Malavedo: “Passi Rotti è il primo capitolo di un viaggio dentro di sé” – L’INTERVISTA

Malavedo: “Passi Rotti è il primo capitolo di un viaggio dentro di sé” – L’INTERVISTA

Dopo il self-titled EP e la hit dai tratti funky “Dove (Per Capirci)”, Malavedo rilascia “Passi Rotti”: un pezzo introspettivo dal testo profondo, impreziosito da un sound fiabesco. L’artista lecchese si fa così portavoce di emozioni e sensazioni che accomunano una generazione che si sente smarrita, alle prese con un futuro sfocato ma con la speranza che le ambizioni non siano vane e i propri sogni possano presto avverarsi.

L’intervista a Malavedo

Ciao Giorgio, bentrovato su Radio Una Voce Vicina. Come stai?

Ciao, è un piacere rispondere alle vostre domande. Io sto bene, indaffarato tra la vita di tutti i giorni e la composizione di nuove canzoni.

All’anagrafe Giorgio, su Spotify Malavedo. Cosa si cela dietro questo tuo nome d’arte?

Il mio nome d’arte deriva dal rione di Lecco in cui sono nato e vivo attualmente. Racchiude le sensazioni e le immagini di tale luogo, immerso nella natura, tra i monti, che sembrano caderti addosso, e lo scorrere incessante del fiume.

Il 21 gennaio è uscito il tuo nuovo singolo “Passi Rotti”. Ci racconti la sua genesi?

Passi Rotti” è il primo capitolo di un viaggio dentro di sé, della presa di coscienza del proprio destino. Nella scrittura del brano ho preso ispirazione dal libro “L’alchimista” di Paulo Coelho, cercando di rappresentare l’inizio del viaggio da parte del pastore andaluso verso il proprio sogno. Vi consiglio di dargli una lettura, perché riesce a creare delle immagini molto forti e suggestive, con parole semplici ma mai scontate.

La cover grafica di questo tuo nuovo singolo è molto particolare. Tante sono infatti le allusioni: da una parte l’Oriente; dall’altra un mondo magico, quasi fiabesco. Qual è la tua chiave di lettura?

La copertina, realizzata da Alberto Ricchi, è la commistione dell’immaginario ermetico e mistico della canzone. Vi è la presenza di una chiesa, elemento che rappresenta le proprie radici, dispersa nelle fredde montagne, simbolo di solitudine e riflessione del sublime. All’orizzonte si può notare una luce dorata, che riporta alla mente il proprio sogno e il destino al quale si va incontro. Il simbolo alchemico di questa prima tappa è quello dell’aria, che ci richiama da terre lontane verso nuovi mondi del cuore.

C’è un messaggio che vorresti arrivasse forte e chiaro a chi ascolterà la tua “Passi Rotti”?

Questo brano richiede tempo per essere capito ed assorbito nel profondo. Racconta di me, ma anche di tutti noi, lasciando libera interpretazione ad immagini e riflessioni personali.

Cosa ci racconta di te questa canzone? Oggi, chi è Malavedo?

Penso che questo brano sia l’espressione della maturità musicale a cui sono arrivato: un percorso ancora in salita, ma pieno di piccole soddisfazioni. Un aiuto fondamentale, in questo processo di presa di consapevolezza dei miei mezzi, me lo hanno dato i miei due amici Riccardo M. Colombo e Davide Caldana, che mi supportano sempre nella realizzazione di queste piccole perle.

Adesso cosa bolle in pentola? Stai già lavorando a un nuovo album?

Sto preparando quella che sarà la prossima tappa del viaggio descritto nel libro e, se guardate bene nella copertina, potrete scoprirne il simbolo.

Grazie per essere stato qui con noi. In bocca al lupo per tutto e buona musica!

Grazie a voi, alla prossima!

ARTWORK - Malavedo - PASSI ROTTI - @albiricchi

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