Coronavirus: nuovo modello autocertificazione, misure, prospettive e interventi

Coronavirus: nuovo modello autocertificazione, misure, prospettive e interventi

ROMA – Cambia ancora il modulo per l’autocertificazione degli spostamenti. Lo ha detto il capo della Polizia Gabrielli, che spiega: “sono state fatte ironie, ma cambiano le disposizioni e noi dobbiamo aggiornare il modulo, anche per intercettare” i quesiti che arrivano dai cittadini (qui e in fondo il nuovo modulo scaricabile:PDF icon Nuovo modulo per l’autodichiarazione).
Inoltre è previsto un decreto per l’insediamento della task force ‘tecnologica’ presso il ministero dell’Innovazione, composto da analisti, economisti e giuristi, che avrà tra i compiti quello di esaminare le App per tracciare gli spostamenti.
Intanto l’Unione europea proroga le scadenze per le domande Pac (Politica agricola comune) e le nuove misure adottate dalla Commissione Ue in risposta alla pandemia di coronavirus “sono l’ennesima prova che la politica di coesione ha un ruolo fondamentale nell’affrontare la maggior parte delle sfide che l’Ue si trova davanti, comprese quelle emergenti o imprevedibili. E questo rende ancora più ingiustificati i pesanti tagli proposti nel quadro dei negoziati per il bilancio Ue 2021-2027”, dichiara il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi. L’epidemia di coronavirus è “un test senza precedenti per l’Ue, che ne definirà il futuro”, spiega Rossi, che fra le nuove misure prese dalla Commissione europea cita la l’iniziativa per consentire di riprogrammare fino a 37 miliardi di fondi strutturali Ue per destinarli al settore sanitario e alla tutela dell’occupazione. Un’azione che va “nella giusta direzione” ma che richiede “uno sforzo ulteriore attraverso la mobilitazione di risorse fresche”.
Per il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, “ha ragione da vendere Draghi: serve debito per finanziare gli investimenti pubblici e il credito alle imprese. Ma servono soprattutto regole che consentano di spendere quei soldi. Dunque: lavori pubblici affidati direttamente o con gare brevi e semplici dalle pubbliche amministrazioni. Nessuna possibilita’ di ricorso al TAR, nessuna autorizzazione per aprire negozi e imprese di ogni genere, semplificazione massima di ogni contratto di lavoro, gigantesco credito alle aziendeche vogliono investire, procedure urbanistiche ridotte all’osso. E la speranza che nel nostro Paese torni lo spirito di quei tempi, quello che faceva dire al leader della Cgildell’epoca, Di Vittorio: “Prima costruiamo le fabbriche, poi le case”. Quello che faceva degli imprenditori uomini capaci di investire, rischiare. E della classe politica una classe dirigente, capace del coraggio di scegliere e decidere”.

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