Operazione “Mazzetta sicula”: Il presidente dell’Antimafia Claudio Fava: “la commissione aveva  messo nero su bianco sul ciclo dei rifiuti”.

Operazione “Mazzetta sicula”: Il presidente dell’Antimafia Claudio Fava: “la commissione aveva messo nero su bianco sul ciclo dei rifiuti”.

CATANIA – “L’operazione condotta oggi dalla Guardia di Finanza e dalla Procura di Catania sulle discariche della Sicula Trasporti  conferma la bontà del lavoro svolto alla Commissione antimafia con la recente relazione sul ciclo dei rifiuti. La magistratura ipotizza infatti “l’asservimento di settori della pubblica amministrazione agli interessi privati nel campo dei rifiuti”, esattamente come nelle conclusioni a cui era giunta – nero su bianco – anche la nostra Commissione“. Lo dichiara Claudio Fava, Presidente della Commissione regionale antimafia, che ricorda come ben prima delle evidenze giudiziarie, la Commissione abbia denunciato i segnali di subalternità del pubblico ai privati, perfettamente visibili ma tollerati dalla politica. L’operazione “Mazzetta Sicula” è stata eseguita dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Catania (Gico) in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) con il supporto del Gruppo Aeronavale di Messina e ha portato a un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale etneo, nei confronti di 9 persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. “Governi compiacenti – prosegue -, assessori distratti, burocrati corrotti e privati arricchiti sono la narrazione del ciclo dei rifiuti in Sicilia in questi vent’anni“. Dal Presidente dell’antimafia, un sollecito quindi al Presidente Musumeci: “ci aspettiamo che il governo riveda l’autorizzazione rapidamente concessa alla Sicula Trasporti, appena un mese dopo il suo insediamento, per un ampliamento da 1,8 milioni di metri cubi. Magari da realizzare nello stesso sito in cui si nascondevano i barili pieni di denaro in contante“.
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