vita intera; mentre chi si dona trova il senso della vita e vince».

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