Catania, Green spass, Re d’amuri dopo La fanciulla stregata

Catania, Green spass, Re d’amuri dopo La fanciulla stregata

CATANIA – Continuano fino al 29 agosto, alle 21 nel Giardino Fava di Catania, le repliche de La fanciulla stregata, prodotta dal Cts, Centro teatrale siciliano, e rappresentata nell’ambito della rassegna Green spass.

E sta avendo un grande successo, anche tra ragazzi e bambini, la favola russa, tratta da Graziana Maniscalco, che firma anche la regia, dai racconti popolari della tradizione orale trascritti da Afanasiev. In scena, con la protagonista e Nicola Costa, grandi pupazzi articolati che hanno suscitato l’entusiasmo degli spettatori, grandi e piccini”.

La fanciulla stregata – caratterizzato anche dalle splendide musiche della tradizione ebraico-russa – narra del malvagio Koshchey l’immortale, che uccide, imprigiona, devasta e nessuno sembra poterlo sconfiggere. Finché un piccolo grande eroe, figlio del popolo oppresso dal tiranno, troverà il modo di impedirgli di nuocere, riportando così pace e armonia nella propria terra.

Dal 31 agosto al cinque settembre, Green spass, proporrà poi il sesto dei suoi nove appuntamenti: Lu re d’amuri e altri racconti, tratto dal regista Nino Romeo, dagli scritti di Giuseppe Pitré.

Anche stavolta, dunque, un testo della tradizione orale, in questo caso siciliana, per dar vita a uno spettacolo che Romeo definisce “d’intrattenimento colto”, reso in scena da Graziana Maniscalco e Nicola Costa, sul palco con la cantante Laura Giordani, accompagnata alla chitarra da Mimmo Aiola.

 

Parlando della demologia europea, Romeo ha sottolineato come i volumi della Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane dedicati a Fiabe, novelle e racconti popolari costituiscano “un unicum nella storia del folklorismo: per la quantità e la varietà di questi autentici capolavori letterari, raccolti con scrupoloso rispetto per i raccontatori: gente del popolo, in gran parte analfabeti, ma dotati di una considerevole sapienza sintattica e di un lessico che nulla ha da invidiare per costrutto alla lingua italiana”.

Lu Re d’Amuri è uno dei racconti più complessi e articolati tra quelli raccolti dal Pitrè alla fine dell’Ottocento, scritto “in un siciliano antico e nobile”. E, come spesso avviene nella tradizione orale, ha sottolineato Nino Romeo, “la storia è la trasposizione di un mito greco, quello di Eros e Psiche, come lo compone Apuleio che inserisce il mito ne Le Metamorfosi o L’asino d’oro”.

Al cuntu centrale seguono poi altri racconti: “realistici, farseschi, aneddotici,  narrati nella lingua evocativa ricreata da Pitrè”.

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