Cosa comporta avere un parco archeologico.

Cosa comporta avere un parco archeologico.

di Emanuele Gentile
CARLENTINI – L’ultimo atto firmato dal compianto Assessore regionale Prof. Sebastiano Tusa riguarda proprio il Parco archeologico di Leontinoi. Infatti il 7 marzo scorso, pochi giorni prima di perire in un incidente aereo in Etiopia,  ha firmato il decreto che istitutiva finalmente dopo tanti anni di iter burocratico il Parco archeologico di Leontinoi. E’ il passo fondamentale, ma altri passi sono necessari affinché il parco possa divenire il volano essenziale per l’economia di un territorio fortemente provato da un crisi che si trascina oramai da decenni. Proviamo a inquadrare le problematiche in essere.

Prima di tutto, bisognerà nominare il comitato di gestione del parco. Un adempimento da effettuare in sei mesi a partire dalla firma del decreto di istituzione. Senza un comitato di gestione nel pieno delle sue funzioni tutto il resto diventa una mera utopia.

In seguito sarà necessario perimetrare il parco stesso e delimitare l’area del c.d. “pre-parco”. Non sarà una fase facile perché si dovrà andare incontro a delle espropriazioni dei terreni posti sul limite del parco stesso. Una fase che visto i tempi burocratici non si prevede di facile e rapida gestione.

La gestione, poi, a chi toccherà? Ai comuni sempre sull’orlo del dissesto economico-finanziario? Anzi Lentini è già in dissesto. Alla Sovrintendenza di Siracusa più delle volte a corto di risorse finanziarie e di personale?

Già da codesti punti salienti si capisce che il Parco archeologico di Leontinoi non sarà una passeggiata di salute. Se non ci si attrezza con un piano e un programma ben precisi si rischia che il parco si trasformi in un’occasione perduta. L’ennesima.

Il piano e il programma devono prevedere tutta una serie di interventi a 360° gradi che interessano vari settori.

Il territorio ha la necessità di avere una seria politica di accoglienza. Il turista che verrà a visitare il parco e il resto del territorio non deve sentirsi abbandonato. Cosa significa questo? Egli dovrà essere adeguatamente informato, accompagnato e reso edotto di tutto ciò che offre il comprensorio.

Accogliere significa che tutto il sistema si deve porre nell’ottica di fare sistema. Il turismo è un’attività seria e se uno comincia a far capire che si agisce furbescamente o intende approfittare della situazione si colloca in maniera immediata ed automatica fuori dal mercato turistico che non ammette improvvisazioni e/o dilettantismi.

Bisognerà, altresì, puntare su una programmazione di recupero di aree degradate e ce ne sono molte. A iniziare da quella Via Archeologica che obiettivamente non è un bel biglietto da visita. Da attenzionare – e parlo di Carlentini – anche le zone del Barone e di Via Giovanni da Procida.

Vedete al turista interessa la pulizia, il verde e il poter gustare i luoghi ove si trova in santa pace. Siamo pronti per assicurare al turista tali standard di qualità della vita?

Un altro fronte caldo è rappresentato dalla mobilità. Dobbiamo pensare fin d’ora al problema del parcheggio e a quello dei trasporti pubblici assolutamente insufficienti. Mi pare che sarà d’uopo aprire un’interlocuzione con le Ferrovie dello Stato per potenziare i trasporti su ferrovia nel comprensorio. Uno step fondamentale  anche in vista della creazione di un moderno sistema di modalità che integri trasporti pubblici urbani, extra-urbani e su ferro.

Da quanto esposto i problemi da risolvere sono tanti e davvero complessi. Affinché il Parco archeologico di Leontinoi diventi la cartina di tornasole che indica un cambio di passo del territorio nei confronti del suo sviluppo è necessario che ogni cittadino si senta chiamato ad essere attore protagonista di questa grande occasione. Insomma, tutto dipende da noi. L’avvenire del parco e del territorio è nelle nostre mani. Non è lecito dormire.

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