ASCOLTA(TI): Ti rialzerai e ti solleverai. Sorriderai e brillerai come il sole

ASCOLTA(TI): Ti rialzerai e ti solleverai. Sorriderai e brillerai come il sole

Mi sono seduta al computer con questo pensiero. Un augurio. Un augurio che faccio a me stessa e a te che stai leggendo.

 Un augurio spontaneo e semplice. Un augurio sincero e vero. Un augurio di quelli che riempiono il cuore. 

Perchè sì, capita a tutti di avere dei crolli. Di attraversare dei momenti down. Capita di essere più stressati, così come capita di vedere tutto negativo. E capita anche di lasciare campo libero all’immaginazione. 

“Nessuno ci ha insegnato a controllare la mente” mi ripete spesso una persona, per me, speciale. Ecco spiegato il caso in cui l’immaginazione diventa una mina vagante per la nostra mente.

Piuttosto se imparassimo ad ascoltare, e non limitarci a sentire, riusciremmo a sorridere di più e a brillare di più. 

L’ascolto è frutto dell’amore. Ascoltare è un verbo, apparentemente, semplice ma dal significato profondo. Ascoltare vuol dire accogliere, in pieno, la parola dell’altra persona. Ascoltare vuol dire accogliere in sè l’emozione dell’altra persona. 

Ascoltare è un viaggio di scoperta e di conoscenza del mondo dell’altro. Chi riesce ad ascoltare, credo, che difficilmente giudica. Chi riesce ad ascoltare da valore a quello che l’altra persona dice e allo stesso tempo quello che non dice. Ai sospiri, agli occhi, alle risate e alle lacrime. 

In tante circostanze ho creduto di essere stata in grado di ascoltare, invece no: sentivo solamente. La differenza tra i due lemmi è sottilissima, tanto sottile che spesso la confondiamo. 

Per risollevarsi ascoltare, essere ascoltati ed ascoltarsi è fondamentale. Non tutti sono così fortunati da avere l’occasione di poterlo fare o di riuscire a farlo. 

Le tre inclinazioni del verbo hanno come unico denominatore l’accettare mettendo da parte il proprio parere e l’egoismo. 

Mi viene spontaneo, ancora una volta, far riferimento al momento storico che stiamo attraversando e penso che, troppo, spesso ci riduciamo a voler soltanto sentire l’altro

Così come penso che, ancor più frequentemente non badiamo neppure a quale sentimento l’altro voglia comunicarci.

Ah, l’ascoltatore non ha come fine quello di imporre il proprio pensiero. L’ascoltatore rimane in silenzio per comprendere ciò che gli viene comunicato. 

Perchè se non ascolto non capisco. E se non ascolto le emozioni non mi avvicinerò mai all’altro. 

Voglio concludere con un pensiero, a mio avviso splendido, di Papa Francesco: “in quaresima consiglio un digiuno di pettegolezzi e maldicenze” . 

Sicuramente ci aiuterà a vivere in BenEssere!

 

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