Francofonte, Avviato il “patto per l’inclusione sociale” 

Francofonte, Avviato il “patto per l’inclusione sociale” 

FRANCOFONTE – Avviato il “patto per l’inclusione sociale”  nel comune agrumicolo. L’amministrazione comunale mette in campo una vera e propria “Task force” tutta al femminile per il Pa.I.S. con professioniste locali. Fanno parte del gruppo di esperte,  coordinato dalla responsabile dei servizi sociali Monia Trigili,diverse figure tra le quali:  Tatiana Tuzza,psicologa;Melissa Marvilla , educatrice; Morena Magnano, educatrice; Alessandra Sgobba,psicologa; Caterina La Rocca, educatrice;Francesca Scirè,pedagogista; Giovanna Valvo,psicologa; Vanessa Vacirca, assistente sociale; Alessandra Risuglia, assistente sociale.

“E’ anche un’occasione di lavoro creare opportunità dà e per la nostra comunità – dice il sindaco Daniele Lentini-.​ La nostra politica socio-economica è incentrata sulla possibilità di creare occupazione e ottimizzare le risorse umane e professionali del territorio. Sfruttando i bandi abbiamo potuto incaricare degli esperti, con dei contratti di almeno di un anno e finanziati con fondi ministeriali. ​ Loro si occuperanno del​ Pa.I.S. che prevede specifici impegni da parte della famiglia e dei supporti operati dai servizi territoriali. L’obiettivo è costruire interventi su misura insieme alle famiglie stesse, per rimuovere le cause della povertà e accompagnarle verso l’autonomia”. L’adesione al Patto per l’inclusione sociale, per i nuclei non esentati, è una condizione necessaria per il mantenimento del beneficio economico. “Verranno coinvolti i beneficiari del reddito di cittadinanza – aggiunge la dirigente comunale dei servizio sociali​ Trigili-, ​ ai quali verrà fatta una valutazione e chiesto ​di sottoscrivere un ​ documento impegnandosi a raggiungere gli obiettivi individuati insieme agli operatori”. In sintesi i nuclei beneficiari del Reddito di Cittadinanza non immediatamente attivabili per un percorso lavorativo, entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio economico vengono contattati dai servizi dei Comuni competenti per iniziare un percorso di inclusione sociale, al quale si accede previa valutazione multidimensionale, finalizzata ad identificare i bisogni del nucleo e a definire il Patto per l’inclusione sociale e i sostegni in esso previsti, che costituiscono livelli essenziali delle prestazioni.​

La convocazione dei beneficiari Rdc per la stipula del Patto per l’inclusione sociale da parte dei servizi dei Comuni competenti per il contrasto della povertà – analogamente a quella del Patto per il lavoro da parte dei centri per l’impiego – può essere effettuata anche con mezzi informali, quali messaggistica telefonica o posta elettronica. In tal caso, sono utilizzati i recapiti telefonici o di posta elettronica forniti all’atto della presentazione della domanda. Successive convocazioni potranno essere fissate utilizzando eventuali diversi recapiti forniti nel corso del primo o di successivi incontri; in questo caso l’operatore del Comune avrà cura di acquisire formalmente e conservare tali recapiti. La gestione dei successivi appuntamenti potrà essere effettuata mediante la Piattaforma GePI, fissando la data del successivo incontro di monitoraggio. In ogni caso la convocazione dovrà comunque essere inviata con le modalità sopra esposte. In occasione del primo incontro o degli incontri successivi, se si verificano alcune condizioni alcuni componenti del nucleo familiare possono essere esonerati dagli obblighi connessi alla fruizione del Reddito di cittadinanza

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