Lentini, Dpcm, un centinaio alla riunione in via Etnea per dire no alla chiusura.

Lentini, Dpcm, un centinaio alla riunione in via Etnea per dire no alla chiusura.

LENTINI –  “Alle 18 siamo costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto. Bisogna che il Governo modifichi il Dcpm. Questo semi lockdown porterà alla morte di ristoratori,commercianti, artigiani e operatori”. È questo il messaggio di Piero Cundari, lanciato ieri sera, nel corso di una riunione all’aperto che si è svolta in via Etnea, di fronte al Bar Etnea di Lentini  a cui hanno partecipato ristoratori, pub e altre imprese della somministrazione, titolari di palestre. Alla riunione hanno partecipato anche Partite Iva di Carlentini titolari di Palestre e Bar. Un’iniziativa  che fa eco alle manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia e in tutte le più grandi città Italiane per sottolineare lo stato di crisi del settore. “Il provvedimento, di fatto, mette in stato di lockdown la somministrazione – ha aggiunto Piero Cundari, titolare dell’agriturismo Pirrera San Leonardo, in territorio di Carlentini –  Chiudere alle 18, significa rendere impossibile o quasi il proseguimento dell’attività per molti locali che aprono solo la sera. Bisogna intervenire subito o le imprese non resisteranno. Abbiamo applicato tutti i protocolli di sicurezza e oggi il nostro comparto e le attività del tempo libero sono gli unici ad essere danneggiati dal provvedimento”. “Senza provvedimenti immediati rischiamo di non arrivare neppure a Natale ha aggiunto Salvatore Bordonaro, proprietario de “La Maidda” in via Conte Alaimo a Lentini -. Noi abbiamo seguito tutte le indicazioni e i dispositivi, ma delle promesse fatte dal Governo non sono arrivati in periferia i ristori ai commercianti. Noi vogliamo continuare a lavorare”. “Questo incontro di stasera – aggiunge Piero Cundari – proseguirà con  la costituzione di un comitato spontaneo che sarà collegato con gli altri comitati di altre città per studiare la strategia comune.  Condanniamo fortemente gli episodi di violenza che si sono verificati negli ultimi giorni e rispetteremo le direttive ma non possiamo sottacere che lo stato di sofferenza è altissimo e a fronte di un obbligo di chiusura immediato, non ci sono certezze sui sostegni  economici che il Governo intende mettere in campo per le imprese”.

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