La Valletta, Intervista  al vescovo ausiliare  di Malta, S.E. Mons. Joseph Galea Curmi

La Valletta, Intervista al vescovo ausiliare di Malta, S.E. Mons. Joseph Galea Curmi

di Domenico Interdonato*

LA VALLETTA (MALTA) – A Malta abbiamo incontrato nei giorni scorsi il vescovo ausiliare mons. Joseph Galea-Curmi, un appuntamento programmato da mesi, per far conoscere meglio ai nostri lettori l’Arcidiocesi maltese, con la sua storia e la Malta di oggi che cresce in Europa. La Repubblica di Malta è perfettamente inserita nel mercato globale, attrae capitali ed è una “macchina” che crea benessere economico, ma che ancora non riesce a trainare l’intera popolazione verso uno standard europeo di qualità di vita. A mons. Galea Curmi, abbiamo posto diverse domande alle quali ha risposto a cuore aperto e con grande spirito di collaborazione.
Monsignore ci spiega cosa è l’Isola di Malta per i maltesi? L’isola di Malta è storicamente una città fortezza, baluardo della cristianità, uno scoglio “Gebla tal-franka” giallo ocra uniforme che si erge sulle acque del Mediterraneo. Malta per i maltesi è il cuore pulsante del Mediterraneo, la popolazione vive con uno spirito europeo poliglotta ed è molto aperta ed accogliente.
Quando nasce il cristianesimo a Malta? Noi maltesi abbiamo 2000 anni di storia cristiana, che sono iniziati con il naufragio a Malta di San Paolo di Tarso, giunto nell’attuale Baia di San Paolo come dice la tradizione. Per sancire il legame con San Paolo, ogni anno celebriamo nel 10 febbraio la festa del suo naufragio a Malta e leggiamo con orgoglio il racconto di questo naufragio negli Atti degli Apostoli.
Quale è stato il contributo lasciato ai maltesi dai Cavalieri Ospitalieri? La storia è passata da Malta, con il grande contributo dei Cavalieri Ospitalieri, ordine cavalleresco formato da nobili provenienti dalle più importanti casate europee impegnate a difendere la nostra fede cattolica e l’Europa. A loro dobbiamo dire grazie per tante cose, ma soprattutto per la realizzazione della Cattedrale alla Valletta dedicata al Santo patrono San Giovanni Battista.
Cosa pensa dell’attuale momento storico di Malta? La nostra Repubblica sta crescendo in fretta, ha una politica molto attiva ed europea, e l’economia è in continuo sviluppo. Bisogna lavorare per la giustizia sociale ed assicurare che la crescita economica non lasci indietro delle persone, ma che migliori lo standard di vita di tutti gli abitanti dell’isola di Malta.
Quando è stato nominato vescovo ausiliare, quale è il suo motto e cosa fa oltre la sua attività di pastore? Sono stato nominato vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Malta il 23 giugno 2018 e ordinato vescovo il 4 agosto 2018, in occasione della festa di San Giovanni Maria Vianney, nella cattedrale di Mdina. Il mio motto è “Sostenere la vita con l’amore”. Oltre all’incarico di vescovo ausiliare insegno la teologia pastorale nell’Università di Malta.
Come vede il giornalismo cattolico in Italia? In Italia e nel mondo serve un giornalismo cristiano dal volto umano per riconquistare la fiducia dei lettori e che sappia raccontare anche la bella notizia. Molte volte i media classici sono concentrati a mostrare i lati negativi della società, deprimono chi legge e non mostrano quanto di buono viene fatto dalla nostra comunità.
Quali sono i media cattolici di Malta? Ci tengo a precisare che la nostra è una realtà mediatica diversa da quella italiana, si abbiamo diverse testate come “Radio Maria”, “Radio RTK”, “Newsbook” giornale online, “La Voce” il giornale dell’Azione Cattolica e “The Church in Malta” website dell’Arcidiocesi.
Il San Francesco di Sales ricordato anche a Malta? Si abbiamo ricordato San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori. Un momento importante per tutti noi realizzato grazie all’Ucsi Sicilia da lei presieduta e con il supporto di fra Mario Attard e del reverendo prof. Salvino Caruana.
Conosceva l’Ucsi Unione Cattolica Stampa Italiana? Si la conoscevo ma non avevo avuto mai la possibilità di approfondire l’argomento. Ritengo che l’Ucsi svolga un compito molto importante, la comunicazione deve essere alla base di ogni nostra attività, soprattutto se fatta con “lo stile sapiente della carità”, come citato dalla preghiera del giornalista scritta in maltese, che lei mi ha omaggiato. Approfitto per salutare e ringraziare la giornalista Vania De Luca, presidente nazionale Ucsi e lei caro Interdonato per l’intervista e per l’attenzione dimostrata verso la nostra comunità.
*Presidente Ucsi Sicilia

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