Lentini – Popolo dei cancelli venti anni dopo

Lentini – Popolo dei cancelli venti anni dopo

LENTINI. I lavoratori della base aerea di Sigonella che si mobilitarono contro i tagli occupazionali e salariali decisi dal consorzio italo-americano dell’epoca nella primavera del 1997, nel ventesimo anniversario della stagione delle lotte, si sono riuniti per ricordare e celebrare la prima lotta del “Popolo dei cancelli”. La ricorrenza è stata promossa e organizzata dal gruppo del “Popolo dei cancelli” con una serie di celebrazioni a ricordo delle battaglie a difesa del lavoro, ma anche per un momento conviviale dove sono stati ricordati anche alcuni lavoratori deceduti in questi anni. “Una mobilitazione che costò enormi sacrifici – ha detto Salvatore Ventimiglia, sindacalista e rappresentante di quel movimento il “Popolo dei Cancelli” – , sia fisici che psicologici, a tutti coloro che vi presero parte. Quella che fu una lotta per il lavoro e per i diritti, in una terra come quella siciliana dove non esiste libertà senza diritti. La base militare di Sigonella era stata gestita per decenni dalla società Alisud. Nell’aprile 1997, invece, avrebbe preso il suo posto una joint-venture italo-statunitense, composta da Pae, Aviation Management e Climega e dopo essersi aggiudicato l’appalto, il consorzio ci fece sapere che non avrebbe applicato il contratto e che, se non avessimo accettato, avrebbe sostituito i dipendenti refrattari con oltre 400 dipendenti coreani. Il 31 maggio cominciammo un presidio – continua Salvatore  Ventimiglia – alle porte di Sigonella, che durò per ben 19 giorni”. I lavoratori aeroportuali avviarono da subito, insieme alle loro famiglie e ai colleghi della base militare di Napoli Capodichino, la mobilitazione di fronte i cancelli della struttura aeronautica. Distribuivamo volantini in italiano e in inglese – conclude Ventimiglia –  cercando delle alleanze sia in città sia tra gli americani. Organizzammo anche molte iniziative, spesso culminanti con incontri con figure politiche nelle relative sedi istituzionali. A seguito di un accordo parziale e inadeguato sottoscritto con il consorzio, alla stragrande maggioranza dei lavoratori venne permesso il rientro, su 274 ne furono riaccolti 257 circa. La vicenda va ricordata per la giustezza delle nostre istanze e per i temi che rimangono di grande attualità ancora oggi. Abbiamo tante ragioni per ritenere quella vertenza una delle più importanti degli anni ’90 nel Meridione. Auspichiamo – conclude Ventimiglia – che le nuove generazioni possano imparare e prendere spunto dalla nostra battaglia di classe contro le ingiustizie”.

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